Si apre con l’ascolto di una registrazione audio di un’intervista d’epoca a Eduardo De Filippo, la messa in scena firmata Pierpaolo Sepe e presentata al Tieffe Menotti di Milano, in cui il drammaturgo napoletano spiega la genesi di “Sik sik”, scritto in treno durante un tragitto Roma-Napoli nel 1929, poi riadattato e rimpolpato dallo stesso Eduardo nel ‘79.
Sik sik, che in napoletano significa molto magro, proprio come era il grande Eduardo, è uno dei personaggi a cui il drammaturgo si dichiarava maggiormente affezionato. E assistendo alla messa in scena di Sepe possiamo intuirne uno dei motivi.
Vi è, in questo personaggio, la malinconica comicità dei protagonisti del teatro di De Filippo: nel suo proclamarsi uomo di mondo, mentre è chiara la sua collocazione ai margini della società, nel suo essere sgangherato eppure irresistibile, nel suo acclamarsi vincitore mentre scivola sonoramente verso la sconfitta ci sono tutte le contraddizioni dell’umanità raccontata da Eduardo.
Sik sik è un illusionista di terz’ordine alle prese con un’esibizione in cui tutto va storto. Girovago e affabulatore, viene abbandonato all’ultimo minuto dalla propria spalla, e decide allora di assoldare un passante per avere un supporto durante lo spettacolo. Poco prima di andare in scena si fa vivo però il vecchio compagno, che essendo stato licenziato in tronco proprio non ne vuole sapere di farsi da parte.
Ecco allora che, durante la serata, una serie di fraintendimenti fanno fallire tutti i numeri di Sik sik.
In 50 minuti lo spettacolo firmato da Pierpaolo Sepe riesce a commuovere, emozionare e far ridere il pubblico, rendendo un omaggio di qualità al teatro di De Filippo. L’operazione drammaturgica si rivela efficace, sia per la scelta di collocare l’intervista ad Eduardo prima dell’apertura del sipario, sia per aver utilizzato la registrazione realizzata dal critico teatrale Giulio Baffi della versione del ’79, da cui è stata effettuata una fedele trascrizione del testo.
Capace di non perdersi negli stereotipi di una Napoli da cartolina, Sepe compie un lavoro di artigianato modellando i suoi personaggi minuziosamente. Non solo il protagonista Sik sik, ma le movenze e l’atteggiamento della moglie Giorgetta, il comportamento spaccone del vecchio compagno e quello più ingenuo del sostituto sono cesellati ad arte, componendo un perfetto equilibrio in scena.
Al servizio di una regia profonda e compatta, attori all’altezza della situazione, dal mattatore Benedetto Casillo, portavoce di una comicità senza tempo, capace di dar vita alle sfumature del suo personaggio, all’interpretazione di Aida Talliente, moglie gravida e assistente giuliva dell’illusionista. In ottima forma anche Roberto Del Gaudio e Marco Manchisi, nel ruolo della spalla il primo e del sostituto il secondo.
In scena fino al 9 marzo.
Sik sik – l’artefice magico
di Eduardo De Filippo
con: Benedetto Casillo, Roberto Del Gaudio, Marco Manchisi, Aida Talliente
regia: Pierpaolo Sepe
Fondazione Salerno Contemporanea – Teatro Stabile d’Innovazione
Campania dei Festival – Napoli. Teatro Festival Italia
in collaborazione con Benevento Città Spettacolo
durata: 50′
applausi del pubblico: 1′ 05”
Visto a Milano, Teatro Tieffe Menotti, il 2 marzo 2014