“Les Sentinelles” di e con Nacera Belaza. Visto a Modena, Teatro delle Passioni, il 22 ottobre 2011 in prima nazionale per Vie Festival
Ci sono spettacoli che sembrano fatti per mettere a dura prova l’attenzione del pubblico, che giocano con i meccanismi percettivi in modo da portare quasi alla noia, salvo poi esplodere in preziosi istanti di sorpresa assoluta, in cui il piacere del teatro è totale proprio perché irrimediabilmente fugace.
E’ su questo tipo di dinamica che è costruito “Les Sentinelles”, il duo ispirato al romanzo “Il Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati che Nacera Belaza, in coppia con la sorella Dalila, ha presentato al festival Vie di Modena.
Lavoro tanto intelligente quanto rischioso, “Les Sentinelles” richiede allo spettatore una forma di partecipazione completa e intermittente al contempo, in cui l’alterazione della percezione e gli istanti di (indotta) disattenzione si intrecciano con la riflessione attiva sullo “stare a teatro”, sulle modalità di fruizione consueta dello spettacolo, su ciò che ci sorprende e ci colpisce, imprimendosi negli occhi e nella memoria.
Dopo un prologo in cui l’aria vibra di ritmi e sonorità dal sapore africano e il buio è rotto da opachi bagliori di luce, l’azione, della durata di circa 45 minuti, potrebbe essere descritta come una lentissima camminata dal fondale verso il proscenio: nella scatola nera della scena, Nacera e Dalila compiono il loro percorso muovendosi lungo due binari paralleli, con un incedere talmente lento e sospeso da apparire impercettibile.
Braccia lungo i fianchi, schiena diritta ed espressione così concentrata da sembrare estraniata, le due danzatrici si spostano quasi senza voler lasciare traccia: è il tempo che, tuttavia, rivelerà il cammino compiuto, ogniqualvolta la nostra attenzione si soffermerà, stupita, sullo spazio che quei due corpi apparentemente immobili sono riusciti a percorrere.
Eppure esiste una dinamica rigorosa in questo lavoro di ascolto, sospensione e attesa, soprattutto grazie al sapiente utilizzo delle luci e del contributo sonoro.
Al progressivo crescendo della musica, infatti, si sovrappone, per contrasto, l’abbassamento delle luci che, dapprima di un bianco abbagliante, si attenuano fino a spegnersi nel buio completo; lo stato che si vuole indurre in chi guarda è una sorta di ottundimento dei sensi: disorientato e frastornato, lo spettatore sarà tuttavia risvegliato da quegli sprazzi di movimento che, inattesi, inizieranno a puntellare il monotono cammino delle due interpreti.
Si tratta solo di qualche scatto del corpo, violento e improvviso. Pochi secondi ed ecco che la trasformazione è compiuta: lo spettatore è diventato sentinella, pronto, teso e intenzionato a captare ogni futura rottura della monotonia.
Ma per assurdo, in uno spettacolo in cui i minuti sembrano scorrere troppo lentamente, è proprio il tempo che, alla fine, viene a mancare: proprio quando i corpi delle due danzatrici sembrano essersi finalmente liberati da ogni costrizione per dimenarsi senza freni, il buio cala inesorabile sottraendoli alla nostra vista e lasciandoci in preda a un desiderio di visione destinato a rimanere insoddisfatto.
Ed è ancora sul rapporto tra il visibile e il non visibile che sembra essere giocato il frammento del lavoro che Nacera Belaza porterà al Festival di Avignone la prossima estate e che Vie ha ospitato in prima nazionale.
Costantemente al limite tra luce e ombra, quasi fosse sempre sul punto di sparire, la danzatrice ripete ossessivamente alcuni semplici movimenti, senza mai lasciare l’agio, in chi guarda, di fissare un’immagine definita del suo corpo danzante, al punto che la rotazione su se stessa, così come il piegamento delle ginocchia o l’oscillazione delle braccia, pur nella loro apparente banalità, si fanno metafora dell’istante, inafferrabile e irripetibile.
LES SENTINELLES
coreografia: Nacera Belaza
disegno Luci: Eric Soyer
tecnico luci: Christophe Renaud
progetto video e suono: Nacera Belaza
montaggio del suono: Christophe Renaud, Titou
montaggio video: Christophe Renaud
con: Dalila Belaza, Nacera Belaza
durata: 1h 30′
Visto a Modena, Teatro delle Passioni, il 22 ottobre 2011
Prima nazionale