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L’Europe des Théâtres: a Parigi il festival della traduzione teatrale

théatre national de syldavie|Eurodram|Maison d'Europe et d'Orient

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EurodramLa Maison d’Europe et d’Orient è nascosta in un piccolo passaggio, vicino la Gare de Lyon, ai piedi della Promenade Plantée, il sentiero verde che attraversa Parigi.
È una piccola scena d’avanguardia, con una libreria specializzata in testi e film provenienti dall’Europa dell’Est, e dal 19 al 24 maggio ha accolto la quarta edizione de L’Europe des Théâtres, festival europeo della traduzione teatrale, istituito nel 2011 da Dominique Dolmieu, regista teatrale in residenza permanente, e Céline Barcq, direttrice, amabili padroni di casa.

Scopo del festival è promuovere la traduzione teatrale in Europa e nelle regioni vicine attraverso letture pubbliche, incontri tra autori e traduttori e dialoghi con teorici e critici del teatro europeo contemporaneo. Sin dalla prima edizione, sono stati coinvolti quasi tutti i paesi europei e del bacino del Mediterraneo, dall’Armenia alla Repubblica Ceca, dalla Moldavia al Marocco, dalla Svizzera al Kosovo.

A tessere e coordinare questa imponente mole di parole e testi, c’è Eurodram, rete capillare europea di traduzione teatrale, gestita dalla Maison d’Europe et d’Orient, che comprende circa quaranta comitati linguistici connessi tra loro e lavora allo scopo di facilitare la circolazione delle opere teatrali nel continente, intensificare la comunicazione tra autori e traduttori e agevolare i rapporti con le case editrici, attraverso una veglia costante e scrupolosa sulla produzione europea sperimentale.

Scopo principale di Eurodram è far conoscere al grande pubblico quelle opere rimaste ancora largamente inedite e far fronte al monopolio delle lingue occidentali più diffuse, proponendo un’alternativa non solo valida, ma accessibile: allargare l’orizzonte, offrire al pubblico qualcosa di diverso e inaspettato ma soprattutto mettere in luce autori e scritture di altissimo valore artistico, penalizzate da mere frontiere geografiche o politiche. Servono a questo le borse di studio dedicate soprattutto a quei progetti di traduzione che coinvolgono lingue non ufficiali, lingue dei paesi extra-comunitari o non aventi un finanziamento per la traduzione letteraria e teatrale.

La Maison d’Europe et d’Orient (photo: © MEO Maison d’Europe et d’Orient)
L’edizione 2014 del festival, considerevolmente ridotta in previsione di un altro festival, che si terrà a giugno, dedicato alla Bosnia, ha preso il via con l’assemblea generale a Pristina.
Ospiti di questa edizione, seduti tra il pubblico e poi in scena, a disposizione dei presenti, sono lo scrittore e drammaturgo georgiano Lasha Bugadze, classe 1977, originario di Tbilisi, e Neda Nejdana, autrice, critica e drammaturga ucraina, nata nel 1971, direttrice del teatro Mist a Kiev, entrambi in residenza a Parigi.

Protagonista della serata iniziale è la scrittura, irriverente e impietosa, e purtroppo sconosciuta in Italia, di Bugadze, con quattro letture a cura della compagnia del Théâtre Arnold, diretta da Clara Schwartzenberg.
Bugadze, in residenza presso il Centre International des Récollets, che accoglie artisti e ricercatori da tutto il mondo, ha scritto la sua prima opera a 17 anni, “Otar”, vincitrice del premio nazionale Tsinandali in Georgia.

Altra protagonista, seppure assente, del festival è Jeton Neziraj, autore originario del Kosovo, anche lui classe 1977, autore di due testi in scena, “La guerra ai tempi dell’amore”, tragicommedia in 28 scene, e “Patriotic Hypermarket”, scritto insieme a Milena Bogavac, autrice serba, che intreccia le piccole vicende dei personaggi alla Grande Storia dei Balcani tra il 1989 e il 1999.

Arriva dalla Polonia, invece, “La Nostra Classe”, testo di Tadeusz Slobodzianek, autore, drammaturgo, critico e direttore di teatro a Varsavia, che racconta l’incubo dei pogrom attraverso le memorie d’infanzia di undici compagni di scuola.

Il festival si conclude tornando alla traduzione, con un atelier di traduzione teatrale e un florilegio di letture e interpretazioni scelte dai traduttori stessi.
Alla fine di ogni performance, spazio alla discussione, al confronto, tra attori, autori, traduttori e pubblico, in un inevitabile miscuglio di lingue, “in fondo qui siamo in Syldavia”, si sente dire dal pubblico.
La Syldavia è un paese immaginario, nato nella fantasia di Hergé, l’autore dei fumetti di Tintin. Landa fantastica, situata idealmente tra l’Austria e la Croazia, ha una bandiera simile a quella dell’Albania, ma il rosso è stato sostituito dal giallo e l’aquila bicefala è diventata un pellicano.

Théatre National de Syldavie (photo: © MEO Maison d’Europe et d’Orient)
S’ispira a questa terra dell’immaginazione il nome della compagnia della Maison d’Europe et d’Orient, Théâtre National de Syldavie, in attività da circa 25 anni, diretta da Dominique Dolmieu.
La Maison mette a disposizione anche una piccola scena, il “bunker” per chi è di casa, per manifestazioni di ogni sorta, dal teatro delle ombre alle marionette ai concerti di musica tradizionale fino alle mostre fotografiche. Palcoscenico democratico e curioso, con una predilezione, tuttavia, per gli spettacoli aventi una dimensione collettiva e che siano in grado di invitare al confronto, all’interesse per le differenze e, sempre, al viaggio.

Tra le attività di diffusione della Maison d’Europe et d’Orient, infine, svolge un ruolo determinante la casa editrice L’Espace d’un Instant, inaugurata nel 2002, grazie alla sinergia con il network di Eurodram.
I tipi de L’Espace d’un Instant pubblicano testi teatrali contemporanei provenienti soprattutto dall’Asia, dall’Europa dell’Est e dal bacino del Mediterraneo, con un’attenzione particolare agli sguardi critici e alla ricerca teatrale.

Negli ultimi 12 anni, la casa editrice ha pubblicato più di 200 testi, quasi tutti traduzioni, dando voce a lingue poco conosciute, autori ignoti al grande pubblico, per salvare il teatro dall’oblio.
Un esempio coraggioso, da promuovere e sicuramente imitare.
 

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