Liberi amori possibili: al via la rassegna milanese di teatro omosessuale. O, meglio, ‘sulle diversità’

Tecnologia filosofica
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Che tristezza dover camuffare il titolo di un festival teatrale per paura della censura politica.
Eppure è quanto accaduto a Milano alla rassegna di teatro omosessuale (parola incriminata), al via oggi ed organizzata da Teatro Libero fino al 17 maggio.

Per il secondo anno il capoluogo lombardo ospita la manifestazione, che vuol essere momento di incontro e riflessione “contro ogni barriera e ogni chiusura”, recita la presentazione di Teatro Libero: “Quale modo migliore dell’arte e di tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo per parlare di omosessualità senza tabù e aprirsi a nuove prospettive lasciando da parte pregiudizi e paure?”.
Tuttavia, alla faccia di tolleranza e libero arbitrio, la rassegna di teatro omosessuale è ufficialmente diventata una rassegna di teatro “sulle diversità” dal titolo ancor più vago: Liberi amori possibili, scelta che sembra fare riferimento al circuito Teatri Possibili di cui il Libero fa parte. Caso mai a qualcuno fossero venuti strani pensieri.

Sì, perché gli strani pensieri, l’assessore alla Cultura milanese Vittorio Sgarbi temeva venissero ai suoi colleghi in consiglio comunale al momento dell’approvazione del patrocinio alla manifestazione. Da qui il camouflage di cui, in effetti, nessuno si era accorto fino a qualche giorno fa. “È passata con la vaselina, votata dai miei ignari colleghi lo scorso 18 aprile – ha spiegato Sgarbi al quotidiano La Repubblica due giorni fa – Un’amministrazione civile dovrebbe consentire una rassegna omosessuale, ma dopo quanto è successo per il cinema gay e la mostra Vade Retro anche questa manifestazione sarebbe diventata occasione di scontro. Così ho preso la responsabilità di trovare una soluzione, identificando un titolo generico ed eliminando dalla delibera la parola “omosessuale” che l´avrebbe tenuta ferma lì per mesi”.
E già i leghisti insorgono per togliere il patrocinio urlando alla truffa.

In questa ennesima commedia della nostra piccola Italietta, l’unica magra consolazione è che il cartellone non abbia subìto cambiamenti (e ci sarebbe pure mancato altro).
Il debutto, stasera, sarà quindi affidato a Sempre così carine, testo di Claire Dowie, autrice-attrice divertente ed anticomformista e iconoclasta del teatro inglese contemporaneo, portato in scena da Sabrina Venezia e Alessandra Roca. Sarà poi la volta dei Turbamenti notturni di Teatrozeta, a cui seguirà Tu amore mio non mi riconoscerai di e con Maurizio Argan, dedicato a tutti quegli artisti vittime del pregiudizio in una società ‘artistica’ (musicale e teatrale) che solo dopo la loro morte li ha rivalutati. Tedacà presenterà l’8 e il 9 Matrimoni diversi, nato in occasione del Gay Pride 2006 svoltosi a Torino. Fabrizio Lo Presti e Viola Villa saranno in scena con Mi presti la cravatta?, mentre Tecnologia Filosofica presenterà lo spettacolo di teatro-danza Comuni marziani. Infine gli ultimi due appuntamenti: Vestito piaccio, nudo convinco, la prima commedia italiana ambientata nel mondo degli escort per uomini di Beat 72, e La nuova tonaca di Dio, monologo ironico di Jo Clifford interpretato da Alessandro Baldinotti.

Che anche a Roma la manifestazione Garofano Verde – Scenari di teatro omosessuale inizi ad avere qualche preoccupazione sul suo futuro? Intanto, per la XV edizione programmata dal 3 al 28 giugno prossimi, potrà vantare un sottotitolo non ancora censurato.

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  1. says: Rano83

    E’ triste vedere come in italia ci vantiamo della nostra apertura mentale e poi siamo peggio di un riccio! Proprio perchè è teatro e spettacolo le cose dovrebbero essere lasciate invariate…non mi è acora arrivta voce che siano stati commessi omicidi a teatro, quindi non vedo il perchè di tali cambiamenti. Il teatro no e le bombe in guerra si?
    Peccato che le cose vadano invece in questa maniera.

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