Era il 19 luglio del 1992, sedici anni e pochi giorni fa, quando nell’attentato di via D’Amelio a Palermo persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta. La strage seguiva di pochi mesi quella contro Giovanni Falcone.
Davide Enia, attore palermitano classe 1974, ripercorre la vicenda con i suoi occhi da neo-diplomato, in un racconto in cui la bomba assassina irrompe nell’afa d’un’estate che ha bruciato tutto attorno a sé.
Luglio 1992 (Fandango libri, 2007):
Palermo aveva l’aria intrisa di sangue.
Sul cadavere del figlio era
il lutto della madre in ginocchio
il vetro che si frantuma in troppe schegge
l’albero che si ritrova all’improvviso orfano di tutte le sue foglie.
Cinque minuti prima, era sempre il 1992, era sempre luglio e io avevo: diciotto anni, gli esami di maturità, i familiari in montagna, la casa tutta per me. Stavo parlando al telefono con Simona Boscolo Bragadin, una mia compagna di classe.
enia è semplicemente il migliore autore di teatro in Italia