Macelleria Ettore: passione da giovani artigiani del teatro

Stanza di Orlando (photo: Francesca Padovan - macelleriaettore.it)
Stanza di Orlando (photo: Francesca Padovan - macelleriaettore.it)
Stanza di Orlando (photo: Francesca Padovan – macelleriaettore.it)

Era un’officina meccanica lo spazio in cui, a Trento, Macelleria Ettore ha stabilito la sua base operativa, in migrazione da una Milano forse un po’ troppo caotica e distratta. Parliamo di un collettivo artistico nato nel 2007, per iniziativa della giovane regista e drammaturga Carmen Giordano, insieme a Maura Pettorruso, Paolo Maria Pilosio e Woody Neri. Parte integrante del’immaginario spaziale è poi nelle creazioni sceniche della visionaria Maria Paola Di Francesco.

Trasmettere la sensazione che questo gruppo emana significa avvicinare una dimensione di totale artigianato, di quello che lascia i segni sulle mani. E’ un collettivo giovane e interessante che fa della realizzazione non banale del proprio istinto creativo il fulcro di un progetto artistico dal sapore definito, che vede nella drammaturgia il centro della ricerca.
I postulati e il credo artistico sono puntualizzati dai partecipanti al sodalizio artistico in forma molto chiara: “Il montaggio è lo strumento per elaborare i pezzi di una storia che ci sfugge o non c’è. La scenografia è un posto e uno spazio mentale. Un luogo poetico. L’attore è un performer. Costretto al confronto con linguaggi differenti. Libero di trasgredire regole, per crearne di nuove. La narrazione procede per accumulazione d’immagini. La regia si articola in visione, smembramento e composizione delle immagini. La regia coincide con il montaggio. Il montaggio definitivo è affidato allo spettatore”.

Chi sono i maestri a cui Macelleria Ettore guarda per cercare un confronto con la prassi artistica quotidiana? Anche qui la risposta è inequivoca e dissacrante: “Cechov, Dostoevskij, Nekrosius, Quentin Tarantino, Nina Hagen, mia nonna. Quelli che ognuno di noi ha ascoltato almeno una volta. E almeno una volta, ha desiderato tradire”.
Ecco allora il tema del tradimento, declinato sia nell’interessante versione de “Il Gabbiano” in “Cechov #01”, che si condensa in quaranta minuti di sequenze uomo-donna ad un ritmo sincopato e senza tregua, sia in una riscrittura dei temi e delle suggestioni di Virginia Woolf per “Stanza di Orlando”, il lavoro a cui abbiamo assistito nel minuscolo e proprio per questo delizioso e coraggiosissimo Spazio Off di Trento, affidato nella cura e nella promozione a Daniele Filosi.

Carmen Giordano riscrive nella “Stanza” pensieri di un femminile tutto ancora da indagare, Maura Pettoruso li interpreta con potenza grottesca, Maria Paola Di Francesco crea un’installazione abitabile di grandissimo impatto, che aiuta la messa in scena a moltiplicare il senso di se stessa e ad addentrarsi in questo viaggio alla scoperta della propria completa e complessa identità.
Come tutti i gruppi giovani e di recente formazione, l’esercizio è, e deve essere anche per il futuro, a togliere, ad andare verso una levità che oltrepassi la necessità di dire in modalità affermativa, lasciando che l’aria passi fra le maglie del denso volere artistico. E’ comunque indubbio che ci si trovi davanti a un gruppo di lavoro di grande serietà e passione.

Il progetto imminente è “NIP__ not important person”, un osservatorio su dinamiche e relazioni tra persone, nel tempo e nello spazio. Un progetto che prevede il confronto e la contaminazione di teatro, musica e video, sul tema delle persone qualunque con vite qualunque, finalista al Premio Kantor 2010 del Crt e di cui è possibile raccogliere i primi assaggi domani, martedì 3 maggio alle 21,30 ai Magazzini del Sale di Venezia (Dorsoduro 265 – Punta della Dogana) nell’ambito del festival “Al limite”. Klp ci sarà e ve ne parlerà nei prossimi giorni.
Nel frattempo andiamo a conoscere Carmen Giordano, entrando con lei nella “Stanza di Orlando”.

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  1. says: santo.m.n@libero.it

    Certo che ci vuole coraggio a dire che la Hagen è sua nonna!!! A parte che Nina Hagen è una Walkiria della musica internazionale…non una cantante italiana fallita che non vende un CD manco a chi li usa come sottobicchieri… Ma poi parla lei, befana che gia da 20 anni si è plastificata la faccia ed è comuqnue sia un mostro??????????? W la Hagen con tutte le sue rughe da 56 enne… ma sempre bella, brava, sulla cresta dell’onda punk dal 40 anni…in Musica, Cinema, Teatro, Tv, Letteratura, e Avanguardie varie, con tutti i suoi limiti ma sempre genuina… http://www.ninahagen.com

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