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Videoincontro con Marco Martinelli : gli spettacoli e i progetti del Teatro delle Albe

Ermanna Montanari e Marco Martinelli
Ermanna Montanari e Marco Martinelli
Ermanna Montanari e Marco Martinelli (photo: cartellone.emr.it)

La non-scuola delle Albe. All’inizio, quando i primi ne parlavano, mi tornava in mente la volta che, per scansare un’interrogazione di fisica, mi rifugiai di mattina prestissimo con un compagno di classe in una triste sala biliardo: più penosa del probabile quattro che avrei rimediato.
Poi invece guardi quanti ragazzi, quanti percorsi e quante vite sono cambiate dopo che, nel 1983, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni hanno fondato il Teatro delle Albe, postulando la necessità di uno sradicamento dei canoni di apprendimento del mestiere teatrale, e capisci che, in questi venticinque anni, qualcosa di grosso è stato messo in piedi.
Fra laboratori e momenti di diffusione che sarebbe improprio definire didattica, è stato l’inizio, se non di un movimento culturale, senza dubbio di un’ondata di energia che ha contribuito, almeno negli ultimi quindici anni, a dire ad una generazione di apprendisti, appassionati e non: “Comunque proviamoci!”, a dire che il teatro è una delle tante possibili scommesse della vita, che Kafka lavorava come impiegato e anche Superman, in fondo, quando non vola fa una vita normale.

Marco Martinelli, drammaturgo e regista, da sempre scrive ispirandosi sia agli antichi che al tempo presente, e la compagnia coniuga ricerca del nuovo nella tradizione, praticando un vero e proprio “meticciato teatrale”, aprendosi alle altre culture (nel 1988 attori africani entrano in compagnia), al mix fra drammaturgia e danza, musica e dialetti, invenzione e radici.
Premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, parlano di poetica rigorosa, raffinata ed emozionante: lui vince il Premio Drammaturgia infinita con “Incantati” nel 1995, l’Ubu per la drammaturgia con “All’inferno!” nel 1997, l’Hystrio alla regia nel 1999, Golden Laurel come miglior regista al Festival Internazionale Mess di Sarajevo con “I Polacchi” nel 2003; come pure pluripremiate sono le colonne portanti del gruppo: Ermanna Montanari (che dirigerà Santarcangelo fra due anni) è Premio Ubu come migliore attrice con “L’isola di Alcina” nel 2000 e con Sterminio nel 2007, Premio Adelaide Ristori nel 2001, Golden Laurel come “miglior attrice” sempre al destival Mess di Sarajevo con “I Polacchi”. Ma si potrebbe parlare di premio diffuso, se si pensa che altri importanti riconoscimenti sono andati all’altro elemento storico del gruppo, Luigi Dadina, e agli attori e attrici cresciuti nella fucina della non-scuola.

Abbiamo incontrato Marco Martinelli al Crt di Milano a fine maggio per parlare anche dell’ultimo lavoro, “Stranieri”: tema attualissimo, drammaturgia di Antonio Tarantino contenuta nel volume “La casa di Ramallah e altre conversazioni” (Ubulibri, 2006), per la regia di Martinelli con Luigi Dadina (un uomo), Ermanna Montanari (sua moglie) e Alessandro Renda (il figlio). Nuovo approdo al contemporaneo delle Albe, per una visione dell’uomo ancora e costantemente rinchiuso nel proprio bunker esistenziale.

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