E’ stato presentato venerdì, al teatro Argentina di Roma, il libro “Scaparro. L’illusione teatrale”, profilo intellettuale e creativo di uno dei registi di teatro italiani più noti a livello internazionale.
L’attività teatrale di Maurizio Scaparro inizia dalla tenera età, quando per un breve periodo si cimenta nella recitazione. Seguirà l’esperienza più matura come critico teatrale per giornali come l’Avanti!, cui seguirà la fondazione, nel 1961, della rivista Teatro Nuovo.
Scaparro diventerà poi direttore artistico di diverse realtà della penisola, dallo Stabile di Bologna a quello di Bolzano, da Teatro di Roma all’Eliseo. Contemporaneamente inizia la sua attività registica, con il debutto al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1965, de “La Venexiana”.
Tra i numerosi incarichi, nel periodo 1979-1983 è direttore del Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia.
Il volume presentato la scorsa settimana a Roma, curato da Daniele Aluigi, si apre con un ampio saggio di Maria Grazia Gregori, firma de L’Unità e studiosa di teatro, che analizza il lungo e originale percorso artistico di Scaparro, dalle prime esperienze di regista (appunto con la sua ‘scandalosa’ “Venexiana”), passando per spettacoli che sono spesso rimasti nella memoria storica del teatro italiano, e ricordando anche il lavoro svolto sui palcoscenici e nelle istituzioni pubbliche italiane ed europee.
In questo ambito ricordiamo i progetti attorno ai temi a lui cari dell’utopia teatrale e della festa, con l’eco suscitata negli anni Ottanta dal suo Carnevale del Teatro alla Biennale di Venezia, fino alla costante attenzione per il rapporto tra linguaggio teatrale e cinematografico, partendo dal suo ormai famoso progetto multimediale del 1983 sul “Don Chisciotte” fino al recentissimo film dedicato al teatro, “L’ultimo Pulcinella”.
Il volume, di 288 pagine edito da Skira, è arricchito da un’ampia documentazione fotografica degli spettacoli, da recensioni, note di regia, inediti d’autore e saggi di critici di varia nazionalità.
Uno di questi, James Roy Mcbean, scriveva sulla “Review of book” di New York: “Ho avuto l’opportunità di vedere nel corso di pochi giorni a San Francisco la versione cinematografica e quella teatrale del Don Chisciotte di Scaparro. Come in Brook c’è in lui un’intelligenza multiforme unita a una lucidità teatrale capace di rendere le sue idee in una forma particolarmente chiara. Inoltre Scaparro, come Brook, ha il coraggio intellettuale di affrontare le ‘grandes ideas’ sulla condizione umana, privilegiando il lato più tenero della nostra vita, la vivacità della nostra fantasia, la vulnerabilità dei nostri sentimenti”.
Scaparro. L’illusione teatrale
a cura di Aluigi Daniele, Gregori Maria Grazia
2011
ed. Skira
288 pp., ill.
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