Tre artisti assai diversi fra loro per stile e provenienza si uniscono per dar voce e corpo ad un progetto complesso e affascinante. Sono tutti e tre fini narratori e abitano nella stessa regione, la Puglia, così ricca di stimoli teatrali, dove è molto facile che gli artisti anziché farsi la lotta si diano una mano.
L’impresa, va però sottolineato, è assolutamente unica e va posta in evidenza. Il prodigio è avvenuto dopo una preparazione durata due anni, un tempo adoperato non solo artisticamente per la messa in scena ma anche per la ricerca di risorse economiche, attraverso un progetto di crowdfunding e la collaborazione di coproduttori.
Stiamo parlando di “Metamorfosi – indistinto racconto”, spettacolo visto all’interno del festival Teatro fra le generazioni organizzato in Toscana dalla compagnia Giallo Mare Minimal Teatro.
Il lavoro vede in scena Daria Paoletta, narratrice e maestra di teatro di figura della compagnia Burambó, Gaetano Colella, attore e regista vincitore del Premio Scenario, per diversi anni direttore artistico del Crest di Taranto, ed Enrico Messina, regista e narratore della compagnia Armamaxa nonché direttore del teatro di Ceglie Messapica.
La creazione che ne è sortita risulta un vero e proprio omaggio ad uno dei monumenti letterari dedicati alla narrazione dei miti, molti dei quali fondativi del nostro immaginario, e quindi della nostra civiltà: “Le Metamorfosi”, poema epico-mitologico in latino di 11.995 versi divisi in 15 libri di Publio Ovidio Nasone, ultimato prima di essere esiliato sul Mar Nero da Augusto nell’8 d.C.
Nel raccogliere più di 250 miti greci, “Le Metamorfosi” sono un coacervo di avventure meravigliose che si plasmano entro i confini di sacro e profano, tra l’umano e il divino, dove le metamorfosi sono il loro naturale evolversi.
Ecco dunque l’amore di Aurora per il suo Titone, immortale sì ma non immune dalla vecchiezza che tutti ci accomuna, noi mortali, e per questo mutato in cicala; c’è poi la corsa inesperta di Fetonte verso la morte sul carro del padre, il Dio del Sole, per questo punito da Zeus cadendo in un fiume, sempre accompagnato dal dolore della madre Climene; lo strazio di Atteone divorato dai cani, trasformato in cervo per aver visto quello che non doveva vedere; Deucalione e Pirra che ripopolano il mondo con delle pietre dopo il diluvio; e poi ancora Sisifo, Dafne, Orfeo, tutti incastonati nel tempo che passa, e che – anche lui – più di ogni altra cosa tutto trasforma.
Simili a sacerdoti custodi del rito della parola, i tre interpreti, attraverso le esili porte inventate dal mago Paolo Baroni, che all’occhio dello spettatore sembrano condurre verso l’infinito, accompagnati da una figura ancestrale di gommapiuma creata con sapienza da Raffaele Scarimboli, forse Ovidio stesso, guidano il pubblico nei meandri più reconditi delle storie.
Le luci di volta in volta li mostrano e li nascondono, in un caleidoscopio di evocazioni continue, dove anche la musica di Mauro Francioso amplifica le suggestioni che continuamente scaturiscono. Suggestioni mai enfaticamente riproposte, in un gioco di ieratica compostezza che ci riconduce inesorabilmente all’essenza della sacralità del mito, da dove tutti noi proveniamo e in cui possiamo riconoscerci.
METAMORFOSI indistinto racconto
(da Ovidio)
con Gaetano Colella, Enrico Messina, Daria Paoletta
progetto Gaetano Colella, Enrico Messina, Daria Paoletta
testi Daria Paoletta, Enrico Messina
regia Enrico Messina
luci Francesco Dignitoso
scene Paolo Baroni
costumi Lisa Serio
musica Mauro Francioso
scultura in gommapiuma Raffaele Scarimboli
sartoria Lucia Caliandro
foto di scena Marco Ghidelli
assistente di produzione Maria Assunta Salvatore
METAMORFOSI è produzione Armamaxa teatro/PagineBiancheTeatro
realizzata con il sostegno di un Crowdfunding
in collaborazione con il Festival Internazionale di Narrazione di Arzo
e con Compagnia Burambò
con il sostegno produttivo di Giallo Mare Minimal Teatro Residenza Teatrale di Empoli
e di Catalyst Residenza Teatrale di Barberino di Mugello
un ringraziamento particolare a Roberto Anglisani
si ringrazia il Comune di Ceglie Messapica
Visto a Castelfiorentino, Teatro del Popolo, il 21 marzo 2019
Prima nazionale