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Metodi Festival: reportage da una scuola internazionale di recitazione

Metodi Festival 2009

Metodi Festival 2009Un luogo stupendo: il Castello Pasquini di Castiglioncello, lo stesso che ospita durante l’estate il Festival Armunia, e altre sedi su Cecina e tutta la zona del basso livornese, l’Alta Maremma toscana. Un periodo dell’anno affascinante: l’inizio di ottobre.

Una dieci giorni di workshop, convegni e incontri dedicati al mestiere dell’attore con confronto teorico e pratico tra i metodi di recitazione più praticati nel mondo: questo è stato Metodi Festival, un’importante iniziativa giunta quest’anno alla seconda edizione, organizzata da Artimbanco con lo scopo di mettere in contatto allievi e pubblico con alcune delle pratiche attoriali di maggior uso oggi.
L’obiettivo era quello di allargare ulteriormente il ventaglio di tecniche e di approcci ai problemi dell’attore, offrendo nei workshop alcuni insegnamenti pratici non presenti nella prima edizione e, nelle sessioni di convegno mattutine, un ulteriore affinamento del dibattito.
Le discussioni, a cui partecipano allievi e maestri, si sono incentrate sul confronto tra le varie posizioni teoriche e i problemi della drammaturgia, della scrittura scenica e cinematografica, e sull’esame di una serie di questioni concrete legate al mestiere dell’attore e alla sua formazione.

Chi sono stati gli ospiti di quest’anno? I nomi sono davvero di grandissimo richiamo, e avere la possibilità di vedere questi maestri all’opera è stato davvero un momento formativo e di confronto formidabile sia per chi scrive che per i partecipanti al corso.

Dal metodo americano, con l’inserimento della tecnica di Stella Adler (Burrus) e l’ulteriore contributo della tradizione strasberghiana (Gideon), ospiti di grande calibro sono stati quest’anno Lenard Petit, direttore del Michael Chekov Acting Studio di New York, Kathy Hendrickson, attrice, scrittrice e regista che ha insegnato recitazione e la tecnica d’improvvisazione di Viola Spolin per più di 15 anni, attualmente vice presidente e amministratrice del New Actors Workshop, e il vulcanico regista David Kaplan, di cui da poco è stato pubblicato (nella traduzione di Paolo Asso e per i tipi di Dino Audino) il celebre “Come passare dal testo alla scena. Cinque approcci alla lettura di un copione ad uso degli attori”, volume che offre uno sguardo sistematico al problema dell’approccio al testo da parte dell’attore, connettendo le varie tecniche di recitazione formalizzate nel corso degli ultimi cento anni con i problemi concreti di lettura ed interpretazione.

Essere al festival ha significato per noi vivere alcuni giorni con i partecipanti, da mattina a sera, immergerci in maniera totale nella dimensione attorale, registica e formativa, scambiare nelle molte lingue in cui il festival si esprimeva pareri e confronti con tutti i partecipanti, alcuni giovanissimi, altri esperti in cerca di alta formazione.
Un’esperienza unica, rarissima per qualità ed intensità. Un momento di formazione di valore assoluto che ci ha fatto percepire in modo chiaro l’importanza di tenere sessioni con grandi maestri, capaci in poche parole e pochissimi gesti di spiegare la differenza fra tutto e niente, fra gesto inutile e gesto assoluto.

Cerchiamo di restituire, nel contributo video di oggi, la grandezza di questa esperienza. Prossimamente invece, con ulteriori video, documenteremo alcune delle lezioni dei maestri che a Metodi hanno preso parte, cercando di intraprendere un percorso continuativo sulla formazione dell’attore che prosegua nel tempo.

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