Arrivo a Milano in un pomeriggio feriale e bollente (40° gradi circa) per assistere, al teatro Verdi, agli spettacoli inseriti in Milano Off.
Partiremo raccontando l’ultimo spettacolo visto per poi risalire fino al primo (il perché lo spiegheremo alla fine).
Ore 19.30, “Divina” di Dadde Visconti e Francesca Zoccarato per la regia dello stesso Visconti.
Francesca Zoccarato si forma come attrice, ma è l’incontro con il modo delle marionette e dei burattini a segnare la sua strada. E’ quindi una “pupazzara”, e ha lavorato negli anni con compagnie nazionali ed internazionali come manipolatrice e marionettista. Nel 2008 fonda Teatro in Trambusto.

“Divina” è il suo nuovo lavoro sulla figura e il mito di Maria Callas. Lo spettacolo, insieme divertente e delicato, racconta la grande cantante nella sua doppia anima: la Divina, appunto, che calca le scene di tutto il mondo, e la donna fragile ed insicura che inseguirà l’amore per tutta la vita.
Lo spettacolo gioca sul rapporto tra Zeus, in questo caso “scopritore” di talenti, ed Euterpe, la musa della musica, nelle cui mani la Callas viene affidata. Euterpe sarà musa ed insieme figura materna protettrice, accompagnando fine alla fine la grande cantante (spentasi a 54 anni nel ‘77) con un affetto e una cura che sicuramente superano il “divino”. Così Maria Callas compie il suo viaggio grazie a Euterpe, che la accoglierà nella sua amata collezione pronta ad essere rispolverata ogni qual volta ci sarà qualcuno pronto a mettersi in ascolto.
Lo spettacolo è un piccolo gioiellino, in cui si ride e ci si commuove. La Zoccarato ci conduce, con immagini e musica, nel mondo del grande soprano facendoci (ri)scoprire il piacere dell’ascolto e del silenzio. Quei silenzi, volutamente inseriti in “Divina”, riescono a farci riappropriare di un tempo e di un ritmo troppo spesso dimenticati, piegati al bisogno di “riempire”, alla paura di annoiare.
Ore 17.45, “Terra di Rosa” di e con Tiziana Francesca Vaccaro.
Inseguivo da un po’ di tempo la Vaccaro e il suo “Terra di Rosa”, nel 2016 spettacolo vincitore del concorso TeatrOfficina, menzione per la migliore interpretazione al festival TAGAD’OFF 2016 e semifinalista al premio Cassino Off 2016.
Originaria di Catania, Tiziana Francesca Vaccaro si diploma nel 2008 all’Accademia d’Arte Drammatica “Umberto Spadaro” del Teatro Stabile della sua città, che poi lascerà per trasferirsi a Milano.
Collabora con il Teatro degli Incontri diretto da Gigi Gherzi, e lavora con Qui e Ora Residenza Teatrale, attiva sul territorio bergamasco, oltre a collaborare con la compagnia teatrale siciliana Sciara Progetti.
“Terra di Rosa” nasce dall’incontro con Rosa Balestrieri, la Cantatrice del Sud. Un incontro profondo avvenuto da bambina, grazie alle ninne nanne della nonna, e poi “ricercato”, in età adulta, proprio al momento della partenza per Milano.
Lo spettacolo ripercorre l’intera vicenda di questa donna povera e orgogliosa: una vita segnata da violenze e soprusi (dal padre che non le permetteva di cantare perché “i fimmini non cantunu, cantunu sulu i buttani!”, al marito che la picchiava, al padrone che abusava di lei). Una vita segnata allo stesso tempo dalla sua forza e carattere, perché Rosa fu una donna che non si arrese mai e che, sfidando tempo e uomini, trovò il coraggio della rivoluzione cantando le ingiustizie della sua terra: “Canto e cuntu, cuntu e canto, pi nun perdiri lu cuntu” (Cantare per non dimenticare il racconto, cantare per ricordare).
Se forse una asciugatura del testo renderebbe ancor più efficace il lavoro, lasciandoci la voglia, tornati a casa, di andare a riscoprirne la figura, ciò non toglie il merito della Vaccaro di interpretare Rosa con una passione e una forza travolgenti, utilizzando voce e mimica, rendendoci non solo spettatori di una vita, ma anche compagni partecipi della lotta. Intensa e vera, i suoi sguardi e la sua voce ci portano dall’assolata Sicilia fino al tour di Rosa e al suo successo.
In questo viaggio a ritroso nel tempo arriviamo infine allo spettacolo delle 16: “Eoika” di e con Federica Aloisio e Sabrina Vicari, che arrivano dalla Sicilia.
“Eoika è un progetto multidisciplinare che parte dallo studio e dall’indagine sul concetto di raddoppiamento sintattico del corpo – introducono le autrici – L’intero progetto ha come filo conduttore l’illusione della percezione ottica del corpo, l’illusione della visione, ossia in linea generale cosa io (pubblico/persona) percepisco come reale e cosa percepisco come effimero, come frutto della finzione del mascheramento e dell’artificio”.
Nello spettacolo ci sono delle belle intuizioni (di grande effetto la prima scena, dove le due performer danno vita a una gigantesca “sirena” rossa, frutto dei loro due corpi). Così lo spettacolo si sviluppa attraverso tre quadri in cui i corpi danno vita a personaggi grotteschi e inquietanti allo stesso tempo.
C’è però da fare un ulteriore passaggio per rendere la performance, ancora un po’ troppo abbozzata ed imperfetta, in linea con idee e intuizioni.

Eccoci quindi all’inizio di questo pomeriggio milanese. Ore 16, in una bruciante Milano di un giorno feriale. In sala siamo in cinque (e chissà se almeno qualcuno pagante); alle 17.45 la situazione non migliora molto (non si arriva alla decina), alle 19.30 qualcuno di più, ma pochi. La sensazione è desolante. E pare ci siano stati spettacoli che non siano mai riusciti a replicare per mancanza di pubblico.
Tornata a casa cerco il bando di Milano Off:
• L’iscrizione al MI OFF sarà di 150€ per ogni compagnia/artista partecipante per contributo spese di segreteria, promozione ed organizzazione.
• Le compagnie/artisti saranno responsabili dei permessi e/o chiusure SIAE, della gestione della biglietteria, salvo accordi diversi con le strutture ospitanti, con la segreteria del MI OFF, o altro organismo autorizzato alla vendita.
• Alle compagnie/artisti sarà corrisposto un compenso massimo del 60% dell’incasso da botteghino al netto IVA
• Verrà garantita una dotazione tecnica minima
• Ogni compagnia/artista dovrà avere un proprio referente tecnico in loco che segua il montaggio e la rappresentazione dello spettacolo. Le compagnie/artisti potranno integrare a proprie spese l’allestimento tecnico dello spazio a loro assegnato
• Le spese di viaggio e di vitto saranno a carico delle compagnie/artisti.
• Dal www.milanooff.com alla sezione OSPITA UN’ARTISTA si può scaricare il modulo d’iscrizione OSPITALITÀ ed inviandolo alla e-mail ospitalita@milanooff.it, le compagnie/artisti potranno richiedere di essere ospitati dai cittadini milanesi del quartiere Isola e bovisa sino ad esaurimento posti. L’ospitalità potrà essere gratuita e quale simbolico compenso alle compagnie/artisti verrà richiesta una performance artistica a casa dell’ospite da concordare con la direzione artistica del MI OFF e con l’ospite in questione o con un contributo economico minimo giornaliero da stabilire con l’ospite.
Vengo poi a sapere che ad alcune compagnie è stato chiesto un affitto per la sala.
I premi in palio sono il Premio New York, che prevede l’inserimento nel festival IN SCENA! Italian Theatre Festival di New York, ma tutte le spese sono a carico delle compagnie, così come per il Premio Avignone, che garantisce l’inserimento nell’Avignone Off.
Del resto, lo si raccontava su KLP già tanti anni fa a proposito del Fringe Festival di Edinburgh, l’investimento per le compagnie è ingente: ma vuoi mettere il pubblico e le reti di Edinburgh o di Avignon e tutto ciò che vive intorno a questi due emblemi dell’off?
Quindi, riassumendo la situazione milanese: pago 150 € di iscrizione, mi prendo il 60% al netto d’iva, devo portarmi il tecnico, pagarmi viaggi e (forse) l’ospitalità, farmi la biglietteria e occuparmi della SIAE. Mettiamo che comunque accetti, ma vengo programmato nei pomeriggi dove non c’è nessuno in sala (e alle 16 del mese di giugno in una Milano che lavora quale promozione può davvero servire?). Insomma, è molto probabile che mi ritrovi alla fine degli otto giorni (dall’11 al 18 giugno) con niente in tasca se va bene, ma molto più probabilmente andrò sotto.
Accanto agli otto giorni di Milano Off c’è stata però una serata di lancio, la Milano In, il 9 giugno: “Una grande serata inaugurale con testimonial” fra cui Raul Cremona, Enrico Bertolino, Enrico Intra, Roberto Brivio, Massimo Navone… (chissà se avranno partecipato alle stesse condizioni), “Fanno da testimonial e sponsor al vivaio contenuto nel mondo artistico Off, rappresentato da tante compagnie che con sacrificio si distinguono per qualità e competenza – racconta il sito – Importante è il legame tra le serate: l’esempio che questi grandi artisti danno a tutti quei giovani che credono nell’arte e che ad essa si dedicano senza riserve e condizioni”.
Non dobbiamo rimanere tutti un po’ perplessi? “Qualità e competenza” non devono essere riconosciute, anche economicamente, in modo più degno perfino quando si parla di ‘off’?
E questo dedicarsi all’arte “senza riserve e condizioni”, con gli artisti disposti ad accettare ogni condizione pur di avere qualche possibilità di farsi vedere, non appare ormai come una piaga insanabile?