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Da Brunello a Stefano Benni, a Cividale è in scena la memoria

Pecore nere (photo: Luca D'Agostino)|Il ritorno di Irene (photo: Luca D'Agostino)

Il debutto di Pecore nere (photo: Luca D'Agostino)|Il ritorno di Irene (photo: Luca D'Agostino)

Del Mittelfest abbiamo già parlato in occasione del debutto di “Birdie” di Agrupación Señor Serrano e più in generale dell’edizione 2016. Oggi ci torniamo, per l’ultima volta, grazie a «Il ritorno di Irene», un intenso, delicato quanto poetico spettacolo per bambini scritto da Gyula Molnar e Gigio Brunello, che questa volta ha affidato la sua “baracca” e la narrazione al bravo Alberto De Bastiani.

«Il ritorno di Irene» è forse uno dei gioiellini più piccoli di Brunello, ma è comunque ricco di magiche e simpatiche suggestioni, nonostante il tema affrontato sia notevole: la Prima Guerra Mondiale.
La guerra viene raccontata ai bambini evocando lo smarrimento, il senso della perdita e la speranza dell’attesa. A parlare attraverso la voce di De Bastiani non sono uomini ma casine di legno di un paese che si chiama Paese, e che si trova vicino ad un fiume che si chiama Fiume, sotto la montagna che si chiama Montello.

Una brutta mattina, la chiesa e il campanile, la farmacia, il municipio, la casa dove è nata la piccola Irene, l’osteria, la piccola stazione del treno, la stalla e pure la cuccia del cane si risvegliano e non trovano più nessuno: se ne sono andati tutti, e tutte le case di Paese sono rimaste sole e disabitate. C’è la guerra.
Le casine rimarranno ad aspettare e sperare che i loro amici facciano ritorno, e che i fuochi che vedono all’orizzonte, dall’alto del Montello, su cui sono salite tutte insieme, si spengano per sempre.
Dovranno passare molti anni prima che il treno faccia di nuovo fermata al paese e le case possano di nuovo chiamarsi a dimora della gioia e del calore della vita umana. Non saranno infatti i loro cari a tornare, ma i figli dei figli, i nipoti, i terzi e quarti cugini… Così la delicata analogia di Brunello racconta ai bambini la guerra più di mille parole.

Il debutto di Pecore nere (photo: Luca D’Agostino)

Ci si aspettava un po’ di più invece da «Pecore nere», il nuovo spettacolo di Stefano Benni presentato in prima nazionale al Teatro Ristori di Cividale.
La pièce al femminile è ambientata nella stanza di una casa di ricovero in cui dimora un’anziana signora, rimasta sola e ormai talmente stanca della vita da non riuscire, o volere, più parlare.
Durante la notte, tra sogno e realtà, l’anziana riceve la visita di tre donne: l’attrice di una soap opera spagnola, un’ape e un cane. Ognuno racconterà alcuni aspetti della propria rocambolesca vita, fatta di finti e veri tradimenti passionali per l’attrice, di invidia dell’ape verso la cicala (perché lei sì che la vita se la sa godere), e di rabbia repressa del cane verso l’uomo, sordo ed egoista rispetto alle reali necessità e desideri del suo fidato amico.

La dinamicità delle storie e dei conflitti interiori narrati finiscono per risvegliare la vitalità assopita dell’anziana, che in un guizzo di vita si troverà a ripercorrere tutto d’un fiato i momenti più emozionanti della propria giovinezza e beltà.

Una commedia piacevole e simpatica, dai toni surreali, che tenta di oscillare tra “la semplicità della fiaba e la complessità di una costruzione simbolica”, senza tuttavia riuscire ad essere una vera provocazione, come invece annunciato nella presentazione.

IL RITORNO DI IRENE
di Gigio Brunello e Gyula Molnar
con Alberto De Bastiani
oggetti di scena e sculture di Gigio Brunello
Compagnia Alberto De Bastiani

durata: 40′

 

 

PECORE NERE
di Stefano Benni
regia Stefano Benni
assistenza regia Alessandro Tedeschi
scene e costumi Katia Titolo
disegno luci Paolo Meglio
musiche Paolo Li Volsi
creazioni all’uncinetto Alessandra Roveda
con Valentina Chico, Elisa Benedetta Marinoni, Gisella Szaniszlò, Federica Del Col
produzione Bottega Rosenguild / Teatrino dei Fondi / Pierfrancesco Pisani
in collaborazione con Infinito srl
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di San Miniato, Comune di Fucecchio

durata: 1h 10′

 

 

Prima nazionale

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