Site icon Krapp’s Last Post

Umberto Orsini ci racconta Molly Sweeney

Molley Sweeney
Molley Sweeney
Valentina Sperlì e Umberto Orsini (photo: emiliaromagnateatro.com)

Umberto Orsini si guarda indietro ad oltre un anno dalla prima rappresentazione di Molly Sweeney, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Metastasio – Stabile della Toscana, che sta facendo letteralmente il giro d’Italia. In scena nello scorso mese da Milano (Franco Parenti) a Bari (Piccinni), nei prossimi giorni sarà a Genova al Teatro della Corte e a gennaio alle Fonderie Limone di Torino, per poi proseguire con Ravenna, Lugano, Pescara…

Dopo un numero importante di repliche Orsini è pronto a parlare del suo rapporto più intimo e personale con questo testo.

E’ indubbiamente di interesse la drammaturgia di Brian Friel ispirata alla storia vera di Molly Sweeney, non vedente che si opera per recuperare la vista ma che resta sconfitta dalla guarigione: pone una serie di questioni etiche e di interrogativi ai quali, spesso, i soggetti con un sistema percettivo “normale” rispondono con troppa fretta. Per chi ha vissuto una vita con una sistema di percezione organizzato, a volte “aprire gli occhi” non è detto sia un’occasione. Più spesso è una condanna a riorganizzare la vita su nuove basi, non necessariamente preferibili o migliori in assoluto, in special modo con riguardo alle dinamiche della sensibilità individuale.

La regia di Andrea De Rosa mira a sottolineare fredde distanze, a cui Orsini, Valentina Sperlì e Leonardo Capuano danno vita, accentuate dalle scene (a tratti ispirate alle solitarie nature morte del tardo impressionismo) di Laura Benzi e dalle fredde luci di Pasquale Mari.
Ispirato a un fatto effettivamente accaduto, raccontato dal neurologo Oliver Sacks nel saggio Vedere e non vedere, questa rappresentazione vive un ulteriore momento suggestivo nell’escamotage scelto dalla regia per immergere gli spettatori nella realtà del non vedere, e di cui si parla nell’intervista.
Ne abbiamo ricavato una serie di osservazioni sulla scelta del testo, sul rapporto attore-drammaturgia e anche sui progetti futuri dell’attore, fra i più noti al pubblico teatrale italiano e non solo.

Exit mobile version