Multiculturale e sociale: la danza contemporanea scelta da Mosaico Danza si conferma specchio del presente, affrontando problematiche attuali e urgenti
Interplay, festival internazionale di danza contemporanea organizzato da Mosaico Danza in corso a Torino fino al 10 giugno, festeggia quest’anno la sua ventitreesima edizione, e lo fa sottolineando in modo quasi cabalistico questa cifra: 23 edizioni per 23 compagnie ospiti provenienti da diversi Paesi, con un debutto il 23 maggio 2023 alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani all’insegna di un triplice evento: oltre ai due spettacoli in scena, l’incontro con la critica Elisa Guzzo Vaccarino in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Confini, conflitti, rotte, geopolitica della danza”.
Del resto gli antichi cabalisti consideravano il 23 un numero portatore di successo!
Ad aprire il festival diretto da Natalia Casorati è il geniale, ironico e talentuoso Daniel Conant con “Tanzanweisungen (it won’t be like this forever)”. La coreografia ideata da Moritz Ostruschnjak, estremamente impegnativa sul piano fisico, si caratterizza al contrario per la sua leggerezza.
Conant sviluppa, senza soluzione di continuità, un compendio di danze, da quelle tradizionali popolari al balletto classico, dalla breakdance al ballo liscio, da quello latinoamericano al tiptap, mischiandole con i movimenti di alcune discipline sportive come la box, il salto alla corda, la resistenza, e con forme di comunicazione non verbali stereotipate, come la mascolinità esasperata, vigorose o melliflue strette di mano, mani giunte in preghiera, passeggiate dinoccolate o cadute improvvise. Il tutto accompagnato da un suono e da un ritmo incessante, che Conant produce saltando e battendosi con le mani cosce, braccia e piedi, con apparente noncuranza (in verità, con impressionante precisione e talento).
In pantaloncini rossi, t-shirt gialla e cappellino da rapper, sembra un personaggio disegnato da Zerocalcare. E quello stile ironico e a tratti surreale viene sottolineato da alcuni improvvisi inserti musicali e dal passaggio di tre cartelli, di brechtiana memoria, che sembrano essere un invito a non prendersi troppo sul serio, invito raccolto con entusiasmo dal pubblico e seguito da lunghi applausi.
Di diversa natura la performance presentata da Carlo Massari, una forte ed aspra esortazione a riflettere su un tema di stringente attualità e gravità. Il coreografo e performer si presenta in slip e felpa rossastra con cappuccio, ma presto ci si accorgerà che le macchie riprodotte su quella felpa sono immagini di pezzi di carne.
Si lancia ripetutamente per terra, Massari, sul cemento, con le ginocchia, su un fianco, sull’altro, con violenza. Una voce fuori campo snocciola i dati relativi ai danni provocati dal consumo eccessivo di carne e dagli allevamenti intensivi. A quel punto si comincia gradualmente ad assistere alla metamorfosi che dà il titolo alla performance, “Metamorphosis – Blatta”. Il corpo del ballerino si gonfia, si inarca, si appesantisce, assume la forma di un bovino, muggisce, sempre più faticosamente, fino a che il suo verso diventa un lamento e una straziante richiesta d’aiuto.
Per la seconda giornata di festival, il 25 maggio, è proprio Natalia Casorati ad introdurre il progetto “Infinito” della compagnia Re-Action Integrated Dance Company, nata da un’evoluzione dell’associazione Ballo Anch’io di Torino, sotto la volontà dell’insegnante e coreografa Marilena Goria. L’ente è specializzato nella danza sportiva paraolimpica in carrozzina, ed è proprio da questo impegno che si instaura un nuovo rapporto con Elena Bollati, maturando la necessità di coinvolgere di più l’immagine culturale della danza, ma senza tradire i principi che contraddistinguono l’intenzione sociale dell’associazione.
Attraverso questo fermento di energie prende vita un progetto strutturato da un gruppo di ballerine con disabilità fisiche (atlete premiate su livello nazionale) e da ballerine prive di disabilità con formazione classica.
“Infinito” nasce da un’urgenza di comunicazione, un urlo corporeo da far riecheggiare all’esterno, un’immagine per contrastare il proprio mondo interiore e affrontare gli schemi psicofisici imposti. Le quattro interpreti – Giovannella Porzio, Ilaria Spagnolini, Aurora Richiero e Elisa Lacicerchia – regalano al pubblico una performance che parla di umanità e di amicizia, oltre che di un lungo impegno collaborativo di squadra, facendo leva su quanto sia importante sostenere la bellezza della vita con semplicità e cura, forza essenziale per varcare qualsiasi barriera.
Debutta poi, in prima nazionale e in co-produzione con lo stesso Interplay, lo spettacolo di Hamdi Dridi, “OM(s) De Menage”.
La performance è un connubio tra musica, percussioni live, danza contemporanea, hip hop e danze tipiche tunisine, che contrastano e raccontano il trascorso francese di Dridi, fra cultura di provenienza e quella “d’arrivo”.
E’ un tributo allo stare insieme e, contemporaneamente, alle donne della propria vita, siano esse madri, sorelle, compagne, antenate…
Verso metà della performance, Dridi spezza la tensione coreografica con una chiamata – si presume ad un familiare – dando vita ad una chiacchierata accolta dal pubblico in sala con grande entusiasmo.
Un’installazione illuminotecnica si modifica, nel corso dello spettacolo, in maniera circolare sul perimetro, relazionandosi con i quattro interpreti (Ewa Bielak, Maria Mikolajewska, Emmanuel De Almeida e lo stesso Dridi), che si ritrovano a seguire un canale di luci a sua volta correlato alla musica dal vivo e al gruppo di strumenti percossi da De Almeida e Dridi in modo pulito e lineare.
Come emerge dall’incontro a fine spettacolo, “OM(s) De Menage” è un’occasione per riflettere sul rapporto tra etnie differenti e idiomi, usanze e testimonianze, ma al tempo stesso sulla necessità di dare valore etico a quei corpi viaggianti che spesso arrivano da noi attraverso il mare, e verso cui tutti abbiamo un impegno morale.
Da via Baltea ai Bagni Pubblici di via Agliè: è un percorso itinerante tra le strade del quartiere popolare Barriera di Milano la scenografia che inquadra la terza giornata di festival, con prime nazionali di danza urbana.
“Alleo” del Collectivo Glovo è un progetto di Esther Latorre e Hugo Pereira, già vincitore di alcuni premi.
La performance vuole contemplare la realtà attraverso altri punti di vista, distaccandosi dalla più comune visione, per creare un proprio senso di libertà, conducendo lo spettatore verso dinamiche più comunitarie. E’ un trampolino sia per le persone del quartiere che osservano, chi dai balconi, chi di passaggio, sia per il pubblico seduto a terra: si creano dinamiche e metafore a suggellare il lavoro svolto dagli artisti.
In “Percorsi Incrociati” (progetto vincitore del Premio Danza Urbana XL), con Silvia Dezulian e Filippo Porro di AZIONIfuoriPOSTO, accompagnati dal vivo dal musicista Gilson Silveira, il pubblico segue entusiasta quattro straordinari artisti che travolgono le persone coinvolgendole nel ballo, con foto o video di gruppo; persino i commercianti invitano all’applauso e al canto popolare, per un gruppo che man mano cresce di volume. Si crea un’armonia non indifferente per un quartiere di una città poco educata alla performance di strada, ma che lascia un segno indelebile sul quanto sia importante, per giovani e meno giovani, ritrovare un momento di calore, scambio e gioia.
“Otempodiz”, prodotto da Ertza, è invece un progetto che ha preso luce tra la Spagna e il Mozambico nella mente del coreografo Asier Zabaleta assieme ai ballerini Fenias Nhumaio e Deissane Machava.
La performance riflette sull’importanza del tempo, sul suo significato e la sua percezione, che cambia tra i vari Paesi. E la danza, per l’Africa, è qualcosa che si gemella con il tempo creando un fuoco irrefrenabile.
La piazza si riempie di famiglie per il ritorno di AZIONIfuoriPOSTO, che tra salti acrobatici e giochi di catene di braccia, trasportano in una carovana festosa il pubblico vero i Bagni Pubblici, altro luogo intenso di comunità, cibo e cultura.
Con “Somos”, in scena al Teatro Astra il 27 maggio, si conclude la prima settimana di rassegna.
“Somos” avrebbe potuto intitolarsi anche “Soy”. Difficile, infatti, estrapolare il concetto di pluralità in una performance che si costruisce quasi interamente sull’essere una cosa sola e, a dispetto degli sforzi, non riuscire a farne a meno.
Il duo, interpretato dalle bravissime Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibañez, si presenta a inizio spettacolo come un unico agglomerato corporeo, di cui non si distinguono le singole parti e che, per la forma che assume, fa pensare a un cuore (complici le macchie di rosso che scopriremo coincidere con il colore dei pantaloni indossati dalle danzatrici). Il corpo/cuore pulsa, si espande, rotola delicatamente nello spazio, in un gioco continuo di leve e conflitti tra forza centripeta e centrifuga. Vince la forza centrifuga e dal cuore/corpo, quasi assolvendo a una funzione maieutica, fuoriescono arti che sembrano zampe di ragno e cercano di espandersi in altre direzioni, ma altre zampe (gambe, braccia, piedi, mani) spuntano a riacciuffarle e glielo impediscono, finché, come in un naturale ma faticoso processo di mitosi, il corpo di una delle due danzatrici si stacca da quello dell’altra.
Finalmente sola, esplora, è curiosa di conoscere o semplicemente di conoscersi, ma il richiamo dell’altra, che è stesa a terra poco distante e pare senza vita, è più forte. Le due si attraggono, si fondono nuovamente e il loro incontro si fa più ampio, sensuale, fagocitante, quasi tossico. Il duo/cuore/corpo/ragno diventa mantide religiosa.
È però il turno della seconda, anche lei riesce a guadagnarsi l’opportunità di esplorare in solitaria. Nuova mitosi, nuova scoperta, ma anche ineludibile e appassionato ritorno dalla compagna. Questa volta però la coppia cerca, prima di fondersi, di procedere per un po’ in parallelo. Stesso passo, stesso respiro, stesso ritmo, stesso intreccio. Inutile tentare di restare distinte, le due tornano a essere una.
Raffinato l’uso evocativo delle luci e coinvolgenti le scelte musicali, tutte originali: particolarmente emozionanti le note del contrabbasso che, sul finire, gradualmente si immergono e si confondono nel suono del mare. Interessante l’interpretazione e la rielaborazione di tecniche prese a prestito dal threading e dalla contact dance.
Il festival prosegue il 6 giugno con Alessandro Sciarroni e Cassiel Gaube di nuovo alla Casa del Teatro Ragazzi (annullato causa maltempo il pomeriggio all’aperto del 3 con Funa e Fabrizio Favale & First Rose, che torneranno in autunno). Si passa poi il 7 la Lavanderia a Vapore di Collegno ospiterà Stefania Tansini, Michele Ifigenia / Tyche e, in prima nazionale, “Alive” della compagnia spagnola Lasala Judith Argomaniz. L’8 giugno sarà la volta di Chiasma, una replica di “Alive” e EM + Emanuele Rosa e Maria Focaraccio. Il 9 spazio a Daniele Ninarello e il 10, in chiusura, Laura Gazzani con “Walker” ed Enzo Cosimi con “Coefore rock&roll”.
TANZANWEISUNGEN (it won’t be like this forever)
Di Moritz Ostruschnjak
Con Daniel Conant e Moritz Ostruschnjak
Assistente alla coreografia: Daniela Bendini
Assistente alla drammaturgia: Carmen Kovac
Luci: Benedikt Zehm
Costumi: Daniela Bendini, Moritz Ostruschnjak
Produzione: Moritz Ostruschnjak
Con il supporto di network Grand Luxe 2019/2020
Membro di Tanztendenz München e. V.
Performance selezionata alla Tanz Plattform Berlin 2022 e Aerowaves Twenty21
durata: 30’
METAMORPHOSIS – BLATTA
Di C&C COMPANY
Creazione originale ed interpretazione: Carlo Massari
Training e Consulenza vocale: Chiara Osella
Collaborazione tecnica: Francesco Massari
Produzione: C&C Company
In coproduzione con: Oriente Occidente Dance Festival, Compagnia Teatro Akropolis, Margine Operativo, Triangolo Scaleno Teatro
Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e MIC
Performance presentata al festival Oriente Occidente 2022
durata: 25’
Visti a Torino, Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, il 23 maggio 2023
INFINITO
direzione Elena Bollati
di ASD Ballo Anch’io
con Giovannella Porzio, Ilaria Spagnolini, Elisa Lacicerchia, Aurora Richiero
Performance selezionata per Huesca International Theater and Dance Fair 2022, Catalogo Danza a Escena 2023, Circuito de Danza de Euskadi 2023, Red Acieloabierto 2023 e spettacolo finalista al 36º Certamen Coreográfico de Madrid 2022
durata: 10′
applausi del pubblico: 3′
OM(s) De Menage
Produzione: Chantiers Publics; Co-prodotto dai partner di E’tape Dance: Mosaico Danza, Interplay, Fabrik Potsdam, CDCN La Maison Uzès Gard Occitanie, NI’MES Theater, NEUF NEUF Platform;Cie Samuel Mathieu, Montpellier Dance Saison 2022/2023, DIR Regional Residency Program Brandenburg;Fabrik Potsdam, Mécénat Caisse des Dépots.
durata: 55′
applausi del pubblico: 3′
Visti a Torino, Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, il 25 maggio 2023
Prime nazionali
SOMOS
Di e con: Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibañez
Luci: Grace Murales Suso
Costumi: Carla Cervantes Caro e Sandra Egido Ibáñez
Fotografia: Mónica Figueras
Musica originale: Nico Casal, Mette Henriette, Origamibiro, Young Collective. Edit di Sandra Egido Ibáñez
Produzione: Lookathingsdifferent
Spettacolo presentato a MASDANZA 27. Vincitore del premio Acoran Award e Premio del Pubblico MASDANZA 26. Spettacolo selezionato da Certamen Coreografico de Madrid 2022
durata: 50′
Visto a Torino, Teatro Astra, il 27 maggio 2023
Prima nazionale