“Moving with Pina”. Con Cristiana Morganti dentro l’universo Bausch

Cristiana Morganti
Cristiana Morganti
Cristiana Morganti (photo: Maarten Vanden Abeele)

È un continuo omaggio a Pina Bausch, in questi giorni, sull’asse Roma-Milano-Berlino.
Dopo lo spettacolo “Vollmond” che ha registrato quattro giorni di sold out al Piccolo Teatro (nonostante il costo del biglietto di 50 euro!), dopo la lectio magistralis di Wim Wenders alla Berlinale, l’ovazione commossa all’anteprima di “Pina”, docufilm in 3d del regista tedesco sulla celebre coreografa (che verrà distribuito in Italia da BIM Distribuzione per la gioia degli adepti e non), in questi giorni al festival Equilibrio di Roma si respira ancora aria di Pina Bausch con un ciclo fittissimo di contributi video.

Saranno proiettate le riprese integrali degli storici spettacoli “Le Sacre du printemps” e “Café Müller”, l’unico film girato dalla Bausch, i documentari sulle residenze creative a Lisbona e Buenos Aires, i film a cui ha partecipato (“E la nave va” di Federico Fellini e “Habla con ella” di Pedro Almodovar) e molto altro.

A questo si è aggiunta, la scorsa settimana, “Moving with Pina” la coinvolgente conferenza danzata di Cristiana Morganti, danzatrice romana, da 18 anni ballerina solista del Tanztheater di Wuppertal, la sede dove la rivoluzione della danza ad opera di Pina Bausch è scoppiata, affermandosi poi in giro per il mondo.
La “conferenza danzata” mescola passi di danza alle sue spiegazioni: Cristiana è abile e capace di interagire col pubblico, creando un happening per un pubblico attento ed educato, non aiutato dalla pessima visuale del Teatro Studio dell’Auditorium, forse il peggior posto dove assistere a uno spettacolo di danza. Nonostante questo grave limite, la Morganti trascina il pubblico nelle proprie storie private con la grande artista e la compagnia, iniziando con un aneddoto: “Un giorno ero in taxi con Pina e parlavo, parlavo. Si voltò e mi disse che lei aveva iniziato a danzare per l’urgenza di comunicare qualcosa che non riusciva a esprimere a parole, essendo molto riservata e poco ciarliera. Meravigliata, mi chiese perché io, italiana espansiva e chiacchierona, avessi bisogno di danzare”.

Come si costruisce un assolo? Come può un’emozione trasformarsi in danza? Quanto è profondo il legame fra stato psicologico e movimento? Cristiana spiega nei dettagli il metodo Bausch: le celebri domande ai danzatori, a cui pretendeva risposte “danzate”, venivano filmate e poi selezionate per comporre la coreografia; o la precisione che imponeva ai propri danzatori, anche se si trovavano in fondo al palcoscenico durante una scena corale… Attraverso esperienze personali e aneddoti divertenti, dalle parole della Morganti emerge il sesto (o settimo? ottavo?) senso di Pina Bausch, ossia l’inaudita sensibilità di una donna che nasce come danzatrice e poi, per caso – come racconta ancora con passione l’interprete romana – si trova a fare la coreografa nel teatro di Wuppertal.

Con eccellente tecnica Cristiana regala infine la genesi dei suoi assoli in spettacoli leggendari come “Le Sacre du Printemps”: li mostra al pubblico spiegandoli e scomponendoli, trasformando – con la sua verve mediterranea – una conferenza danzata in una intensa lezione di storia della danza contemporanea. Premiata con un generoso scroscio di applausi.

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