Da Renato Quaglia a David Lescot. Napoli Teatro Festival Italia 09 – Videoreportage (1^ parte)

Napoli Teatro Festival Italia

Napoli Teatro Festival ItaliaC’eravamo perché bisognava. Perché è il tentativo di creare in Italia un grande evento, un istituto culturale. C’eravamo perché dopo il primo sforzo, l’anno scorso, di mettere in piedi tutto in poco tempo, eravamo curiosi di vedere come si era riorganizzata la struttura e se la città aveva davvero incorporato questa occasione. C’eravamo per la stessa ragione del teatro e del viaggio: viaggiare.

In alcuni momenti abbiamo visto la città dall’alto, in altri l’abbiamo goduta dal basso. Immergendoci fra le sue braccia e facendoci bagnare: dal caldo, dalla gente, dal sapore delle grandi città di mare dell’Europa mediterranea, tutte diverse e tutte uguali… Napoli, Marsiglia, Barcellona.

Napoli si ama e si odia. Fa incazzare ma poi svela meraviglie senza tempo. Sembra spesso volersi male, poi ti accorgi che gioca con sé, con la vita. Come uno scugnizzo in moto (con due o tre passeggeri a bordo, tutti rigorosamente senza casco) che sorpassa in piena velocità un bus sulla preferenziale mentre arriva un veicolo nell’altro senso.
“E’ una città che per scoprirla devi un po’ rischiare. E’ questa la sua bellezza!”, ci dice David Lescot, quest’anno alla guida della Compagnia Teatrale Europea con il suo “L’Européenne”, vincitore in Francia del Gran Prix de Littérature Dramatique 2008.

Cosa è stata la seconda edizione del Napoli Teatro Festival allora?
Un programma tutto orientato al plurilinguismo sovranazionale, che nel nostro tempo è la norma. Dal dialetto alle lingue straniere, dal vociare di piazza alle voci di dentro: “Interiors”, come non a caso si intitolava uno fra gli spettacoli che ha riscosso maggior successo.
Renato Quaglia, direttore artistico dell’evento, già l’anno scorso aveva intrapreso un cammino di collaborazione con grandi istituti culturali e festival internazionali, in primis per inserire la manifestazione nel novero di quelle che contano, in secondo luogo per dare un respiro oltre confine alle produzioni, un limite troppo spesso asfittico e autoreferenziale.

In una conferenza stampa che ha messo attorno al tavolo Giorgio Barberio Corsetti (regista di “Le Città Visibili”), Virginio Liberti e Annalisa Bianco (registi di “Le Troiane” con Compagnia Teatrale Europea nel 2008), Emmanuel Demarcy-Mota (direttore del Théâtre de la Ville di Parigi), Renato Quaglia e David Lescot, sono emerse grandezze e difficoltà di questo tipo di esperimenti.

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