Napoli Teatro Festival: tante polemiche e un po’ di tradizione firmano la IV edizione

Photo: Lepage - NTFI - straight.com - klp
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E’ stata presentata a pubblico e stampa la quarta edizione del Napoli Teatro Festival Italia. In una sala del Real Albergo dei Poveri, Caterina Miraglia, attuale presidente della Fondazione Campania dei Festival (nonché assessore regionale alla Cultura), e Luca De Fusco, neodirettore artistico dell’evento (nonché del Teatro Stabile di Napoli), hanno illustrato il programma della kermesse e risposto alle domande di giornalisti e lavoratori dello spettacolo, in un’atmosfera indubbiamente tesa soprattutto per le polemiche legate alla nuova gestione.

La professoressa Miraglia ha preso la parola puntualizzando che il valzer di poltrone verificatosi nei mesi scorsi “non è un’appropriazione indebita da parte della Regione”, bensì una dimostrazione della volontà, da parte della stessa, di “rendere virtuoso il nuovo festival”, visto che il passato avrebbe lasciato in eredità notevoli danni economici, tali da far rischiare la chiusura della manifestazione, con annessi licenziamenti (verificatisi per parte del vecchio staff), mancati pagamenti (che “saranno diluiti nel tempo”), e revoche di contratti per artisti già contattati.

Il dimissionario Renato Quaglia in proposito affermava qualche tempo fa: “In questi molti mesi la Regione ha avviato nei confronti della Fondazione un’azione sistematica: da un lato ha inviato, a cadenza quasi settimanale, a firma del Presidente Caldoro intimazioni scritte a revocare tutti i contratti in essere (compreso il mio), dall’altro ha trattenuto le risorse europee che alla Fondazione erano dovute (perché già assegnate in altri anni, già rendicontate e verificate su fondi europei già disponibili)”.

Insomma, un’edizione del Ntfi che non va ad aprirsi sotto i migliori auspici. Ma per gli attuali vertici presentare una nuova edizione è “un atto di responsabilità” da parte della Regione e del nuovo direttore, nominato soltanto a inizio marzo, che si è trovato a creare un cartellone con una linea artistica di indubbio spessore seppur inevitabilmente solo accennata e comprendente molti degli spettacoli già previsti da Quaglia.
L’obiettivo di De Fusco è dichiaratamente quello di riportare la tradizione al centro del programma, provando ad attualizzarla con letture innovative.

Il festival si svolgerà in due fasi: dal 26 giugno al 16 luglio e dal 27 settembre al 7 ottobre.
L’apertura è affidata a “The blue dragon” di Robert Lepage, già presente lo scorso anno con “Lipsynch”, cui seguiranno altre importanti coproduzioni internazionali per progetti di danza che coinvolgono la vietnamita Ea Sola, Ismael Ivo e Marie Chouinard.
Da segnalare “T.E.L.” di Fanny & Alexander, incentrato sulla figura di Lawrence d’Arabia, “Hybris” di Enrico Frattaroli che ripercorre in mito di Edipo in lingua greca antica, e “The Tempest” diretto da Declan Donnellan e messo in scena in russo. A segnare la tradizione l’allestimento de “L’opera da tre soldi” di Brecht, a cura dello stesso De Fusco, che avrà come protagonisti Massimo Ranieri e Lina Sastri.

Peculiarità del festival sarà anche in questa edizione la scelta di luoghi non teatrali per le rappresentazioni. All’Albergo dei Poveri si affiancano quest’anno le Catacombe di San Gennaro, dove Mascia Musy ambienterà una trasposizione de “La tana” di Kafka; il Tunnel Borbonico, dove Bruno Garofalo allestirà le sue “Variazioni sul mito – Femminile sotterraneo, Arianna, Elena, Antigone”, e infine il golfo di Napoli, che farà da sfondo a “Otello e Jago, viaggio in mare” di Antonella Monetti, spettacolo che si svolgerà a bordo di una barca a vela.
Ci saranno anche quest’anno Ramblas, mini-rassegna sull’arte di strada, e la terza edizione del Fringe, dedicato a 20 compagnie emergenti, che con l’appendice Fringe2Fringe consentirà ad uno dei gruppi di produrre un nuovo spettacolo.

La fase autunnale del festival avrà come prologo il premio Le Maschere del Teatro, nuova versione degli “Olimpici”, che avrà luogo al Teatro San Carlo l’8 settembre. Si ripartirà poi da “La casa di Bernarda Alba” diretto da Lluis Pasqual al Teatro Mercadante, per proseguire con “Il sogno dei mille” di Maurizio Scaparro, fino a concludersi con uno spettacolo “a sorpresa” che sarà reso pubblico solo tra qualche settimana.

Intanto le polemiche proseguono, stavolta per la ventina di assunzioni in extremis attuate da Caterina Miraglia, aspramente criticate da molti per alcuni nomi a lei troppo vicini. Lei, di risposta, sul sito del festival fa comparire un faccia a faccia sui costi del festival tra la gestione 2007-2010 e quella 2011, nei quali evidenzia la linea di dimagrimento attuata per questa edizione: dall’eliminazione di ogni tipo di benefit al compenso del direttore artistico (passato dai 200 mila euro annui di Quaglia ai 65 mila di De Fusco), fino al budget complessivo della manifestazione (11.750.000 euro nel 2010 contro i 4.500.000 previsti per il 2011).

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