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Naturae – La valle della Permanenza. Armando Punzo conclude un ciclo lungo otto anni

A dx Armando Punzo (ph: Guido Mencari)

A dx Armando Punzo (ph: Guido Mencari)

Anche quest’anno lo spettacolo della Compagnia della Fortezza accoglie il pubblico all’interno del carcere nella fortezza medicea, con repliche anche alle saline di Volterra

Spazi ampi da attraversare lentamente e in silenzio per raggiungere il padiglione progettato dall’architetto Pier Luigi Nervi nella Salina Locatelli di Volterra. Il grande stabilimento industriale, tutt’ora in funzione, è divenuto luogo perfetto in cui accogliere “Naturae – La valle della Permanenza”, l’ultimo spettacolo messo in scena dalla Compagnia della Fortezza con la drammaturgia e la regia di Armando Punzo, che arriva come atto conclusivo di un lungo lavoro artistico durato otto anni.
Un percorso di ricerca complesso e articolato, che si è snodato attraverso parole e testi di autori come Shakespeare e Borges, da analizzare e sviscerare nei temi e nelle dinamiche, e da cui poi allontanarsi per mantenere vivo solo lo spirito universale delle opere. Un percorso che ha preso il via nel 2015 con lo spettacolo “Shakespeare know well” ed è proseguito con “Dopo la Tempesta” (2016), “Le Parole Lievi” (2017), “Beatitudo” e “Le Rovine Circolari” (2018), “Naturae, ouverture” (2019), “Naturae, la vita mancata”, “Naturae, la valle dell’innocenza” (2020), “Naturae, la valle dell’annientamento” (2021) e che non si è interrotto neppure durante i tempi, ancor più difficili per un istituto di detenzione, della pandemia.

Otto anni alla ricerca «dell’ordine e della bellezza nella natura umana» come scrive Punzo nel raccontare un percorso denso e complesso. Otto anni durante i quali, spettacolo dopo spettacolo, restano dei segni, mentre altri vengono abbandonati lungo la strada e sulla scena.

Adesso, ad accogliere il pubblico posto tutto attorno al perimento del grande stabilimento industriale c’è Punzo in abiti scuri, in contrasto con una scena in cui il bianco è protagonista. Una parete a quadri, come fosse un quaderno sul quale scrivere la storia di un uomo nuovo, e poi un tappeto di sale a segnare il percorso di chi attraversa lo spazio che via via si riempie di protagonisti e di oggetti, a delineare scenari fantastici di mondi altri e possibili.

Punzo costruisce mondi fantastici, sospesi nel tempo e nello spazio, abitati da figure eleganti e dall’incedere lento; alcuni li abbiamo già incontrati nelle precedenti messe in scena di questi anni, altri invece attraversano la scena per la prima volta con addosso abiti curati e carichi di dettagli, realizzati da Emanuela Dall’aglio, seguendo il ritmo delle avvolgenti musiche originali di Andreino Salvadori, che accompagnano e segnano tutto lo spettacolo in un dialogo costante con il gesto attoriale.
Una voce registrata lancia invece messaggi che raccontano della ricerca e della necessità di costruire un tempo nuovo e un uomo rinnovato nella bellezza: “Cancellare la realtà che mi pervade. Per crearne una nuova, che non ricorda le sue origini”, “oggi nasco per la prima volta”.

Forza ed eleganza, leggerezza e sogno: questo traspare nei volti e nei corpi degli attori-detenuti, perfettamente calati all’interno del mondo costruito da Punzo e da loro abitato.
Sul bianco dominante si muovono figure dai colori sgargianti, che portano con sé oggetti e si muovono al ritmo lento di una processione laica. Tutti impegnati a dare corpo alle parole che il regista e attore – da oltre trent’anni porta avanti la sua attività artistica all’interno del carcere di Volterra – utilizza come manifesto per la sua: «Dobbiamo lavorare per guadagnarci l’homo felix, dobbiamo far crescere in noi la ricerca della libertà, dell’amore, della felicità. Dobbiamo ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà».

E l’uomo felix sognato da Punzo, di volta in volta attraversa la bianca scena, impegnato a sistemare una grande biblioteca per catalogare il sapere attraverso le pagine scritte, oppure viene sommerso da una cascata di sale o si muove in equilibrio sopra una lunga scala, o ancora danza velocemente e con grazia al ritmo di un valzer portando sulle spalle una gabbia che può trasformarsi in bianche ali in uno scambio continuo fra attori e regista in scena.

Finito il rito teatrale denso di sensi e significati resta addosso la meraviglia delle immagini createsi pian piano dinnanzi agli occhi dello spettatore, i sorrisi veri e sinceri degli attori e di Armando Punzo nell’incontrarli e nel rivolgersi al pubblico. E resta addosso anche il sapore forte e generativo di quel sale che, cristallo dopo cristallo, ha partecipato alla costruzione della bellezza ovattata e fugace sulla scena.

“Naturae – La valle della Permanenza” aveva debuttato negli spazi del carcere di Volterra, le cui porte ogni anno si aprono agli spettatori per accompagnarli in una esperienza di grande forza. La Fortezza medicea, luogo di restrizione e chiusura si apre meravigliosamente all’arte e alla bellezza grazie al teatro e diventa spazio di creazione – e tantissimi sono i detenuti impegnati non solo in scena ma anche in tutte le fasi realizzative dello spettacolo, coinvolti in percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro – e di libertà.
In questa calda estate, la Compagnia della Fortezza ha incontrato il pubblico anche all’Anfiteatro del Triangolo Verde di Peccioli con un adattamento particolare di “Beatitudo”, e con “Naturae – La valle della Permanenza” anche nel Teatro del Silenzio di Lajatico per accompagnare – con immagini, oggetti, costumi realizzati con materiali di scarto – il concerto di Andrea Bocelli.

Vi lasciamo alle immagini dello spettacolo realizzate in carcere da Guido Mencari Photography.

Naturae – La valle della Permanenza
regia e drammaturgia Armando Punzo
cura e direzione organizzativa Cinzia De Felice
organizzazione generale Carte Blanche
musiche originali e sound design Andreino Salvadori
scene Alessandro Marzetti
costumi Emanuela Dall’aglio
movimenti Pascale Piscina
aiuto regia Laura Cleri
assistente alla regia Alice Toccacieli
aiuto scenografo Yuri Punzo
collaborazione alle scenografie Luca Dal Pozzo, Marian Iosif Petru, Domenico Prospero, Luisa Raimondi
assistenti ai costumi Tarek Omezzine, Romeo Bogdan Erdei, Pasquale Concas, Marta Panciera, Francesca Mandalà, Sara Fazio, Irene D’alò, Serena Dibiase
collaborazione drammaturgica Alice Toccacieli, Francesca Tisano, Fabio Valentino, Paul Cocian
collaborazione artistica Elisa Betti, Rossella Menna, Elena Turchi
in scena Abd Al Monssif Abd Arahma, Ciro Afeltra, Arduini Alessandro, Saverio Barbera, Nicola Maria Giuseppe Bella, Francesco Bellinghieri, Amaell Ben Nour, Nikholas Ssis Braz Berardi, Paolo Brucci, Valentin Bucur, Angelo Busacca, Francesco Cavallaro, Daniel Chukwuka, Paul Andrei Cocian, Pasquale Concas, Giovanni Cubito, Cuka Ismet, Lucio Di Iorio, Fabrizio Dipasquale, Armando Di Puoti, Romeo Bogdan Erdei, Fallica Salvatore, Salvatore Farina, Giovanni Fontana, Federico Furlan, Salvatore Giordano, Francesco Guardo, Rezeg Hamadi, Antonio Iazzetta, Naser Kermeni, Nik Kodra, Urim Laci, Patrik Lacomare, Antonio Lanzano, Li Jin Jie, Giuseppe Licata, Alessandro Lorena, Vito Maenza, Emanuele Matarazzo, Luca Matarazzo, Amin Montassir, Antonio Nastro, Arjon Nezhai, Tarek Omezzine, Marian Iosif Petru, Fernando Poruthotage, Fabio Prete, Domenico Prospero, Massimiliano Quartarone, Arian Quku,Elio Rotnodale, Marco Ruggieri, Ivan Savic, Saimir Serjani, Marian Jan Stamate, Salvatore Stendardo, Timon Tarantino, Dritan Ternova, Fabio Valentino, Alessandro Ventriglia, Stefano Vezzani Zou Zhi Peng.

PROGETTO NATURAE 2022. Direzione artistica Armando Punzo
Progetto speciale per Volterra Prima Città Toscana della Cultura 2022

Durata: 1 ora
Applausi del pubblico: 4′

Visto a Volterra, Saline, il 24 luglio 2022

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