N.N. di Francesca Garolla. 30 anni oggi… Come ieri?

N.N. - Renso Martinelli
N.N. - Renso Martinelli
N.N. (photo: Andrea Messana)

Cosa succede e come vivono i trentenni del 2010? Figli di una generazione che ha “ucciso” i suoi genitori, rifiutandone leggi e costumi, e che si è fatta portavoce del valore della libertà a tutti i costi, i giovani adulti di oggi fluttuano in un tempo sospeso. Senza possibilità di progredire, accusati di essere mammoni perché a trent’anni ancora hanno bisogno dell’aiuto dei genitori, schiavi di contratti a progetto (quando ci sono!) che offrono stipendi e garanzie ai minimi storici, costretti a rinnegare la laurea (figuriamoci, poi, a riscattarla) perché chi ce l’ha trova meno lavoro di chi non ce l’ha. Una generazione in bilico, insomma. Traballante e, parrebbe, senza grandi ideali.

Lo spettacolo “N.N.” (Nomen Nescio = nome sconosciuto. Figlio di N.N. = figlio di padre sconosciuto, senza nome, quindi senza padre e senza storia), proposto al Teatro i fino al 7 novembre per la regia di Renzo Martinelli, prova a indagare cosa rimane a questa generazione, divorata dai sogni di quella precedente e incapace di creare la propria storia.

Il tema – interessante – viene affrontato in mezzo ad una scenografia composta da una vecchia Renault 4 bianca, nella quale Claudio (Marco Cacciola) si interroga sul significato della propria giornata, una giornata particolare: quella in cui ha perso il padre. Accanto a lui, Saturno (Cristiano Nocera), che lo ascolta interdetto, cercando di dare un senso alle parole e rievocando i ricordi dell’infanzia e di quei tempi in cui ancora non era nato, mentre il padre aveva la sua stessa età.

Belle le musiche di Fabio Cinicola, suoni elettronici che intervengono nei dialoghi, e suggestivo l’uso della telecamera in scena, che va ad inquadrare i protagonisti mentre cercano di capire (e capirsi) all’interno della macchina. Il testo però non arriva: pare una sequenza di monologhi a se stanti che non riescono a legarsi con una fluidità coerente, tanto da renderli frammenti di vita e di pensiero spesso ridondanti e poco incisivi. Curioso anche il rapporto tra gli attori, che sembrano non riuscire a portare a fondo la loro relazione, staccati, scissi ognuno nel suo ruolo ma non poca empatia verso il compagno di scena.

Il progetto nasce certamente come una riflessione stimolante, tuttavia il risultato appare lento e un po’ superficiale nella sua analisi, più incentrato sul tema della morte che su quello di questa nuova generazione di adulti/bambini. Uno spettacolo molto cinematografico, che forse però avrebbe avuto bisogno di meno quotidianità e di più teatro.

N.N.
di Francesca Garolla
regia: Renzo Martinelli
con: Marco Cacciola e Cristiano Nocera
suono e video: Fabio Cinicola
produzione: Teatro i con il contributo di Regione Lombardia/Progetto Next
durata: 55′
applausi del pubblico: 1′ 29”

Visto a Milano, Teatro i, il 27 ottobre 2010

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  1. says: Daniele Timpano

    Sarei curiosissimo di vederlo. Ho letto un’altra recensione, sempre con riserve, di Palazzi e sono ancora più curioso. Certo, l’argomento e la sfida son impegnativi. Appunto son curioso. D’altronde alcune delle critiche che fai nel pezzo sembran dovute ancora da problemi di rodaggio del lavoro.
    Prima o poi spero mi capiti sotto i piccoli occhi mortali di spettatore miei.

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