Elisabetta. Nola Rae e il potere dell’immaginazione

Nola Rae
Nola Rae
Nola Rae (photo: Henri Fronty)

Sul palcoscenico del Teatro di Rifredi di Firenze è tornata Nola Rae, l’incredibile mimo che ha ricevuto lo scorso anno il prestigioso riconoscimento Member of the Most Excellent Order of the British Empire, per il suo contributo alla commedia e al mimo, direttamente  dalle mani della sovrana d’Inghilterra, Elisabetta II. Ed è proprio dalla più illustre antenata della regina che prende spunto l’esilarante monologo “Elisabetta”. In particolare da un significativo episodio della sua vita: si racconta infatti che Elisabetta I, sovrana indomabile e tenace, a 70 anni suonati, rimase in piedi per quindici ore per paura che, una volta seduta, non sarebbe più riuscita a rialzarsi.

In scena da principio, però, non c’è Elisabetta, ma semplicemente Betty, una signora di mezza età, buffa e simpatica ma del tutto stralunata, che poco ha a che fare con la splendida e sontuosa Elisabetta del titolo.
E nella sua “normalità” Betty entra quindi dalla platea, fa alzare un’intera fila di spettatori e distribuisce oggetti che suscitano risate, per poi lentamente trascinarsi sul palco e catapultarci nella sua vita solitaria, in un anonimo monolocale logoro e polveroso. Sarà forse perché ha vissuto troppo tempo da sola, ma quando tutto sembra non lasciare spazio ad alcuna speranza, ecco che inizia il sogno e Betty, dietro le porte del suo appartamento, diventerà Elisabetta I d’Inghilterra, la Regina Vergine. Betty si ritroverà così a dover lottare all’interno del suo personalissimo regno per imporre a corte il proprio potere su teiera e tostapane…

Con un’incredibile leggerezza Nola Rae riesce ad intrecciare sogni ed emozioni regalando più di un’ora di sana, divertente, piacevole follia. Il suo stile unico mescola mimo, commedia e ingegno, toccando lo spettatore con una facilità che sembra impossibile se si pensa che non pronuncia una sola parola.
“Elisabetta” riesce ad essere uno spettacolo sulla solitudine e il potere dell’immaginazione allo stesso tempo commovente, divertente, toccante e triste, che racconta come non bisogna mai smettere di sperare e sognare, perché i sogni possono rendere sontuosa e regale anche una realtà triste e solitaria.
Nola Rae è perfetta nei gesti, nelle espressioni, semplici e mai forzate, e proprio per questo vere. Riesce a tenere la scena da sola e senza far sentire la necessità di parole. E già questo è di per sé straordinario.

ELISABETTA
spettacolo creato da Nola Rae
in collaborazione con Simon McBurney del Théâtre de Complicité
scene e costumi: Matthew Ridout
musica: Peter West
durata: 1h  20′
applausi del pubblico: 2′ 50”

Visto a Firenze, Teatro di Rifredi, l’8 aprile 2010

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