Decolla la stagione dei Fringe Festival a Milano. Quelli più interessanti non si rinchiudono dentro un teatro, ma attraversano le vie della città respirandone l’anima.
È il caso di NoLo, che sta per Nord Loreto, fetta di vie e case che abbraccia una piazza simbolo della storia d’Italia, e la nuova identità periferica, magmatica, multietnica, del capoluogo meneghino.
Qui si è tenuto il NoLo Fringe Festival: una rassegna di teatro, poesia e musica ideata da Davide Verazzani e Radio NoLo, svolta con il patrocinio del Municipio 2 e il contributo di Fondazione Cariplo.
Sette compagnie selezionate tramite bando. E poi un Fringe Extra con spettacoli, performance e incontri in diversi luoghi. Tutti gli spettacoli a ingresso libero, con lo scopo di rendere più coeso il quartiere, di sensibilizzare all’ecosostenibilità, di migliorare il benessere percepito all’interno di una comunità assai variegata: oltre 70 mila abitanti, un terzo dei quali stranieri, in primis latinoamericani, nordafricani e cinesi. Un evento che ha visto coinvolti anche i genitori del Parco Trotter, scuola ad altissimo indice migratorio dove la multiculturalità è valore condiviso.
Piazzale Loreto, snodo della città, luogo di una doppia pagina infame della storia. Qui, il 10 agosto 1944, quindici partigiani furono trucidati da una rappresaglia nazifascista. Otto mesi dopo, il 29 aprile del ’45, i cadaveri di Mussolini, di Claretta Petacci e di altri gerarchi fascisti furono esposti al ludibrio di una folla assetata di libertà e vendetta.
A Loreto inizia la circonvallazione esterna. Vi s’irradiano strade importanti, come viale Monza e via Porpora. E poi c’è via Padova, che nell’immaginario comune è ormai il cuore multietnico di Milano, somma delle contraddizioni di una metropoli.
È all’inizio di via Padova, davanti a una saracinesca dipinta a murales, che parte il nostro viaggio con “Shakespeare di quartiere. Romeo e Giulietta su via Padova”. È la passerella finale del festival. Un serpentone di circa 200 spettatori capitanati da Beppe Salmetti, Carla Stara e Paula Carrara. A fare da guida Rosanna Iar.
A un incrocio troviamo un capannello di uomini in tuta bianca. Sono poliziotti della Scientifica, che praticano rilievi su due cadaveri. I corpi rimossi sono quelli di Romeo e Giulietta. Ne rimangono a terra le sagome tracciate con gesso. La storia dei due rampolli Montecchi e Capuleti dunque anima questo Shakespeare itinerante che è tutto un flashback, con il paradosso di essere ambientato nel “Bronx” ambrosiano. E certo è eccessivo che uno degli agenti usi il cellulare di Romeo per una chiamata privata, volgare il voyeurismo di una giornalista. Parossistico è anche il selfie di gruppo che immortala il luogo del misfatto. È la stampa, bellezza. E Abu Ghraib insegna che non dobbiamo meravigliarci di nulla.
Via Padova è luogo d’intrecci cosmopoliti. La criminalità non manca: scippi, spaccio, prostituzione, sovraffollamento abitativo. Gli accoltellamenti non sono solo l’esagerazione dei politici. Poche ore dopo lo spettacolo, un 13enne della zona finisce in ospedale per un’aggressione subita dal compagno di sua madre. Ma il teatro esprime la bellezza del convivere, non certo la bruttura dei reati e della militarizzazione forzata.
Esploriamo una via Padova losca e affascinante, quella delle corti tra fine Ottocento e inizio Novecento, le case di ringhiera narrate da Visconti, dove si stendono ancora i panni al sole, dove si passa da un appartamento all’altro mediante scale e balconi in comune. E in comune, una volta, c’erano anche i servizi igienici.
Ci sono i vestigi della Milano industriale, quella dei pezzi di ricambio o delle vetrerie, tracce di un passato laborioso ora trasformato nella prima discoteca gay di Milano, aperta da vent’anni: la fantasia (arcobaleno) al potere. Subito accanto, una palestra per pugili, il machismo che prende a cazzotti gli urti della vita.
Scorribande tra famiglie rivali, in questa trasfusione spazio-temporale. La Verona medioevale e aristocratica di Shakespeare deflagra nella Milano 2.0 pacchiana, plebea. Ecco Tibaldo (Gianfranco Brambati) e Mercuzio (Peppe Buono), le loro schermaglie da bulli del ghetto, tra ribelli in motocicletta e bande di palestrati.
A rimettere le cose in ordine è una colf barese (Ileana Indolfi). Armata di ramazza, caccia tutti a forza di minacce e improperi.
E giù con altre scene. Tra le case di ringhiera affiora il senso di comunità: un coloratissimo ballo in maschera, il cammeo di ballerine mignon fino all’altro ieri attaccate al biberon, il siparietto del balcone con Giulietta (Martina Manfredi) al cellulare e Romeo (Daniele Conticello) in bici, trottolino amoroso dai tratti neomelodici.
C’è tutta l’autoironia di quartiere in Mercuzio, che si fa ferire sulla 56, l’autobus che parte da Crescenzago, solca i quattro chilometri di via Padova e va a morire a Loreto. Mercuzio invece muore in un bar. La ferita è un enorme cuore rubicondo su maglietta bianca.
È uno spettacolo questa strada, i suoi costumi variopinti, le facce cariche di storia degli abitanti, gli odori, i ristoranti etnici, il modo sofferto e gioioso di assorbire la vita, la battuta di un passante che, vedendo i volti serafici di noi spettatori, ci chiede se siamo andati a votare.
Ancora luoghi inconsueti, angoli ameni. Tra gelsomini, glicini e gatti, pare di stare in villeggiatura. Un prete (Dario Palma) narra in napoletano l’epilogo tragico degli eventi. Al parco Trotter i protagonisti sono monumenti funebri che riescono a litigare anche nell’aldilà, con Paride (Ivan Bellavista) che cerca di riprendersi Giulietta. E aldilà siamo ormai anche noi spettatori: oltre il tempo, i luoghi comuni, nel cuore pulsante di una città sconosciuta anche ai tanti milanesi che la attraversano, ogni giorno, con fare frettoloso e circospetto.
SHAKESPEARE DI QUARTIERE. Romeo e Giulietta su Via Padova
un progetto di Beppe Salmetti, Carla Stara e Paula Carrara
Con Grazia Allegra, Beppe Buono, Gianfranco Brambati, Rosanna Iar, Daniele Conticello, Ileana Indolfi, Martina Manfredi, Dario Palma, Ivan Bellavista
Corpi di ballo SpaziOasi e Lefanfarlo
e con Renato De Donato e i ragazzi della palestra Heracles Gymnasium, e Mauro Bracciali di Carrozzeria 900