A volte succede, in una fredda serata d’inverno, di mettere piede con gioia e curiosità in un teatro che a memoria non ti pareva d’aver ancora mai frequentato, e di scoprirne da vicino la vivacità e la fervida curiosità intellettuale.
E’ capitato con il milanese Teatro Oscar, una sala rossa situata nella prima periferia milanese, per la serata inaugurale di un interessante progetto che mette in relazione due artisti che più lontani fra loro non si potrebbe immaginare: Samuel Beckett e Pier Paolo Pasolini.
Il progetto è inserito in una ricca e variegata stagione pensata da tre operatori e artisti teatrali, anche qui diversissimi tra loro: Gabriele Allevi, Luca Doninelli e Giacomo Poretti.
Gabriele Allevi, che conosciamo come uno degli animatori del festival I Teatri Del Sacro, inventore a Bergamo di deSidera, al Teatro Oscar ha trovato congrua sede sotto l’ala del Teatro degli Incamminati. Luca Doninelli è invece un illustre autore, regista, professore e anche critico. Infine l’attore Giacomo Poretti, del famoso trio comico Aldo Giovanni e Giacomo.
Un trio che ha ideato una stagione di tutto rispetto, per un piccolo coraggioso teatro che promette ai suoi spettatori appuntamenti mai banali, da Silvio Castiglioni a Federica Fracassi, da Luigi D’Elia ai padroni di casa del Teatro degli Incamminati, con puntate dedicate anche al teatro ragazzi.
Ma l’ossatura della stagione, come già accennato, è formata dal progetto “Non compleanni”, incentrata sull’incontro tra Pier Paolo Pasolini, di cui ricorrono i 100 anni della nascita, e Samuel Beckett. Il primo appuntamento, a cui abbiamo assistito, ha avuto come protagonisti Franco Branciaroli e Maurizio Donadoni, che rispettivamente hanno raccontato, il primo, il proprio incontro con “Finale di Partita”, uno dei capolavori del drammaturgo irlandese, il secondo, il suo approccio con uno dei testi più famosi del teatro di poesia di Pasolini, “Bestia da stile”.
Branciaroli ha raccontato come avesse stemperato il pessimismo cosmico del testo beckettiano con una recitazione che si rifaceva al doppiaggio dell’ispettore Clouseau del celebre film “La Pantera rosa”, mentre Donadoni è ritornato ai suoi primi anni di teatro, quando – per il testo del poeta friulano assai arduo da recitare – dovette rinunciare giocoforza ad un più lauto compenso come doppiatore.
Due approcci interessanti, che nel loro approfondimento hanno evidenziato molti degli aspetti dei due autori presi in considerazione. C’è però da dire che la serata, così apparentemente ben strutturata, abbia perso molto del suo essere per il continuo dispregio dell’opera di Pasolini operata da Branciaroli, condito da relativo autocompiacimento.
Forse si sarebbe potuto trovare un altro interlocutore per ricordare il grande intellettuale italiano. Ciò non toglie comunque nulla ad un progetto compiuto ed interessante, che continuerà in modo assai accattivante con altri appuntamenti che, insieme al teatro di Beckett, analizzeranno di Pasolini le sue “prime volte”.
Stasera, giovedì 20 gennaio, le poesie di Pasolini, iniziando dalle prime in friulano, verranno analizzate dal poeta e scrittore Gian Mario Villalta, fondatore di PordenoneLegge.
Giovedì 10 febbraio sarà la volta di occuparsi del cinema, partendo dal suo primo film “Accattone”. La serata avrà come protagonista Sandro Lombardi.
Il giovedì successivo, il 17 febbraio, Marco Imarisio analizzerà i famosi e profetici editoriali del Corriere della Sera.
Tutti gli incontri avranno Luca Doninelli come interlocutore.
Beckett sarà invece onorato con due importanti spettacoli: il 27 gennaio andrà in scena lo storico spettacolo di Teatrino Giullare “Finale di Partita”, che ha fatto conoscere il gruppo emiliano al pubblico italiano, mentre giovedì 24 e venerdì 25 febbraio verrà rappresentato “L’ultimo nastro di Krapp”, diretto e interpretato da Giancarlo Cauteruccio.
L’omaggio al drammaturgo irlandese, autore anche di significativi romanzi, poeta e sceneggiatore, terminerà il 17 marzo con “Beckett. Il primo amore” con Salvo Germano.
Come si vede un progetto molto ben strutturato, che introduce egregiamente un anno di manifestazioni dedicate a Pasolini, in questo contesto messo in relazione a Beckett, due autori che in modo visionario, seppur assolutamente diverso, ci hanno posto domande a cui è difficile rispondere ancora oggi.
Frequentate il Teatro Oscar per cercare qualche risposta, forse…