L’amore di Dostoevskij nelle notti bianche di Oliva

Notti bianche
Notti bianche
Notti bianche (photo: Luca D’Agostino/Phocus Agency)

Un fiume di ragazzini delle scuole medie invade il foyer del Teatro Oscar di Milano. Va in scena “Notti bianche, memorie di un sognatore” di Fedor Dostoevskij. Ed è a dir poco piacevole vedere tanta viva partecipazione ad un’arte che può ancora raccontare grandi storie.

Questo romanzo breve, pubblicato dall’autore russo nel 1848, narra l’incontro sentimentale tra due anime, due sognatori appunto, nelle cosidette notti bianche di Pietroburgo (quando il sole tramonta dopo le 22). L’incontro, che si snoda in quattro notti, si fa luogo per i pensieri di due esseri solitari: “Assomiglia al teatro – racconta il foglio di sala – in cui per il breve tempo di uno spettacolo si esce dallo spazio-tempo reale per condividere un sogno, un’immagine, un respiro”.

Impegnativo il compito di rendere scenicamente questa dimensione immaginifica, fatta di poesia e sentimento. Ci provò in un adattamento cinematografico anche Luchino Visconti, nell’omonima pellicola del 1956 con Marcello Mastroianni, chiedendo aiuto per la sceneggiatura anche a Suso Cecchi D’Amico.
Oggi, Alberto Oliva, giovane ed emergente regista, affronta la prova teatrale con coraggio ma non senza problemi. Non vengono in aiuto il teatro e il suo apparato tecnico. Un uso sporco delle luci e disturbi tecnici nell’audio riportano continuamente alla concretezza del luogo, di per sé poco evocativo. La mente dello spettatore, così, non riesce a prendere il volo come si vorrebbe e rimane, nonostante lo sforzo degli attori, ancorata al velluto delle poltrone.

La dimensione scelta per affrontare il racconto è quella della semplicità: una panchina, un lampione e due attori sono i soli elementi scenici, ed è quindi fondamentale la possibilità immaginifica.
Una struttura semplice e il bel gioco di immagini danno vita alla passione amorosa e ai sogni del protagonista, povero impiegato innamorato, interpretato da un bravo Stefano Cordella che si strugge e ci fa struggere di sentimento. Meno forte il personaggio di Nasten’ka, interpretato da Vanessa Korn, dotato però di una leggerezza e ingenuità che la rendono eterea.
Complessivamente ci troviamo di fronte a una trasposizione teatrale riuscita di un racconto dotato di grande poesia, che tuttavia necessiterebbe forse di maggiore respiro e supporto tecnico.

Notti Bianche. Le memorie di un sognatore
da F. Dostoevskij
regia: Alberto Oliva
con: Stefano Cordella, Vanessa Korn
musiche originali: Danilo Attanasio
collaborazione alla scenografia: Cecilia Cosulich
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 1’ 30’’

Visto a Milano, Teatro Oscar, il 19 gennaio 2011

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  1. says: Giuseppe

    Secondo me questo spettacolo sembra davvero un saggio di fine anno accademico c’è solo una scena che si salva nel complesso : quella del sogno e del gioco tra di loro..per il resto mi dispiace dire che non è un granché!!