Notte di luna piena al Rione Terra di Pozzuoli

Nuit de pleine lune
Nuit de pleine lune
Nuit de pleine lune (photo: teatrofestivalitalia.it)

Non ero mai stato al Rione Terra di Pozzuoli. Questo agglomerato urbano situato in cima ad una piccola altura costituiva il primo nucleo abitato di Puteoli, antico nome romano della città fin dal II secolo a. C. Il perché non è difficile da intuire, data la sua posizione che la rendeva facilmente difendibile sia dal mare che dalla terra. In tempi recenti, però, la storia del quartiere non è stata delle più fortunate: sgomberato nel 1970 a seguito di una crisi bradisismica (un fenomeno presente solo nell’area dei Campi Flegrei in cui periodicamente il livello del suolo si abbassa o si alza), nel 1980 venne parzialmente distrutto prima dal terremoto dell’Irpinia e poi da un nuovo violento fenomeno bradisismico. Da anni è in fase di recupero e riqualificazione attraverso capillari restauri, ma una parte del quartiere (i sotterranei e una piccola parte della superficie) sono attualmente visitabili e molto suggestivi.

Questa ambientazione è stata scelta da Patrick Palmero, membro dell’associazione A.R.I.A., compagnia corsa fondata e diretta da Robin Renucci, che propone l’itinerante “Nuits de Pleine Lune”, spettacolo site specific voluto e coprodotto dal Napoli Teatro Festival Italia e ispirato alla letteratura di grandi scrittori come Poe, Maupassant e Pirandello. Storie di terrore, spiriti, omicidi: appena varcata la porta d’ingresso al Rione Terra penso che nessun altro luogo può essere più appropriato.

Sembra proprio di passeggiare per una città fantasma, abbandonata in fretta e furia dalla popolazione per un qualche motivo misterioso; le poche luci delle candele lungo le vie deserte non fanno che confermare quest’impressione. All’improvviso ci si para davanti un palazzo buio, cadente, abbandonato: entriamo e ci inoltriamo nei sotterranei. Ci vengono date delle torce: saremo noi pubblico (20 a rappresentazione) a creare la luce per lo spettacolo, illuminando (o non illuminando) le facce, i volti degli attori che raccontano le storie. E così, chiusi in uno stretto corridoio tufaceo, corrispondente all’antico tracciato dei decumani della Puteoli romana, inizia la prima storia: “Un cuore rivelatore”, di Edgar Allan Poe. Il ritmo è incalzante, la recitazione mantiene sempre lo stesso tono eppure il ritmo cresce, stimolato dai continui cambi di posizione dei tre narratori, che contribuiscono ad aumentare il senso di claustrofobia, alimentato dalle strette pareti del cunicolo roccioso e dalle flebili luci delle torce.

Ci spostiamo in un altro spazio sotterraneo, dove troviamo un narratore e un’anziana con un uomo morto sul grembo. È il secondo racconto: “Una Vendetta” di Maupassant, storia di una madre che giura di vendicare la morte del figlio, accoltellato da un uomo. La storia è ambientata in Corsica, e anche il dialetto è quello corso, intramezzato dal narratore, che invece racconta la storia in francese. Uno scoglio, per chi non è padrone della lingua, che non permette una comprensione dello spettacolo se non a grandi linee, rendendo la scena lunga e noiosa.

Si esce “a riveder le stelle”, e un gruppo di attori che canta una nenia popolare corsa ci guida verso un bellissimo palazzo barocco e i resti di un tempio dedicato ad Augusto. La scenografia è da togliere il fiato. È la terza storia, che costruisce un rapporto palco/platea più classico, dove a fare da scena è proprio il palazzo barocco.
La novella di Pirandello “La Casa del Granella” è riadattata e trasformata in una storia ambientata proprio qui, nel Rione Terra. È evidente l’impianto metateatrale del lavoro, con una coppia di bravissimi narratori (si segnala in particolare Elisa Proietti) che fungono da iniziatori dell’azione: sono loro a spostare i personaggi, come fossero pedine in balia di forze più grandi di loro; sono loro a dare ritmo all’azione, intramezzando momenti recitati a momenti narrativi, raccontati con grande ironia. Sono ancora loro a stabilire un contatto con il pubblico, a fungere da cerniera tra ciò che avviene sulla scena e in platea, stabilendo uno stretto contatto con altri lavori di Pirandello.

La magia del teatro e quella del Rione Terra si fondono insieme per una notte. E vien da domandarsi dove finiscano i meriti dello spettacolo e dove inizino quelli della suggestiva ambientazione. Un dubbio che forse, per una volta, possiamo evitare di risolvere.

NUIT DE PLEINE LUNE
da Edgar Allan Poe, Guy De Maupassant, Luigi Pirandello
regia: Patrick Palmero
produzione: Napoli Teatro Festival Italia
in coproduzione con Association Des Rencontres Internationales Artistiques (A.R.I.A.) in collaborazione con Consorzio Rione Terra, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Ufficio Struttura Legge 80/84-Regione Campania con il sostegno di Diocesi di Pozzuoli, Comune di Pozzuoli
con: Mimi Allegrini, Michelangelo Dalisi, Marie-Ange Geronimi, David Melcarne, Patrick Palmero, Elisa Proietti, Christian Ruspini
scene: Cecilia Delestre
costumi: Sandrine Lamblin
durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 1’ 40’’

Visto a Pozzuoli (NA), Rione Terra, il 10 giugno 2010

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