O Ùltimo Momento. Non solo acrobazie a Teatro a Corte

À deux pas de là-haut (photo: Milan Szypura)
À deux pas de là-haut (photo: Milan Szypura)
À deux pas de là-haut (photo: Milan Szypura)

Ospitata da Teatro a Corte 2011, la compagnia franco-portoghese O Ùltimo Momento ha presentato, in prima nazionale, il suo ultimo lavoro “À deux pas de là-haut”, perfomance unica nel suo genere e giocata tra acrobatica e danza.

Dopo l’applaudito “Contigo” dell’edizione passata, la compagnia torna a Torino sotto la direzione di Olivier Antoine e presenta un’opera ispirata al celebre romanzo di Oliver Sacks. La scena, composta esclusivamente da una sorta di casetta, è dominata da due pali cinesi, due assi verticali di circa sette metri, posti l’uno di fianco all’altro. I due perfomer, João Paulo Santos e Guillaume Amaro, fanno tuttavia attendere il pubblico che freme per seguire le spettacolari evoluzioni sui pali, e danno vita a brevi gag comiche. Dopo molte azioni ripetute ossessivamente, oggetti presi e spostati all’infinito, inseguimenti e riconoscimenti, finalmente i due perfomer raggiungono i pali e compongono figure di straordinario impatto visivo.
Le prese sono sempre precise e sicure, le evoluzioni, sia in coppia che singole, sono ben misurate e giocano non solo sull’asse verticale ma anche su quello orizzontale e sulla diagonale.

Calzano perfettamente alla performance le musiche, scelte e composte da Marek Hunhap, e la scenografia (impreziosita dalla “trovata” dei cassetti che escono dalla casa come a comporre una scala di gradini dritta verso il cielo), concepita da Santos.

Il tema del doppio, suggerito da un sapiente gioco di ombre e dalla moltiplicazione delle figure acrobatiche, pare tuttavia solo un pretesto per l’azione. La narrazione è forse povera e a tratti banale, tuttavia il lavoro complessivamente riesce a suscitare meraviglia e incanto e… perfino un po’ di paura.
Sebbene quindi la “storia” sia debole, non si può dire lo stesso dell’azione scenica, grandiosa, mai “da circo” e sempre ad alto tasso poetico.

Al pubblico che stravede per salti mortali e combinazioni complicate, O Ùltimo Momento regala invece un distillato di danza e poesia, una grande metafora della vita. Meraviglia e paura sono infatti ciò che il teatro dovrebbe regalarci ogni volta, e gli attori di prosa dovrebbero imparare anche dagli acrobati quella particolare qualità di presenza, di cui João e Guillaume danno un saggio quanto mai significativo nel loro spettacolo.
Lo spettatore non può fare a meno di chiedersi quale possa essere il segreto di tanta bravura e bellezza. Adottando uno sguardo più critico e meno “romantico”, si scopre che nessun segreto e nessuna formula magica possono contrapporsi a quello che pare un lavoro duro e faticoso, frutto di un esercizio preciso e mai preso alla leggera… pena la caduta dal palo.

Detto questo, è tuttavia evidente che la perfomance di João e Guillaume non può essere ricondotta alla mera esecuzione di un “esercizio”.
Nel corpo scenico di “À deux pas de là-haut” è scritto qualcosa di molto più interessante: un incontro, costante e rinnovato nel tempo, con il palo cinese. È infatti il palo il vero doppio dell’acrobata-danzatore, è il palo a spingere l’uomo oltre le leggi della gravità, oltre i limiti consentiti a “un’esistenza orizzontale”. Con una buona dose di sfida al corpo umano e alle sue potenzialità nascoste, questo “nuovo” circo ci insegna “nuove” possibilità senza il ricorso alla narrazione. Per queste ragioni, lo spettacolo sarebbe forse stato più avvincente senza la dichiarazione esplicita del tema del doppio, senza l’abbozzo di una storia che avrebbe dovuto giustificarlo. Bravura e sensibilità poetica non mancano certo ai suoi artefici.
Una buona prova per O Ùltimo Momento, se non proprio riuscita a livello della struttura narrativa, sicuramente all’altezza di quella «artificiale naturalità» di cui ci parlano i grandi maestri della performance.

À deux pas de là-haut
direzione artistica: João Paulo Santos
creato da e con: Guillaume Amaro, João Paulo Santos
direttore di scena: Olivier Antoine
musiche e sound originale: Marek Hunhap
light designer: Nicolas Le Clézio
coordinamento tecnico: Alrik Reynaud
costumi: Fanny Mandonnet
concezione della scenografia: João Paulo Santos
costruzione della scenografia : L’Usine, Tournefeuille
produzione: Cirque Théâtre d’Elbeuf – Centre des Arts du cirque de Haute Normandie L’Hippodrome – Scène Nationale de Douai, Culturgest – Lisbonne, L’équinoxe – Scène Nationale de Châteauroux, La Verrerie – Pole National des Arts du Cirque en région Languedoc-Roussillon, Fondazione TPE – Teatro a Corte
in collaborazione con: SERVICE CULTUREL BCLA – Ambasciata di Francia in Italia, INSTITUT FRANÇAIS, FRANCE DANSE Festival di Danza Contemporanea 2011, NUOVI MECENATI fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea
durata: 54’
applausi del pubblico: 2’ 43’’

Visto a Torino, Teatro Astra, il 21 luglio 2011

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