Occident Express. Ottavia Piccolo e la storia di Haifa

Photo: Botticelli
Photo: Botticelli

In un momento in cui il teatro di narrazione sembra per alcuni aver perso la sua necessità, ci troviamo di fronte al racconto di Haifa, scritto da Stefano Massini prendendo spunto da una storia vera.

A portarlo in scena in “Occident Express (Haifa è nata per star ferma)” è Ottavia Piccolo, questa volta nonna irachena moderna e partigiana che abbandona la sua terra per dare un futuro alla nipotina.
Il viaggio che da Mosul vuole percorrere per raggiungere Stoccolma, e così scappare dalla guerra, è lungo quasi 5000 km: durerà 118 giorni che cambieranno per sempre la vita di entrambe.

Intorno all’attrice, l’Orchestra Multietnica di Arezzo accentua gli stati emotivi del racconto diventando talvolta vero coprotagonista dell’azione. Gli otto musicisti, tra cui Enrico Fink autore delle musiche, suonano strumenti diversi e affascinanti come l’oud, il cümbüs, il bouzouki, che si uniscono a violoncelli, flauti, chitarre, fisarmoniche e altro ancora. E’ una scena variegata ed affollata, quasi non ci si accorge più che la protagonista è una, perché non è mai sola, il suo dialogo con i suoni è costante e continuo.

Eppure sul palco non c’è quasi niente; tralasciato l’elemento umano, resta un piedistallo marmoreo grigio, che ben s’intona con la tunica della protagonista e i suoi capelli grigi. Un monumento che si costruisce piano piano, con lo scorrere del viaggio e delle tante difficoltà che Haifa si trova a fronteggiare, con una lucidità accentuata da un’emergenza totale. Ed è proprio questa razionale emergenza che si avverte anche in platea, ed è l’elemento che sconvolge di più, aldilà delle orrende difficoltà alle quali i media ci hanno ormai allenato l’orecchio.

Non c’è pietismo, in questo racconto, né voglia di commuovere o colpire ad ogni costo, un rischio non facile da schivare vista la scottante attualità dell’argomento; eliminata anche la voglia di schierarsi da una parte o dall’altra. Perché il narrare della nonna vira quasi alla cronaca giornalistica, scivolando sul drammatico con il pretesto di evitare alla nipotina un’eccessiva presa di coscienza di quanto sta vivendo.

La scelta di Ottavia Piccolo per il ruolo di Haifa non è casuale e sancisce, come ci aveva raccontato lei stessa nell’intervista fatta qualche tempo fa, un sodalizio artistico con Fink che va avanti da anni, accompagnato dalla comune necessità di affrontare i temi più importanti della storia di oggi.

Il suo recitato estremamente naturale, la presenza discreta – più cinematografica che teatrale -, quello sguardo malinconico che la contraddistingue chiudono il cerchio. Resta qualche minima imperfezione, tipica di un debutto, e qualche calo di tensione dovuto ad un tono che resta volutamente invariato per tutta la durata dello spettacolo.
Il 9 novembre in scena al Teatro Astra di Schio (VI).

Occident Express (Haifa è nata per star ferma)
scritto da Stefano Massini
uno spettacolo a cura di Enrico Fink e Ottavia Piccolo
con Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica Di Arezzo: Gianni Micheli clarinetti e fisarmonica; Massimo Ferri oud, cümbüs, bouzouki, chitarra; Luca Roccia Baldini basso e contrabbasso; Mariel Tahiraj violino; Leidy Natalia Orozco viola; Maria Clara Verdelli violoncello; Massimiliano Dragoni salterio e percussioni; Enrico Fink flauto
musica composta e diretta da Enrico Fink
disegno luci Alfredo Piras
produzione Teatro Stabile dell’Umbria/Officine della Cultura

durata: 1h 40′
applausi del pubblico: 3′ 45”

Visto a Milano, Piccolo Teatro Grassi, il 17 ottobre 2018

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