L’Orgoglio e pregiudizio folgorante di Arturo Cirillo

Orgoglio e pregiudizio (photo: Giulia Di Vitantonio)
Orgoglio e pregiudizio (photo: Giulia Di Vitantonio)

Una leggerezza pensosa attraversa “Orgoglio e pregiudizio”, romanzo del 1813 di Jane Austen che Arturo Cirillo trasforma in pièce, raccogliendo sorrisi e applausi all’Elfo Puccini di Milano.
Due ore di teatro per entrare nel mondo di una scrittrice, nella sua vita di provincia serena e monocorde, nella campagna inglese che fa da sfondo a questo e ad altri suoi romanzi. Al centro, la maturazione sentimentale di tre ragazze in età da matrimonio.

Dopo “La scuola delle mogli” di Molière, ecco un altro lavoro al femminile diretto da Cirillo. Che spigolando nella letteratura del passato trova archetipi di donne libere e consapevoli capaci di scompaginare sistemi patriarcali consolidati. Nella cultura sociale contemporanea alla scrittrice, l’unione coniugale era ritenuta un obiettivo essenziale per le giovani dell’alta e media borghesia, che non lavoravano e non disponevano dunque del necessario per sostentarsi. Esse dovevano contrarre un buon matrimonio – basato non tanto sull’amore, quanto sul patrimonio – per ottenere una certa sicurezza sociale e garantirsi un futuro.

In “Orgoglio e pregiudizio” Cirillo mantiene – per quanto possibile – il cast e i tecnici di “La scuola delle mogli, a continuare una ricerca condivisa. L’adattamento teatrale di Antonio Piccolo scarnifica il testo riducendo da cinque a due il numero delle figlie del signor Bennet (Cirillo) e della signora Bennet (Sabrina Scuccimarra), coppia dai modi grossolani di modesta estrazione sociale. Jane (Eleonora Pace), figlia primogenita, pare più ingenua e focalizzata sul matrimonio. Elizabeth (Valentina Picello), secondogenita libera e colta, è invece più consapevole della propria dignità di donna; è disposta a sposarsi solo a patto d’incontrare il vero amore.

A sparigliare i piani della famiglia arrivano prima il nuovo vicino di casa, il ricco Charles Bingley (Giacomo Vigentini) con il suo miglior amico Darcy (Francesco Petruzzelli), poi l’attempato reverendo Collins (Rosario Giglio), sgraziato e sussiegoso cugino dei Bennet.
A fare da terzo incomodo, ecco Charlotte (Giulia Trippetta), migliore amica delle sorelle Bennet.
Peripezie e capovolgimenti turbano un equilibrio che sembrava cristallizzato. A rappresentare le molteplici sfaccettature di un ribaltamento è la scena costruita da Dario Gessati con Eleonora Ticca: quattro enormi specchi basculanti tipo toilette da signora dilatano gli spazi, creano rimbalzi, riflessi e controriflessi; producono sipari; moltiplicano le sfaccettature dei personaggi e i punti di vista degli spettatori. Consentono infine di arricchire di dettagli e colori la scena, quando riverberano i soggetti dipinti su tappeti distesi sul palco dagli stessi personaggi: i cieli di John Constable aprono orizzonti onirici; le sensuali frivolezze rococò di Jean Honoré Fragonard rivelano una natura arcadica e un intimo desiderio d’armonia.

A proposito di colori: impossibile descrivere il miscuglio di fantasia, rigore e cura dei dettagli ordito dal premio Ubu Gianluca Falaschi. Che nei suoi costumi riesuma l’Inghilterra d’inizio Ottocento attraverso abiti in stile Regency dalle fantasie vivaci e dalle linee eleganti. A volte si tratta di semplici tuniche “greche”, e allora affiora lo scarto sociale tra borghesi e ricchi rampanti dai costumi pomposi. Quest’ultimo è il caso della boriosa Lady Catherine De Bourgh, zia di Darcy, figura interpretata anch’essa dallo spiritato Arturo Cirillo, perfettamente a suo agio nei travestimenti che gli consentono di spaziare tra personaggi diversi, senza coordinate di sesso, età, carattere.
Parrucca per la signora Bennet, acconciature classiche per gli altri. Poltrone e sedili d’epoca. Danze, inchini, cerimonie. E in più l’ingresso in scena di una spinetta e di un clavicembalo, a dare il via a un paio di vaudeville esilaranti, che svelano le sommesse abilità canore degli attori.

“Orgoglio e pregiudizio”, produzione Marche Teatro / Teatro di Napoli, è uno spettacolo polifonico e vivace. Dominano i dialoghi e i movimenti rapidi. È un lavoro godibile pieno di paradossi, gaffe e motteggi. È un carosello di adulazioni e provocazioni, imbarazzi, risentimenti, stramberie e maldicenze. E poi trucchi, tranelli, fraintendimenti. La regia è un meccanismo oleato. Ogni rondella è al suo posto.
I personaggi rivelano timidezze e sogni senza nascondere le proprie ambivalenze. Domina su tutto, nascosta o plateale, l’aspirazione alla felicità.

Bravissimi gli attori: Cirillo tra ironia e disincanto, Giglio tra deformità e bizzarria, Pace stralunata, Trippetta sognante e ingenua. Petruzzelli e Vigentini rivelano un estro fanciullesco capace di turbamenti pudichi. Sabrina Scuccimarra, disinvolta e scanzonata, libera più volte negli spettatori la risata di pancia. Più rifinito il personaggio di Elizabeth scolpito da Valentina Picello: Lizzy è orgogliosa ed egocentrica, decisa ad agire secondo le proprie opinioni, capace di pervenire a una superiore conoscenza di sé attraverso il riconoscimento dei propri difetti ed errori. Fino a pacificarsi con sé stessa, e a riscontrare in sé e negli altri la virtù che diventa eufonia.

Lo spettacolo è in tournée a Trento fino al 5 dicembre al Teatro Sociale, e poi toccherà Prato (11 e 12 dicembre 2021– Politeama), Portogruaro (14 dicembre 2021 – Teatro Russolo), Livorno (16 dicembre 2021 – Teatro Goldoni), La Spezia (17/19 dicembre 2021 –T eatro Civico).
Nel 2022, dopo aver inaugurato l’anno a Roma (4/9 gennaio – Teatro Ambra Jovinelli), “Orgoglio e pregiudizio” sarà a Russi (RA), Piacenza, Rimini, Thiene (VI), Udine, Palermo, Foggia, Savona, Alba (CN), Pinerolo (TO), Tortona (AL), Genova, Asti, Casale Monferrato (AL), Pavia, Maranello (MO), per concludere il 2 marzo 2022 San Casciano in Val di Pesa (FI).

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
di Jane Austen
adattamento teatrale di Antonio Piccolo
regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace, Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche Francesco De Melis
produzione MARCHE TEATRO / Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

durata: 1h 50′
applausi del pubblico: 3’ 30”

Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 24 novembre 2021

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