Orlando Festival 23: a Bergamo la festa dell’inclusione nel segno di Virginia Woolf

Un momento della conferenza stampa
Un momento della conferenza stampa

Diretta da Mauro Danesi, la decima edizione del festival queer coincide con la designazione della città come Capitale italiana della Cultura insieme a Brescia

Si chiama Orlando il festival multidisciplinare a tematiche queer promosso e diretto da Mauro Danesi, che animerà per otto giorni Bergamo, da domenica 30 aprile a domenica 7 maggio.
Orlando è un riferimento alla famosa “lettera d’amore” che Virginia Woolf scrisse all’amica Vita Sackville-West. Pubblicato nel 1928, il romanzo era un’ardita rappresentazione del concetto d’anima universale androgina. Attraverso la vita plurisecolare del protagonista, la scrittrice effettuava una memorabile scorribanda nella storia e nella letteratura inglese.

Giunto alla decima edizione, Orlando Festival è organizzato dall’associazione culturale Immaginare Orlando APS e da Laboratorio 80, con il sostegno del Comune di Bergamo e il patrocinio della Provincia. Sono coinvolti anche il Tavolo Permanente contro l’Omolesbobitransfobia e l’Università degli Studi di Bergamo. Occasione speciale questo 2023, dato che la città è, insieme con Brescia, Capitale italiana della Cultura.
Bergamo e Brescia, città simbolo della resilienza alla pandemia di Covid 19, hanno rappresentato nell’ultimo triennio la capacità di rialzarsi da un’emergenza dai risvolti tragici ancora ben impressi nella nostra coscienza collettiva.
“Bergamo Capitale” si concentra sul tema “la città illuminata”, a rappresentare i valori della cura e della natura, e temi come sostenibilità ambientale, inventiva, leadership, sviluppo, ricerca tecnologica e scientifica, e ovviamente tolleranza e creatività.

Orlando trova in questo contesto la propria collocazione, nel segno della militanza e della sperimentazione. Con l’intento di scompaginare gli stereotipi di genere e non solo, e rivoluzionare le coscienze affinché possano rimodellarsi.
«Questa sarà un’edizione speciale – spiega Mauro Danesi – con ospitalità internazionali e attività speciali che si estenderanno fino a luglio. Scegliamo come parola guida l’obliquità, una pratica dinamica di transizione e di attraversamento che possa riscrivere le mappe in modo più equo e accogliente per tutt*».

Otto giorni “estensibili”, dunque, tra musica, danza, cinema, performing art, teatro e incontri. Il ponte del 1° maggio si allunga, imbarca l’attivismo LGBTQ+ e diventa un’occasione per riflettere su corpo, identità e relazioni. Sul significato di un cambiamento sociale. Sul ruolo della cultura. Sui bisogni individuali e collettivi. Sulle possibilità anche di singole persone nel contribuire a una rivoluzione culturale.

Apertura all’insegna dell’ironia domenica 30 aprile presso Edoné con l’arte drag del collettivo artistico Toilet Club di Milano. Seguiranno performance e il dj set di LoZelmo ed Erik Deep. Anche il cortometraggio “Trapezia” di Daniele Costa entra nel cuore della kermesse, attraverso il linguaggio cinematografico e il personaggio queer di drag Trapezia.

“Stone” di Carmen Pellegrinelli inaugura al Teatro Caverna la sezione performativa lunedì 1° maggio (in replica il 3). È la biografia immaginaria dell’attivista Jess Goldberg. Lo spettacolo, ispirato al classico “Stone Butch Blues” di Leslie Feinberg, ripercorre le battaglie per i diritti Lgbtq+ negli Stati Uniti, ed è presentato in collaborazione con l’associazione Alfi LesbichexxBergamo.

Dall’America all’Estremo Oriente, al cuore dell’Europa. Il rapporto dialettico tra libertà e censura è oggetto della performance immersiva “Bodies in the Dark”, realizzata dalla compagnia coreana Elephants Laugh. I colori della corporeità, per disperdere ogni rigurgito oscurantista. Lo spettacolo animerà in sei repliche il weekend tra il 5 e il 7 maggio, con il sostegno di Art Council Korea e del Consolato Generale della Repubblica di Corea del Sud.
Nello stesso weekend, performance, game design e installazione saranno il cuore anche di “Eutopia”, a cura di Trickster-p (Svizzera), duo da sempre aperto a forme di ricerca e sperimentazione. Patrocinato da Pro Helvetia – Fondazione Svizzera per la cultura, il progetto trasfigurerà la Sala alla Porta di Sant’Agostino in un grande tavolo da gioco in cui gli spettatori interagiranno con lo spazio scenico animato e inanimato.
Sabato 4 maggio alle ore 21, in collaborazione con Festival Danza Estate e MiDi – Motori Digitali, Daria Greco e Salvo Lombardo proporranno a Daste “Outdoor dance floor”, un’azione coreografica, musicale, sonora e visiva capace di assorbire il pubblico nel flusso di un’azione multimediale.
Un ibrido tra performance, improvvisazione e party è invece la proposta del collettivo tedesco Queereké il 6 maggio a INK Club: sarà l’occasione per un karaoke fantasmagorico sulla cultura queer.

Orlando – si diceva – è anche cinema. Dopo “Trapezia” di Daniele Costa in apertura del festival, il 2 maggio avremo la proiezione di “Carl Th. Dreyer’s Michaël vs. FUCK!LACRÈME”. Il film muto “Michaël” (1924) di Carl Theodor Dreyer dialogherà con una sonorizzazione elettronica dal vivo, realizzata in collaborazione con Lab 80 e Bergamo Film Meeting.
Giovedì 4 maggio sarà la volta di “Lobo e Cão (Wolf and Dog)”, film portoghese della regista Cláudia Varejão tra fiction e documentario, premio Miglior Regia alle Giornate degli Autori di Venezia 2022. Questo lavoro chiuderà la rassegna Orizzonti Queer, con proiezioni a Bergamo e a Brescia alla Fondazione Brescia Musei – Cinema Nuovo Eden.
Da non perdere la rassegna di cortometraggi queer “Orlando Shorts”, giunta alla quarta edizione. I sottotitoli, in collaborazione con The Blank Contemporary Art, considereranno anche tutti gli elementi sonori compatibili con i bisogni della cultura sorda.

Ma Orlando significa anche incontri e laboratori. Il 5 maggio alle ore 16 a INK Club, incontro con il collettivo Queereké. Sabato 6 a mezzogiorno, a Bikefellas, sarà invece possibile approfondire la ricerca del collettivo coreano Elephants Laugh attraverso l’incontro dal titolo “La performance e le etiche dei corpi”. Alle 14, ancora, laboratorio dedicato al pensiero e alla pratica di bell hooks (“Love me tender”, a CRP Pignolo, in collaborazione con I Volti dei Diritti).
Infine il 7 maggio alle 10 presso CRP Pignolo, workshop con Rachele Borghi e Rahel Sereke all’interno del progetto “Praticare Alleanze per Bergamo e Brescia 2023”, in collaborazione con festival WOWomen di Brescia.

La consuetudine dell’extrafestival contrassegna anche Orlando. Tra gli appuntamenti da segnalare, le effervescenti Qui e Ora Residenza teatrale con il progetto speciale “Praticare alleanze”: sarà un modo per rilanciare il ruolo della cultura ai fini del benessere personale e collettivo, mediante azioni ibride e pluridisciplinari.
Gli otto appuntamenti a ingresso libero di “Dance Well Diffuso”, in collaborazione con la Fondazione del Teatro Grande di Brescia, aiuteranno i partecipanti a ritrovare il pieno controllo del proprio corpo. Per i cinefili, invece, sei occasioni a tematica gender con Orizzonti Queer, in collaborazione con Cinema Nuovo Eden di Brescia.
Tra le azioni performative, citiamo “The Privileged”, del britannico Jamal Harewood, e “Oida” della compagnia palermitana Amunì – Babel Crew, entrambe venerdì 19 maggio presso Daste.

Infine, una data extrafestival ospitata nell’ambito del 35° Festival Danza Estate: il 16 giugno, ancora a Daste, lo spettacolo “Alexis 2.0” di Aristide Rontini che, ispirandosi all’omonimo libro di Marguerite Yourcenar, racconta il processo spesso tormentato del coming out. Il lavoro sarà preceduto dal laboratorio “Segni Propri” a cura di Rontini e Diana Anselmo di Al.Di.Qua Artists, gruppo che da alcuni anni svolge un importante ruolo di sensibilizzazione e rivendicazione sui temi della disabilità, contro gli stereotipi e le barriere che coinvolgono artisti e pubblico, dall’accesso alle sale al palcoscenico.

Orlando è insomma un’occasione fondamentale per riflettere sul bisogno di un cambiamento sociale, ma anche sul ruolo della cultura in questa rivoluzione, e sul contributo – individuale e collettivo – per arrivarci.
Se Nadia Ghisalberti, assessora alla Cultura del Comune di Bergamo, evidenzia il valore della «cultura come cura e come strumento di coesione sociale, per battere discriminazione e pregiudizio, lontano da ogni luogo comune», Marzia Marchesi, assessora alle Pari Opportunità, evidenzia la pregnanza della «parola scelta per questa edizione, “obliquità”: suggerisce l’idea di una biodiversità corporea e funzionale che in tempi di omologazione generalizzata credo sia un valore da praticare».

Orlando è un festival di cui si sente il bisogno, proprio in un momento in cui, sul piano politico, si rischia un riflusso verso posizioni reazionarie. «Stiamo assistendo ad un clima in cui sono a rischio i diritti fondamentali – spiega Romina Russo, consigliera con delega alla cultura, pari opportunità, fragilità e politiche – Ritengo sia necessario reagire con forza, per una visione della società come luogo inclusivo delle differenze che garantisca a tutti e tutte pari diritti ed opportunità».

QUI tutte le informazioni e le date degli appuntamenti.

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