OZ-ALFAVITA. B (Battito)
laboratorio per musicisti e attori a Firenze – dal 12 al 14 febbraio 2009
condotto da Chiara Lagani (drammaturga e attrice di F&A) e Fiorenza Menni (attrice in Sud di F&A, fondatrice e artista di Teatrino Clandestino) con la collaborazione di Mirto Baliani (compositore, collaboratore di F&A per le musiche e il sound design)
OZ-ALFAVITA B. (Battito) sarà un laboratorio aperto a musicisti ed attori, anche senza esperienza.
Il lavoro sarà concentrato sulle tematiche del ritmo, legato sia al discorso musicale che a quello attoriale e connesso con la ricerca per il prossimo spettacolo del Progetto Oz, South, che debutterà in prima europea a Zagabria il prossimo 18 aprile.
LA MIA RICHIESTA PUÒ SEMBRARE STUPIDA, MA SONO SICURA, È QUESTA: IO NON VOGLIO SENTIRE IL CUORE, VOGLIO NON SENTIRLO MAI, DIMENTICARLO COMPLETAMENTE. PERFETTO? BUSSA SUL MIO PETTO E VEDRAI! IO NON LO SENTO IL CUORE. NO HEART, ALL HOLLOW.
(Emerald City, le Confessioni dell’umanità)
Nello spettacolo Emerald City di F&A tra la babele delle voci che fan richiesta al mago di cuore cervello e coraggio all’improvviso si leva una voce di donna: chiede di non sentire più il cuore, di dimenticarlo, chiede che quel battito non le ricordi un organo che solo “a sentirlo, fa male”.
Nella storia del Mago c’è un personaggio, il Tin Man, che ha perduto per sempre qualcosa. Nel suo torace non c’è più il cuore, “è tutto vuoto”. Quel personaggio si reca dal Mago per ottenere un cuore nuovo. Il Mago gli dona un oggetto pulsante, un “testimonial”, una piccola macchina che produce battiti. Il boscaiolo è completamente felice (“It tics!”, “Batte!”)
E ancora. Glinda, la strega del Sud, insegna a Dorothy un ritmo magico, il triplice battito di tacchi che la condurrà a casa. Quel ritmo segreto composto avvicinando i talloni tra loro è capace di trasportare chiunque indossi le scarpette rosse nel luogo che più desidera.
Nel viaggio di Fanny & Alexander, a Sud del regno di Oz, vive una strega, una creatura mista, vecchia eppur giovanissima, metà donna metà animale, creatura notturna e lunare che parla una lingua fatta di battiti, nata dalla memoria remota di un cuore che non c’è più, o forse eco del triplice famoso gesto magico del ritorno, oppure nostalgia del battito organico, primigenio, che è ovunque.
Quali saranno le forme, le qualità di questa lingua? Che cos’è davvero il suo battito? Che sentimenti, che emozioni che metafore, che residui di sensi, che sensi nuovi e originari potrà ricreare? A che grammatica, a che retorica appartiene? Che strumento rappresenta o potrà diventare per un attore? Per un musicista?Verranno sollevate alcune questioni “plastiche”, attraverso il lavoro pratico di attori e musicisti, che dovran produrre in cooperazione alcune semplici stringhe linguistiche di senso a partire da alcuni colpi, o battiti. Occorrerà stendere un catalogo di possibilità, un dizionario delle sensazioni percepite come tratti distintivi, come se questi battiti isolati o raggruppati fossero dei lessemi di una lingua naturale.
Il ritmo è un fenomeno di stile? È un fenomeno plastico? Il ritmo può fare da ponte tra percezione e enunciazione? Tra sensazione e linguaggio? Il ritmo è un fatto biologico? Un fatto psicologico? Un fatto culturale?
Si lavorerà a partire da piccole campionature empiriche su ritmi discorsivi di superficie e ritmi di profondità (legati ai fenomeni biologici e psicologici). Il ritmo è uno dei fattori più elementari che assicura la conservazione di una struttura. Eppure la sua natura è dinamica, e può dar vita di continuo a nuove strutture. Si indagheranno i rapporti tra ritmo e informazione, tra ritmo e tempo, tra ritmo e intonazione, a partire da un lavoro vocale, fisico e gestuale di tipo metrico e percussivo.