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Peperoni difficili: Rosario Lisma e la menzogna “a fin di bene”

Peperoni difficili (photo: Fabio Artese)

Peperoni difficili (photo: Fabio Artese)

Per diventare buoni amici non occorre essere sacerdoti o missionari. Basta restare in ascolto, magari in silenzio. E una bugia a fin di bene può essere meglio di una verità che ferisce.
C’è il tepore dell’intimità domestica nel soggiorno della canonica di don Giovanni che, steso sul divano, il cuscino alle orecchie, tenta invano di schiacciare un pisolino mentre all’oratorio i ragazzi starnazzano dietro a un pallone.

Che bello spettacolo “Peperoni difficili”, soggetto e regia di Rosario Lisma, ancora una volta sold out al Teatro Franco Parenti di Milano. È un piccolo mondo contemporaneo dolceamaro, una commedia che fa ridere e pensare. E per una volta non è un modo di dire.

Giovanni, parroco di provincia, riceve la visita inattesa di sua sorella Maria, missionaria in Africa. L’arrivo della donna risveglia sentimenti sopiti in Pietro, amico di famiglia, carismatico economista affetto da tetraparesi spastica. Pietro ospita da qualche tempo suo fratello Filippo, bidello, allenatore della squadretta dell’oratorio, reduce da un matrimonio fallito.

Le corpose note di chitarra di Gipo Gurrado creano spazi raccolti. Le luci splendidamente dosate da Paola Tintinelli e Luigi Biondi proiettano nel soggiorno le sfumature dei fiori sul balcone. Sono chiarori rassicuranti, che emanano calore e focalizzano dettagli.

La ricetta africana cui allude il titolo è talmente complicata da preparare che può certificare l’età e la maturità da matrimonio nella donna che la sappia realizzare.
Maria vi si cimenta, il risultato è grandioso. Ma per un movimento maldestro di Pietro il piatto finisce in frantumi, proprio come certi matrimoni.

L’interno domestico è così reale, così vividi i personaggi, che a momenti il pubblico (disposto attorno alla scena come ad abbracciarla) dimentica di essere a teatro. Percepiamo odori e sapori. Sono reali l’aprire e apparecchiare il tavolo, le molliche del pane sulla tovaglia, i tintinnii di calici, il grembiule che viene ripiegato, le esilaranti scene goliardiche.

Due coppie di fratelli incrociano i loro destini. Affiorano innamoramenti, amicizie, tradimenti. Gelosie ataviche sono superate da affetti ancestrali. Dolori rimestati, rimossi, rifluiscono in maniera crudele.
La concezione della vita e della verità. L’amore che edifica, e forse supera le barriere della malattia, degli occhi e della mente. Buoni sentimenti. Sillogismi. Chiacchiere per passare un sabato sera davanti a un buon piatto, con la tv accesa senza volume sulla partita di calcio.

Sono tanti i temi toccati, in maniera rapida ma mai superficiale. Ci sta che durante una cena si disputi su temi come la verità, la giustizia, l’etica. Che si parli di Dio e dell’esistenza, di libero arbitrio ed escatologia. Qui si citano Gregorio Magno, Tommaso d’Aquino, Agostino d’Ippona, Hegel: è un simposio. E intanto si ride, proprio come nella vita.
Il testo e la regia dosano gioia e dolore, luci, ombre, desideri, incubi. Cercano la variazione senza esasperare, con escursioni nel grottesco surreale, scandendo il ritmo di un testo istrionico. I tempi comici sono perfetti, inframmezzano la dialettica dei protagonisti.
Gli attori sono affiatati e incisivi: deliziosa e dinamica Anna della Rosa, energico e indulgente Rosario Lisma (Giovanni), ossessivo, indeciso a tutto Andrea Narsi (Filippo). Una menzione particolare va a Ugo Giacomazzi (Pietro): colto e arguto, spiritoso fino alle lacrime, coinvolgente fino alla malinconia. Non c’è moto del corpo, degli occhi e del cuore che non sia vero. Chi conosce la disabilità per esperienza e non per buoni sentimenti, ne coglie tutta l’autenticità.

PEPERONI DIFFICILI (la verità chiede di essere conosciuta)
Regia di Rosario Lisma
con Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma e Andrea Narsi
Scene e costumi Eleonora Rossi
Luci Paola Tintinelli e Luigi Biondi
Musiche Gipo Gurrado
Regia Rosario Lisma
Assistente alla regia Sofia Sironi
Assistente scene e costumi Chiara Luna Mauri
Produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Jacovacci e Busacca

durata: 2h 20’
applausi del pubblico: 3’ 15″

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, l’11 ottobre 2015

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