Vincitore dell’ultimo Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”, “Per il tuo bene” è l’intenso testo scritto e diretto dal non ancora trentenne Pier Lorenzo Pisano.
Protagonista è una ancora una volta una famiglia: vi è un figlio che ritorna, una madre che ogni volta l’aspetta, un padre la cui assenza incombe su tutta la messa in scena, infine un fratello più piccolo con la sua nuova fidanzatina, coppia che forse vorrebbe formarne una nuova, di famiglia.
All’apparenza lo spettacolo si impernia sul confronto-scontro tra le generazioni, attraverso il legame speciale che unisce una madre a un figlio, ma in realtà il testo ci parla, in modo profondo, del rapporto d’amore e affetto che si instaura fra tutti gli esseri umani.
E’ il ritorno a casa del figlio a generare tutti i meccanismi che la scena ci riconsegna puntualmente.
Il figlio ritorna e, come ogni volta, si incontra/scontra con le solite recriminazioni: l’amore risulta essere il ricatto su cui si basano tutte le relazioni, ma proprio tutte.
A casa ritrova sempre più vecchi i suoi cari, e forse è per questo motivo che la voglia di lasciarli si fa più forte.
Anche in questo spettacolo, come ne “Il problema” di Paola Fresa, entrambi presentati in questa edizione di Primavera dei Teatri, la vicenda gira attorno alla malattia.
La madre, forse anch’essa ammalata (una bravissima Laura Mazzi, che prodigiosamente ad un certo punto si travestirà da nonna) rivuole a casa il figlio grande (Edoardo Sorgente) perché il padre sta male. Un padre la cui evocazione fa diverse volte fermare l’azione dello spettacolo in un buio agghiacciante.
Vi è poi il fratello più piccolo (Alessandro Bay Rossi), che cerca di instaurare un rapporto più duraturo con la nuova fidanzatina (Marina Occhionero); ogni tanto appare anche, fuori contesto, uno zio burlone (Marco Cacciola) che si intrufola nell’azione, cercando di vivacizzarla con il paradosso e l’ironia. Infine c’è un’altra nonna, rappresentata come un grande bancomat, capace solo di erogare fondi quando i nipoti ne hanno bisogno.
La scena significante di Giulia Carnevali è costruita da pareti mobili che, di volta in volta, in modo cinematografico, focalizzano le azioni, isolando i personaggi e acuendone la solitudine. Vi è un piano basculante, di cangiante utilizzo, pronto a diventare tavola imbandita, panchina, letto d’ospedale.
Le azioni si ripetono stancamente, cospargendo pian piano di melanconia un crogiolo di sentimenti che la regia, dello stesso Pisano, calibra in modo pertinente, senza mai calcare la mano, in maniera soffusa.
C’è poi il finale di speranza, che speranza alla fine non è, lasciato alle nuove generazioni. “Ti immagini io e te che diventiamo una famiglia?” chiede il figlio più piccolo alla fidanzata. Lei risponderà: “No. Andiamo avanti e vediamo. Per ora va bene così”. E lui: “Non c’è nemmeno la minima possibilità? Potremmo essere noi quelli che ce la fanno… Potrebbe succedere. Tanto vale provare. Al massimo finisce che ci odiamo”.
E su questo finale, da melomani, viene subito in mente il sublime “Così fan tutte” di Mozart–Da Ponte, che da più di duecento anni ci insegna con melanconica leggerezza che, nelle unioni, la felicità perfetta non esiste; sussiste solo la possibilità di provarla, di assaporarne insieme almeno un attimo, soltanto per sentirci meno soli, tanto per scaldarci, proteggendoci dal gelo della vita che trascorre.
PER IL TUO BENE
testo e regia Pier Lorenzo Pisano
scene Giulia Carnevali
luci Vincenzo Bonaffini
costumi Raffaella Toni
sound designer Mattia Persico
assistente alla regia Camilla Brison
con Alessandro Bay Rossi, Marco Cacciola, Laura Mazzi, Marina Occhionero, Edoardo Sorgente
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Marco Fieni
capo elettricista Vincenzo De Angelis
fonico Pietro Tirella
scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Marco Fieni (costruzioni in ferro), Sergio Puzzo, Riccardo Betti
scenografa decoratrice Lucia Bramati
immagine manifesto e grafica Marco Smacchia
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni e Riccione Teatro
Testo vincitore del 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”
durata: 1h 20′
Visto a Castrovillari, Primavera dei Teatri, il 30 maggio 2019