Rientrando a casa sento ancora, fortissimo, l’aroma d’incenso sulle braccia, memoria dell’abbraccio in un Caravankermesse dal sapore ipnotico e suadente.
Le stelle ci accompagnano nella discesa verso un prato sistemato tra colline astigiane puntellate di vigneti e cascine. Lì ci attende Ker (diminutivo di Kerosene): ma siamo in troppi e qualcuno deve pur abbandonare; il caravan non può che ospitare sei persone alla volta. Non cedo. Dopo un’altra lunga risata, l’instabile Ker dalla bevuta facile (o no?) ci apre la porta.
È un tripudio di sensazioni: molleggio su una sorta di tappeto rosso dalla strana e giocosa consistenza; sediamo al tavolino in attesa di ciò che accadrà, circondati da un’atmosfera che sfuma tra boudoir, circo e burlesque. Un mondo intimo in cui ci viene concesso d’entrare. Mi infastidisco, quindi, nella distrazione dai sensi che le voci dei miei compagni di ventura impongono quando si ha paura dell’ignoto e si smorza la tensione riempiendo il silenzio di parole inutili.
Scendono davanti ai nostri occhi tazzine e cucchiaini, quasi fossimo invitati all’ora del the da Alice e Stregatto. Il cucù batte il tempo, veli e piume rosate ci avvolgono, il forte profumo d’incenso entra nei pori della pelle. Poi arriva lei, la bella e inquieta signorina Messe, la trapezista ammaliatrice che con l’abbraccio ti lega a sé e a quel ricordo di pelle setosa e perfetta. Per un attimo ne immagino l’esistenza vagabonda e solitaria in un antro fatto di oggetti surreali.
Contemporaneamente, fuori dal camper, Ker conduce un altro gioco, speculare e meno ipnotico, perché all’esterno hai le coordinate esistenziali che dentro al caravan vengono meno. Ma la malinconia resta.
È un dialogo ciò a cui si assiste, una conversazione con pochi termini ma dai numerosi riferimenti. Sono fortunata e, oltre all’abbraccio di Miss Messe, dietro al camper trovo anche il dolce ballo con Ker. Gli altri assistono, forse divertiti dal mio imbarazzo ma ignari del piacere.
Sono i momenti che ripagano del mancato silenzio che avrei voluto a sfondo del mio sogno.
Perché quella suggestione è da vivere in solitudine, e così la voglio ricordare. E se il teatro è ricreare ed immergere lo spettatore in un’altra dimensione, David Batignani e Candida Vettori ci sono riusciti in pieno.
Noi non cogliamo tutti i riferimenti, né capiamo interamente cosa stia dietro a questa liaison delle antitesi che crea l’unità: maschile/femminile, interno/esterno, protagonismo/marginalità, sposo/sposa… Ci basta godere di sensazioni ed atmosfere che sanno produrre.
E quando, nel saluto finale, Ker invita a tornare appena ne avremo voglia, scatta in me il desiderio di cercare nuove piazze: quelle in cui potrei ritrovare accampato il fascino felliniano di Caravankermesse.
CARAVANKERMESSE
di David Batignani e Natascia Curci
con: David Batignani, Candida Vettori
e, per la prima volta sulla scena, Mister Van
durata: 40’
Visto a Calamandrana (AT), Festival Teatro e Colline, il 26 luglio 2008
Ci risulta che oggi e domani il camper di Cavankermesse sarà nel centro storico di Campi Bisenzio, piazza Fra Ristoro, ore 19-21-22. Prenotazione obbligatoria: telefono 329 8628437 055 8964519… magari sei ancora in tempo!
ma che bel ricordo, anch’io ho un simile bellissimo ricordo al festival Short Stories al CRT a Milano forse era il 2004, anchio seduto li in misteriosa attesa con altri sei spettatori e le mi ha sussurrato “ti amo”, be certo mica mi amava per davvero, e mi ha dato un bacio sulle labbra, uno dei più baci che ho mai ricevuto, un bellissimo ricordo ma dove saranno ancora con il loro caravan che vorrei proprio rivederli