Polo creatività contemporanea: TPE e Colline uniti nel segno della drammaturgia

Il Teatro Astra di Torino diventerà il luogo simbolo della convergenza fra TPE e Colline (photo: fondazionetpe.it)
Il Teatro Astra di Torino diventerà il luogo simbolo della convergenza d'intenti fra TPE e Colline (photo: fondazionetpe.it)

Altro cambiamento nella realtà del teatro torinese, dopo le novità nella direzione dello Stabile e di Torinodanza.
La Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, (neo) diretta da Valter Malosti, e il Festival delle Colline Torinesi, diretto invece storicamente da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, si affiancheranno da quest’anno per sviluppare una politica di valorizzazione della nuova scena teatrale e della drammaturgia contemporanea.

“Lavoreranno insieme per esplorare e far conoscere i nuovi linguaggi della scena, per favorire la creazione e la contaminazione tra le arti, per presentare i protagonisti emergenti del teatro italiano e straniero, per meglio posizionare stagioni e festival in ambito europeo anche con produzioni o coproduzioni e facendo parte attivamente di prestigiose reti internazionali – raccontano da TPE – Punto cardine sarà infine la comune missione legata alla tutela e alla scoperta di giovani creatori, anche del territorio di riferimento, favorendone e supportando la loro affermazione”.

«Come primo segno pubblico della mia direzione artistica di TPE intendo ufficializzare con grande soddisfazione, prima delle rispettive, e prossime, conferenze stampa di presentazione dei programmi futuri, la nascita di una collaborazione organica tra TPE e Festival delle Colline Torinesi, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla – afferma Valter Malosti – La collaborazione si inserisce all’interno del nuovo progetto triennale di TPE che, tenendo lo sguardo rivolto alla scena nazionale e internazionale, vuole sviluppare un percorso artistico (e una politica culturale) che proponga a Torino, e al pubblico del teatro in particolare, un nuovo polo del contemporaneo, legato all’innovazione e alla ricchezza delle espressioni artistiche, in un processo che faccia dialogare tradizione e ricerca. Il Festival delle Colline Torinesi è quindi, in questo senso, un compagno di viaggio privilegiato e un interlocutore fondamentale e prezioso per lavorare a un progetto complessivo capace di riposizionare i tanti linguaggi artistici, espressione della creatività internazionale contemporanea, al centro della scena teatrale torinese».

Abbiamo voluto sentire la voce anche di Isabella Lagattolla, storico volto del panorama teatrale della nostra città, sperando di conoscere qualche dettaglio in più.

Polo creatività contemporanea: “fulmine a ciel sereno” o lenta incubazione? Che cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi?
Sergio ed io conosciamo Valter da sempre. Malosti è infatti uno dei soci fondatori del nostro festival, di conseguenza non possiamo che condividere con lui un medesimo sguardo sul tema della creazione contemporanea. Il suo recente insediamento come direttore del TPE ha di fatto semplicemente accelerato un progetto di sinergia in cantiere da tempo. Ci tengo a precisare che già con Beppe Navello, negli anni passati, numerose e proficue erano state le occasioni di condivisione. Nel suo progetto triennale, Valter ha individuato il Festival delle Colline Torinesi come un punto di riferimento, un fiore all’occhiello. L’obiettivo sarà dunque quello di rendere sempre più il Teatro Astra un polo di creazione teatrale, non solo relegato alle due settimane di rassegna. Proprio qui, quest’estate, presenteremo gran parte degli spettacoli in programma (e tutti gli internazionali). Tramite questo “connubio” il festival torna così ad assolvere la sua primaria funzione (negli ultimi anni, forse, in parte sopita), vale a dire quella di essere una vera e propria “vetrina” per gruppi e compagnie che altrimenti non graviterebbero su Torino, offrendo loro in questo modo anche l’eventuale opportunità di integrarsi all’interno del cartellone invernale. Con Malosti c’è poi un continuo scambio di comunicazioni e di idee: se il nostro cartellone, mettiamo, è già chiuso, consigliamo agli artisti di contattare lui per vagliare l’opzione di venire inseriti nella stagione del TPE. E viceversa. Ovviamente, questo del Polo creatività contemporanea è un progetto che si realizzerà gradualmente, e soprattutto nel rispetto di quanto è stato costruito finora da chi ha preceduto Valter, ponendosi su una linea di continuità. Cito ad esempio gli Agrupación Señor Serrano, che erano stati anni fa a Teatro a Corte.

A proposito della dialettica tra continuità e innovazione, sono anni che voi sostenete le “nuove creazioni”…
Sì! Quando Emma Dante venne per la prima volta al festival non era ancora… Emma Dante! L’auspicio è che lo stesso destino possa toccare anche ai molti giovani artisti che stiamo seguendo attualmente. Uno dei nostri interessi precipui è quello di sostenere e focalizzare l’attenzione sulla (nuova) drammaturgia, riportandola al centro della scena. Quest’anno avremo con noi autori interessanti, dalla giovane Liv Ferracchiati al navigato Massimo Sgorbani.
Sfrutteremo al massimo la “sala europea” del Teatro Astra, dove molti artisti stranieri, ogni anno, ci chiedono di poter recitare. La riflessione sugli spazi, in un discorso sulla creazione contemporanea, è naturalmente di primo piano: un “teatro all’italiana”, con le sue cesure, con il suo palcosenico fortemente rialzato, genererebbe infatti problemi non trascurabili» [e questo stimola una riflessione ulteriore sul perché “Il Cielo su Torino” del TST non venga spostato dal Gobetti alla forse più consona Sala Piccola delle Fonderie Limone… n.d.r.].

“Lavorare insieme per far dialogare sempre di più ricerca e tradizione”, in un’ottica aperta verso l’estero: ecco il cuore del vostro programma. Da parte vostra si avverte come l’esigenza di costituire qualcosa che ancora manca. O sbaglio? Il connubio ricerca/tradizione non è debitamente valorizzato nei nostri teatri?
A Torino abbiamo il Teatro Nazionale, che si preoccupa di mostrare al pubblico i grandi allestimenti; il circuito di Torino Spettacoli – su Erba, Gioiello e Alfieri – che propone un teatro più “d’intrattenimento” (importante anch’esso). Ci sono poi realtà come Assemblea Teatro che guardano oltreoceano, verso l’America Latina. In questo mare magnum sia pur molto esteso ci sembrava mancasse uno spazio per la “fascia media”, per quel teatro elaborato e prodotto da nomi come Frosini/Timpano o Fanny & Alexander, di cui un po’ si è occupato il Teatro della Caduta, ma che altrimenti rimarrebbero al di fuori delle nostre mura cittadine.

Sui molti frutti (e progetti) a cui questa sinergia darà vita, Isabella Lagattolla non si sbottona di più, promettendo però di risentirci a fine aprile, in occasione della conferenza stampa delle Colline 2018. Non ci resta che attendere!

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