Tre appuntamenti con un artista che ha segnato in profondità la storia del teatro del secondo Novecento. Rimini, Mondaino e Bologna i palcoscenici delle iniziative organizzate in occasione della presentazione dell’ultimo libro di Eugenio Barba, “Prediche dal giardino”, testo pubblicato con L’arboreto Edizioni per la collana Il giardino salvatico.
Il programma delle iniziative “Odin Teatret – discorsi accademici e pratica teatrale”, prenderà il via domani, martedì 15 giugno alle 15.30 a Rimini, nella Sala del Giudizio del Museo della Città (via Tonini 1, ingresso libero), con la presentazione di “Prediche dal giardino” di Eugenio Barba, e con gli interventi, oltre che dell’autore, di Julia Varley, Franco Quadri, Piergiorgio Giacchè, Marco Martinelli e Fabio Biondi.
Sempre domani, ma alle 21.15, al Teatro Dimora di Mondaino, appuntamento con l’Odin Teatret e “Il tappeto volante”, spettacolo-dimostrazione di Julia Varley. A seguire un incontro con Julia Varley ed Eugenio Barba. Le iniziative al Teatro Dimora sono a posti limitati e con prenotazione obbligatoria.
Infine, mercoledì 16 giugno, alle 11.30 con ingresso libero, le iniziative si spostano a Bologna (Salone Marescotti, via Barberia 4), dove si terrà la Lectio magistralis di Eugenio Barba, sempre in occasione dell’uscita del libro, con gli interventi di Eugenio Barba e Marco De Marinis.
Fra i molti libri pubblicati da Barba, queste “Prediche dal giardino” sono forse la raccolta più umile e rivelatrice. Da un lato, scritti occasionali e ufficiali, che rientrano nel genere delle lezioni magistrali in risposta al conferimento di lauree e dottorati honoris causa. Dall’altro, scritti denudati, in cui l’autore, quasi per sormontare la difficoltà d’onorare l’occasione senza aderirvi, affronta direttamente, da differenti angolature, la domanda sul perché fare teatro.
Un testo pubblicato con una casa editrice indipendente come L’arboreto Edizioni, una decisione di cui lo stesso Barba spiega le motivazioni: “Per me è un’ennesima prova dell’efficacia di una cultura attiva e spesso anonima che caratterizza la vita teatrale in molti paesi. La maggior parte dei miei testi sono stati pubblicati da minuscole case editrici che gruppi di teatro avevano fondato. Sono l’esempio della possibilità di raggiungere un’autonomia culturale infrangendo condizioni materiali che sembrano invincibili”. “Non avrei mai avuto l’idea e anche il coraggio di pubblicare queste lezioni magistrali senza la spinta di Fabio Biondi e del suo Arboreto – continua il fondatore dell’Odin Teatret –. È un piacere trovare dei consanguinei, persone che appartengono a questa cultura dei gruppi teatrali che non solo creano processi artistici – gli spettacoli – ma sono anche sorgenti di attività culturali in una continuità che lascia tracce nel contesto in cui operano”.
In “Prediche dal giardino”, citando i sette principi per la libertà di azione e di pensiero di Nietzsche, Barba ricorda anche quello che recita “prendi posizione, ma non occuparti di politica”: quasi un monito rispetto al momento che sta attraversando in Italia il mondo della cultura e quello del teatro in particolare. “Ho sempre pensato che il teatro debba essere politico in un senso ben specifico: deve avere una sua politica – spiega Barba –. Esattamente come la guerra è il proseguimento della politica con altri mezzi, così il teatro è la continuazione della politica con altri procedimenti ed espressioni. La politica dell’Odin Teatret non ha nulla a che vedere con la logica e i programmi dei partiti, ma con i valori profondi e a volte informulabili che spingono ognuno di noi a prendere posizione di fronte al sopruso e all’indifferenza”.
Le diverse sfaccettature che compongono la figura di Eugenio Barba – uomo d’azione, politico e maestro nell’aggregare e nel motivare le più diverse persone, ma anche artista solitario sprofondato nel proprio buio, fra i lampi delle sue visioni – si confrontano in “Prediche dal giardino” quasi senza mediazioni, con l’estro, lo straniamento e l’aplomb d’un attore che si recita senza mentirsi.
Dell’Odin Teatret, fondato da Barba a Oslo nel 1964 e poi trasferito in Danimarca nel 1966, attualmente fanno parte membri che arrivano da tre continenti.
Dalla sua fondazione, l’Odin Teatret ha prodotto 81 spettacoli, rappresentati in 63 nazioni e nei contesti sociali più diversi. Nel corso della sua lunga e intensa attività teatrale, Barba è stato insignito di dottorati onorari dalle università di Århus, Ayacucho, Bologna, L’Havana, Varsavia, Plymouth (Regno Unito) e dell’Accademia delle Arti Performative di Hong Kong, oltre alla “Reconnaissance de Mérite scientifique” dall’università di Montreal. Ma gli sono stati conferiti anche il Premio dell’Accademia Danese, il Premio della Critica del teatro messicano, il Premio Diego Fabbri, il Premio Internazionale Pirandello, il premio Sonning dell’università di Copenaghen. E, nel giugno 2008, è stato insignito nel nostro Paese del titolo di Commendatore dal Presidente della Repubblica.
Scrive Franco Quadri: “Ci sono molti modi di fare teatro, ma chi decide di farlo con Eugenio Barba, all’Odin Teatret, sa che, se riuscirà a venire accettato, dovrà cambiare completamente la sua vita e concedersi a una vocazione totalizzante di studio e di creatività, dalla sede danese a un eterno vagare tra i continenti, senza mai smettere né di imparare né di insegnare, vivendo vite sempre nuove non solo sulle scene”.
Prediche dal giardino
di Barba Eugenio
2010
108 pp., brossura
curatori: Raggini S.; Piscaglia S.
Editore L’Arboreto
€ 15