XI Premio Europa Nuove Realtà Teatrali

Urlo - Delbono
Urlo - Delbono
Bobò e Pippo Delbono in ‘Urlo’ (photo: Jean-Louis Fernandez)

C’è anche Pippo Delbono tra i vincitori dell’XI edizione del Premio Europa Nuove Realtà Teatrali. Il riconoscimento, creato per essere un’occasione di incontro e confronto tra differenti momenti espressivi del nuovo teatro europeo, gli è stato conferito sabato nell’ambito della XIII edizione del “Premio Europa per il Teatro”, che si è svolto dal 31 marzo al 5 aprile a Wrocław, in Polonia, in occasione delle celebrazioni del 2009, dichiarato dall’Unesco “Anno Grotowski”.

Queste le motivazioni del premio: «Poeta della marginalità e della differenza, Pippo Delbono, oggi alla vigilia dei cinquant’anni, da sempre fa dell’incontro con l’arte un’esperienza fondamentale per sopravvivere alla disperazione. È arrivato alle scene frequentando varie scuole specializzate, inseguendo il modello inquieto di un girovago come Rimbaud, e nella fase di studio ha incontrato l’argentino Pepe Robledo, destinato a diventare un suo doppio nella lunga avventura teatrale, iniziata con un viaggio insieme a Holstebro ad apprendere il training con Iben Nagel Rasmussen, mentre nel 1987 maturava il loro primo spettacolo a due, “Il tempo degli assassini”, sempre rimasto in repertorio, visionato in fase di prova da Pina Bausch a Wuppertal. Quindi Delbono propone l’”Enrico V” di Shakespeare in un adattamento destinato a essere ripreso nei decenni in vari paesi con innesti di giovani del posto e, spinto da Laura Betti, monta “La rabbia” di Pasolini.

Artista dell’estremo, capace di una vitalità strabordante, Pippo resta contagiato dall’aids che combatte anche con l’aiuto del buddismo, mentre non smette di raccogliere i suoi compagni di lavoro tra i disagiati, per le strade, e scopre in un manicomio la sua star, alias Bobò, rinchiuso da 45 anni, sordomuto, microcefalo, analfabeta, quindi di fatto isolato, capace di esprimersi con suoni acuti da gabbiano, ma in grado di imporre sulla scena la sua fisicità recitando anche scene di Beckett in “Barboni”, opera-manifesto del gruppo che esplode nell’estate 1997, esibendo un’accolita di casi umani intenti a scoprire la loro capacità di comunicare dando luce al mistero della vita. La rottura degli schemi evolve un anno dopo con “Guerra”, esprimendo il bisogno di rappresentare la vita che può nascere dalla diversità con nuovi adepti presi dalla strada, in uno spettacolo che parte da una frase del Che e avvicina brani di Budda all’Ecclesiaste, mentre diversi e normali si scontrano nel segno del mistero di una vita che nasce dalla marginalità e dalla malattia, ma sa esprimersi anche con la danza e il canto: e non a caso compirà una tournée emozionante in Palestina e nel teatro arabo di Gerusalemme con visita ad Arafat a Ramallah. Da allora le tournée della Compagnia Delbono si moltiplicano in tutto il mondo da “Il silenzio su Oscar Wilde” a l’”Urlo”, da “Gente di plastica” con brani di Sarah Kane, dal bianco assoluto di “Questo buio feroce” sul problema dell’aids da Harold Brodkey, alla denuncia quasi senza parole della morte sul lavoro de “La menzogna”, continuando con mezzi espressivi sempre più avanzati un viaggio nel dolore dell’esistenza condotto dagli esclusi».

Accanto a Pippo Delbono, hanno ricevuto l’XI edizione del Premio Europa Nuove Realtà Teatrali Guy Cassiers (Belgio), Rodrigo García (Spagna/Argentina), Arpád Schilling (Ungheria), François Tanguy e il Théâtre du Radeau (Francia). Il riconoscimento è stato assegnato ad artisti oggi molto noti ma candidati al premio da quando erano ancora emergenti. In tempi, quindi, in cui più propriamente rappresentavano ‘nuove realtà teatrali’.

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