Prospettiva 2010: a Torino un mese di full immersion nella scena contemporanea

Prospettiva 2

Prospettiva 2E’ tutto da seguire. E’ questa la certezza di Prospettiva 2, la “vera” stagione dello Stabile torinese che – pur proponendosi come rassegna autunnale di apertura – riesce a riunire in un mese di eventi fitti fitti (da domani 15 ottobre al 14 novembre) tutto ciò che potrebbe essere snocciolato (ma non sarà) durante il resto dell’anno teatrale sotto la Mole.

Secondo anno, quindi, per l’esperimento targato Mario Martone e Fabrizio Arcuri (Accademia degli Artefatti). L’interesse raddoppia. E non solo perché il leit motiv dell’edizione 2010 saranno le dinamiche del doppio (declinate sì per contenuti: identità/conflitto, bene/male, amore/odio, verità/finzione, ma anche per forma e costruzione drammaturgica).
Se lo scorso anno il nuovo progetto aveva riscosso approvazione, è difficile pensare che – con il cartellone realizzato quest’anno – il successo non verrà per lo meno replicato.

Si riparte là dove ci si era lasciati. Perché domani, venerdì, l’eclettico Jan Fabre, che lo scorso anno aveva chiuso Prospettiva con la sua “Orgy of Tolerance”, vista anche al festival di Avignone 2009, presenterà al Carignano “Another Sleepy Dusty Delta Day”, assolo di danza creato nel 2008 insieme a Ivana Jozic e interpretato da Artemis Stavridi.
E’ solo l’assaggio. Tanto per far venire l’acquolina in bocca a chi di teatro contemporaneo – in una città come Torino – ne vorrebbe veder circolare di più durante tutto l’anno. I nomi allettanti, insomma, proseguiranno: al Teatro Gobetti, il 16 e 17, “La voix humaine” di Jean Cocteau nella regia del direttore del Toneelgroep Amsterdam Ivo van Hove, Rodrigo García arriverà il 21 con “Versus”, presentato durante l’ultimo Festival d’Automne di Parigi, il 23 sarà invece la volta di Oskar Gómez Mata e della compagnia ginevrina L’Alakran con “Kaïros, sisifi e zombi”, una pièce divertente e funanbolica. Il 26 i berlinesi Rimini Protokoll presentano “Best before”, dove si cimentano con i videogiochi multi-player, portando la vita reale sul palcoscenico, e mettendo al centro della scena proprio lo spettatore e le sue scelte.
Le ballets C de la B porterà invece in scena, il 29 e 30 ottobre, “Primero”, un “soggiorno dei ricordi” in cui Lisi Estaras e cinque performer rivivranno il luogo delle “prime volte” sulle note della musica Klezmer. E ancora firmati Alain Platel sono “Gardenia” e “Out of Context – For Pina”, di recente sulle pagine di Klp.
Di tutt’altro impatto l’ultimo lavoro di Leo Bassi che, con “Utopia” (3 novembre), propone una riflessione “sul possibile e l’impossibile”.
Ma le presenze internazionali vedono anche Bette Bourne in scena con il testo scritto insieme a Mark Ravenhill “A Life in Three Acts”, la compagnia fiamminga tg STAN, Marcel.lì Antunez Roca, e il newyorkese Big Art Group (lo scorso anno già presente con “Sos“).

Per passare ai nomi italiani ricordiamo le presenze di Antonio Latella col “Don Chisciotte” di Federico Bellini e con “[H] L_Dopa” in collaborazione con Linda Dalisi, Romeo Castellucci (“Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”), ma anche di Ricci/Forte (finalmente a Torino con il celebre “gelato alle noccioline“), Daniele Timpano, la stessa Accademia degli Artefatti con “My arm” e “An oak tree“, Teatro delle Albe, Loredana Putignani, Babilobia Teatri, Codice Ivan, Teatro del Carretto, Roberto Latini, Sara Marasso, Kinkaleri, Teatro Sotterraneo, I Sacchi di Sabbia… per chiudere con i torinesi Crab, I Vicini di Peppino, Officina per la scena e Blusclint.

E se Torino può avere riconoscibili difetti dal punto di vista della cultura, è da riconoscerle però una tendenza a “far gruppo”: da qui le alleanze del festival con altre iniziative come Torinodanza, il Festival Incanti che si sta svolgendo in questo periodo (domani sera alla Cavallerizza ospiti Marta Cuscunà con “E’ bello vivere liberi!” e la Compagnia Thingumajig), la rassegna internazionale di musiche e arti elettroniche Club to Club, ma anche con il Castello di Rivoli, sede del Museo d’Arte Contemporanea, che ospiterà la mostra “Exhibition/Exhibition”. Mentre sabato 16 ottobre, alle 19 al Teatro Gobetti, verrà inaugurata la mostra “Il Volto, la Maschera – Il teatro nel manifesto artistico polacco”, a cura di Giulia Randone e Armando Buonaiuto: in esposizione 35 opere, per offrire una panoramica suggestiva sulla creatività della scuola grafica polacca.

Eccola, la stagione del teatro contemporaneo torinese: 50 spettacoli con 21 fra prime nazionali e assolute, 18 progetti internazionali per un totale di 10 nazioni straniere coinvolte. Un’abbuffata lunga un mese, da farvi uscire tutte le sere per uno spettacolo diverso. Un accumulo assolutamente necessario, in vista dei rigori e dei periodi di magra del prossimo (rigido) inverno.

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