Quaranta spettacoli di cui 15 prime, 18 lavori internazionali per 12 Paesi coinvolti.
Ecco le dosi per la gustosa ricetta della 3^ edizione di Prospettiva. Una Prospettiva 150, in riferimento all’anniversario che sta per concludersi.
Ma il festival diretto da Mario Martone e Fabrizio Arcuri si distacca dalla classica celebrazione offrendo una potente riflessione sul senso della nazione e dell’appartenenza.
“Stranieri in Patria” sottotitola quindi quest’edizione. Patria e nazione, un sentire comune, o un sentirsi alieni nella propria terra. L’esclusione, o la possibilità di trovare il giusto posto per se stessi.
Molti gli artisti chiamati a dare voce agli interrogativi che sono costante sottofondo al nostro oggi.
L’inaugurazione, domani 11 ottobre al Carignano, è affidata ad Antonio Latella con la prima assoluta de “La notte poco prima della foresta”, un testo di Bernard-Marie Koltès sulla solitudine del diverso: “La diversità è un’invenzione voluta dagli uomini, creata dagli uomini e dal quel dio che ci sottomette tutti, il capitalismo”. Ad interpretarlo l’attore tedesco Clemens Schick, che alterna il teatro a produzioni cinematografiche e televisive.
Ma straniero in patria è lo stesso Latella, da tempo emigrato a Berlino e poi tornato, solo per “una stagione”, alla sua Napoli. Una patria, in questo caso, che l’ha rimesso in fuga.
“Essere Straniero in Patria ci permette di sfruttare il fatto di non essere capiti soprattutto da noi stessi per cercare nuove lingue, e con queste nuove lingue parlare e parlarci come forse non abbiamo mai saputo fare – racconta proprio Latella per Prospettiva – In definitiva, credo che la possibilità di essere Straniero in Patria, possa essere per molti di noi una condizione rigeneratrice, liberatoria, finanche necessaria per non farci uccidere prima del tempo naturale delle cose”.
Voci forti della dissidenza saranno poi quelle della compagnia biellorussa Belarus Free Theatre, con testi di Harold Pinter (il 30 ottobre alla Cavallerizza), e di Reza Servati, artista iraniano che presenta il 18 ottobre “Strange Creatures”, un lavoro grottesco sulla conquista del potere.
Altre voci significative del teatro internazionale saranno da Thomas Ostermeier con “Susn” (20-21 ottobre) a Joel Pommerat, Guy Cassiers e il polacco Kristian Lupa con “Prezydentki”.
Da non dimenticare le ‘nostre’ voci: Anagoor, Giorgio Barberio Corsetti, Marco Baliani, Pathosformel, Compagnia della Fortezza…
Prospettiva mantiene quindi il desiderio della commistione, del dialogo e dell’incontro, non solo tra gli artisti, ma anche tra il pubblico. La volontà di ricerca e sperimentazione di nuovi linguaggi per dialogare con il presente: parlare di oggi con il linguaggio di oggi.
Ed è proprio in tal senso che si legge l’intreccio con i suoi partner: Torinodanza, la rassegna di teatro di figura Incanti , Sistema Teatro Torino e Club to Club.
Per Torinodanza, l’Italian Dance Platform (focus sulla danza italiana) vuole essere un momento di confronto tra le produzioni coreografiche del nostro paese, uno studio sul linguaggio della danza come rappresentazione del contemporaneo. Nelle sale della Cavallerizza, delle Fonderie Limone, del Teatro Gobetti e della Lavanderia a Vapore si susseguiranno i nomi di Virgilio Sieni, MK, Ambra Senatore, Tecnologia Filosofica ed altri rappresentanti della danza italiana.
Incanti offrirà invece l’unica data italiana dei Bread & Puppet Theater, lo storico gruppo statunitense che presenterà lo spettacolo dedicato allo scandalo Wikileaks, oltre ad appuntamenti come “Piccoli Suicidi” di Giulio Molinar, “Il frigorifero lirico” con le macchine teatrali di Antonio Panzuto, le “Cirque Orpheline” dei canadesi Le Sages Fous con il loro teatro paradossale, grottesco e poetico.
Club to Club si inserisce in Prospettiva per la naturale vocazione – declinata musicalmente – al contemporaneo: al Carignano, il 3 novembre, nuovo lavoro e svolta verso il live di Apparat, pseudonimo del musicista tedesco Sascha Ring.
Prospettiva 150 si presenta (come ormai ci ha abituati) come preludio alla nuova stagione dello Stabile di Torino, il ‘festival d’automne’ sabaudo. E’ sicuramente l’esempio riuscito di quello che può essere uno sviluppo culturale sostenibile attraverso la capacità di essere rete e sistema, di aprirsi verso l’esterno, di valorizzare anche il territorio.