Psy. Les 7 doigts de la main nel nuovo circo delle nevrosi umane

Psy - Les 7 Doigts de la Main
Psy - Les 7 Doigts de la Main
Les 7 Doigts de la Main (photo: ©David Poulin)

Andando al Théâtre de la Villette di Parigi per assistere a uno spettacolo di circo contemporaneo, ci si sente un po’ come Théophile Gautier, padre dei critici teatrali e appassionato frequentatore del circo. Innumerevoli appaiono nella sua monumentale “Historie de l’art dramatique en France” le recensioni di spettacoli circensi.
Ci sentiamo un po’ come lui quando si recava al Cirque Olympique per assistere a una meravigliosa pantomima circense dell’800 rimanendo sbalordito dal grandioso allestimento e dall’inarrivabile livello tecnico degli artisti della pista.
Forse anche la pioggia che batte fuori c’era già duecento anni fa.

Il Théâtre de la Villette è uno degli organi del complesso del Parc de la Villette, il più grande stabilimento culturale urbano di Francia, vero e proprio faro della vita (e della salute) culturale parigina, che dispiega su 55 ettari tre musei, cinque sale teatrali, due auditorium, una filarmonica, tre cinema, una libreria, un centro equestre, un conservatorio nazionale di musica e danza, e un ristorante-discoteca, tutto raccolto nelle architetture sinuose di Tschumi, e immerso nel verde dei giardini del parco.
Da qualche anno la direzione artistica del Parc è molto attenta a tutto quanto si muove intorno al mondo del circo contemporaneo. Accoglie e protegge compagnie, soprattutto francesi ma anche straniere, organizza atelier
di arti circensi per bambini e adulti, dedica mostre di pittura e scultura.

Non stupisca l’atteggiamento di estremo riguardo verso questa nuova forma di spettacolo dal vivo in un Paese dove, grazie alla lungimiranza del ministro Jacques Lang, negli anni Novanta il circo è stato equiparato agli insegnamenti liceali e professionali con la creazione di scuole nazionali che, in una ventina d’anni appena, hanno non solo plasmato una nuova estetica, epifania rarissima nella nostra contemporaneità, ma anche ottenuto il primato mondiale indiscutibile
nella formazione, non solo artistica ma anche tecnica, nell’arte circense.

Queste le premesse; che non stupisca allora anche l’inusitato successo di pubblico dello spettacolo “Psy”, della compagnia canadese Les 7 doigts de la main.
Fino al 30 Dicembre la Grande Hall Charlie Parker, capace di oltre mille posti, è completamente esaurita.
Templi di tenitura biblici per uno spettacolo di circo. Impensabile in Italia.

“Psy” è uno spettacolo grandioso, tripudio del gioco fisico messo in scena con una intelligenza rara.
La traccia minima è costituita dalla nevrosi umana: un uomo sente delle voci che gli ordinano di sospendersi da un trapezio nell’ufficio del suo psicanalista. Un giovane affetto da turbe compulsivo-ossessionali tenta di scappare a mille psichiatri con una serie di acrobazie. Una donna supera la sua agorafobia volteggiando nell’aria.

Insonnia e ipocondria, amnesia e paranoia sono trasposte in numeri di giocoleria, di barre cinesi, di ruota tedesca, di corde aeree. Tante e di gran lustro sono le coreografie, impilate su musiche elettroniche all’ultimo grido che non stonano affatto nel complesso spettacolare. Gli undici circensi in scena trasformano le ossessioni in performance acrobatiche spettacolari e deliranti, rivelando la bellezza, l'(auto)ironia e l’onnipresenza delle nostre follie.

Siamo da subito e per tutto lo spettacolo trasportati in una corsa smodata e gaudente, che non teme la sfida del ritmo. Sovente piegato alla debolezza di trame inutili, il circo è qui valorizzato perché è messo al servizio di una tematica
forte e precisa, che al contempo sostiene la tecnica in quanto non si limita ad utilizzarla, ma la integra nelle varie pieghe della nevrosi.
E lo vediamo nei gesti atletici portati a conseguenze estreme, nei salti arditi, nei giochi icariani, nelle cascate di clave dei giocolieri.

Dal 2002 questa compagnia crea degli spettacoli di nouveau cirque basati sull’apporto collettivo di talenti diversi, impiegando le varie arti della scena: cabaret, circo, danza, musica. Ne ha ben donde Le Monde a iridare questi canadesi come “la troupe qui fait de l’ombre au Cirque du Soleil”. Sono sette circensi, Isabelle Chassé, Shana Carroll, Patrick Léonard, Faon Shane, Gypsy Snider, Sébastien Soldevila e Samuel Tétreault ad aver fondato Les 7 doigts de la main, il cui nome evoca lo stretto legame che unisce le parti di una insolita mano.

Nel finale dello spettacolo, durante un numero di bascula, assai raro da vedere anche per i grandi consumatori di circo, mentre gli acrobati volteggiano in aria sempre più in alto e la gravità sembra essere una legge che non appartiene al loro mondo, tornano in mente le parole di Gautier quando vide il più grande trapezista che si ricordi, il mitico Auriol: “Se non vola è per pura civetteria”.

PSY
direction artistique: Les 7 doigts de la main
mise en scène, scénario et chorégraphie: Shana Carroll
assistance à la mise en scène: Isabelle Chassé
coach acrobatique: Sébastien Soldevila
artistes: Guillaume Biron, Héloïse Bourgeois, Mohamed Bouseta, Danica Gagnon-Plamondon, André Farstad, Nael Jammal, Olga Kosova, Florent Lestage, Tom Proneur-Orsini, Julien Silliau, William Underwood
accessoires et collaboration à la scénographie: Cloé Alain-Gendreau
structure + escalier: David Barabé
costumes: Manon Desmarais
lumières: Nol van Genuchten
son: Julien Lanthier
vidéo (réalisation, direction-photo et direction artistique, montage): Olivier Tétreault et 1976 production
visuel: Varial Studio
durata: 2h 20′ con intervallo
applausi del pubblico: 3′ 40”

Visto a Parigi, Théâtre de la Villette, il dicembre 2011

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