Quartieri dell’Arte: dialoghi sulla nuova drammaturgia

Quartieri dell'Arte

Quartieri dell'ArteFondato e tuttora diretto dal drammaturgo Gian Maria Cervo, che è stato in residenza alla Deutsches Schauspielhaus in Hamburg con Roland Schimmelpfennig e Dejan Dukovski; autore di varie traduzioni e riscritture di classici elisabettiani e giacobini e di inediti come “Del mio globo distratto”, “Penetrazioni” e “L’uomo più crudele”, il festival Quartieri dell’Arte è giunto alla tredicesima edizione.
Partito il 5 settembre, proseguirà fino al 10 ottobre coinvolgendo alcune cittadine del Lazio settentrionale. Scavato nelle campagne della Tuscia, protetto come da un presidio archeo/ecologico, il festival è riuscito a crescere in pace, conquistando una stabilità artistica e organizzativa invidiata da molti “colleghi” in altre situazioni meglio scaldate dai riflettori. Una piccola oasi dove non fa mai davvero caldo, una piccola e multiforme realtà che vive della riabilitazione di luoghi come ex-tribunali, vecchi cinema e spazi in disuso tra Viterbo, Ronciglione, Caprarola e Tuscania.

Culla della nuova drammaturgia, la kermesse ospita i debutti di nomi come Luciano Melchionna, Pier Paolo Palladino, Marie N’Diaye, Tony Kushner, Ricci/Forte e Alessandro Baricco.
Ogni anno un tema, quest’anno la linea guida è “swap”, lo “scambio”. Accanto al debutto in anteprima mondiale di “Se sapessi cantare mi salverei” del pluripremiato drammaturgo spagnolo Juan Mayorga (di cui parleremo approfonditamente domani), compaiono titoli come “Tentazione” di Carles Batlle “Sotterraneo”  di Josep Maria Benet i Jornet (sottoforma di “mise en espace”), frutto di uno scambio con la Sala Beckett di Barcellona. In cartellone due opere del Premio Strega 2009 Tiziano Scarpa, ma anche “L’uomo più crudele” di Gian Maria Cervo, ricreato poi in una graphic novel (in mostra) con gli apporti del cartoonist-disegnatore Enrico D’Elia e dell’artista Marco Raparelli.

Interessanti anche “Variazioni sul modello di Kräpelin” di Davide Carnevali, selezionata per lo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino, vincitrice del Premio Deutschlandradio Kultur e del Premio Riccione Marisa Fabbri 2009, in cui l’ordine di una serie di scene “può essere scambiato come in una specie di gioco con delle fotografie”, e il progetto del latinoamericano Rafael Spregelburd a partire dalla visionaria e inquietante pittura del fiammingo Hieronymus Bosch verso una riflessione sui sette peccati capitali “contemporanei” (due dei quali messi in scena da Manuela Cherubini per PsicopompoTeatro).
Ci sono poi Fabrizio Arcuri e l’Accademia degli Artefatti con “Shoot, Get Treasure, Repeat” di Mark Ravenhill, Roberta Nicolai (Triangolo Scaleno) con “Anima” (dal “L’anima buona del Sezuan” di Brecht), mentre “Di che hai paura?” di Richard Dresser è un corto che si svolge all’interno di un’auto in movimento con gli attori davanti e tre spettatori/passeggeri.
Non mancano gli approfondimenti, come “25 anni”, conferenza-spettacolo di Laura Olivi sulla figura del ‘dramaturg’ nel sistema teatrale italiano o, il 9 ottobre, l’incontro tra Franco Quadri e Rafael Spregelburd.
Tutto estremamente interessante, soprattutto grazie, a quanto pare, all’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio che, biennalizzando il proprio contributo, “ha permesso un planning di più ampio respiro alla direzione”. Quando i soldi fanno la differenza.

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