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Raffiche. L’identità mutante dei Motus, da 25 anni a questa parte

Raffiche all'Hotel Carlton di Bologna

Raffiche all'Hotel Carlton di Bologna

Sempre in cerca di nuove visioni, ci siamo avventurati in Emilia Romagna per vivere, come succede da quasi una decina d’anni, qualche giornata del Festival Vie, giunto alla dodicesima edizione.
Costante è rimasta l’offerta che, allargata anche a Bologna, mira ad offrire al pubblico sia interessanti spettacoli di casa nostra, spesso al loro debutto (come è stato in questa edizione, ad esempio, per Teatri di Vita con “A porte chiuse” o di “Allarmi!” di ErosAntEros), sia internazionali, firmati anche da grandi maestri (come “Kiss & Cry” e “Tristesses”, di cui avete letto su Klp nei giorni scorsi).

Questa tradizione si è ripetuta anche con “Raffiche”, nuovo particolare lavoro dei Motus, e “Amor” del maestro greco Theodoros Terzopoulos, di cui parleremo nei prossimi giorni.

Era il 2003 quando vedemmo il nostro primo spettacolo dei Motus, nella sede anomala di una suite di un grande albergo di Trento per la suggestiva e straniante messa in scena di “Splendid’s”, su un testo di Jean Genet mai rappresentato in Italia prima di allora.
In quell’occasione, tra realtà e finzione, un gruppo molto ristretto di spettatori veniva preso in ostaggio da otto gangster armati di mitra, vestiti in abiti neri, con tanto di cadavere in scena, assistendo al contempo – con occhio voyeuristico – a tutte le dinamiche che intercorrevano fra i rapitori, fatte di piccoli tradimenti, sotterfugi e colpi di scena.
Scritto nel 1948, ma ritrovato solo negli anni Novanta del secolo scorso, “Splendid’s” conteneva in sé tutte le ossessioni di Genet: il tradimento, la forte sensualità che percorreva ogni momento della scena, la violenza fisica e verbale, il travestitismo, l’inesorabile necessità della morte come parte integrante della vita.

Tredici anni dopo, impossibilitati dalle regole del copyright internazionale nel poter mettere in scena lo stesso testo al femminile, i Motus hanno deciso di affidare la riscrittura del testo, pur trasportandolo verso questa direzione, a due penne interessanti come quelle di Magdalena Barile e Luca Scarlini.

La compagnia, seguendo il percorso dell’ultimo spettacolo “MDLSX”, che indaga in modo molto personale l’identità di genere, sostituisce dunque gli otto uomini con otto donne assai particolari. Così, ancora una volta in una suite d’antan, come quelle che si vedono nei vecchi film, posizionata stavolta all’Hotel Carlton di Bologna, abbiamo assistito agli stessi meccanismi di allora, compiuti però ora da otto attrici a comporre la banda Rafale, diventate in scena altrettante “streghe transmoderne” o meglio, come amano definirsi, “gender hackers” (rivoltose dell’identità), esseri umani che rifiutano d’ingabbiarsi in una definizione di genere dentro cui invece una società bigotta vorrebbe recluderli: “Identità mutanti e sovversive, creature che hanno sospeso per sempre la volontà di definirsi – le definiscono i Motus – Figure che hanno a lungo usato la performance come forma di attivismo politico e che ora, in una situazione di minaccia e incalzante persecuzione da parte delle potenti lobby conservatrici, sono passate a una lotta di altro tipo, hanno imbracciato il mitra per affermare “un’altra” visione della società”.

Jean, Scott, Bravo, Bob, Riton, Rafale, Pierrot, il poliziotto e il loro ostaggio (non più una miliardaria americana ma una giovane scienziata che partecipava a un convegno indetto dalle più grandi multinazionali del farmaco) si chiamano al maschile, intrecciano fra loro rapporti d’amore e di gelosia, proponendo vecchi slogan per riadattarli in una nuova dimensione di lotta contro un nuovo genere di sistema che disegna sempre ruoli prestabiliti.

La regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò accompagna lo spettacolo con mano ironica e sapiente, tra frequenti mosse di ballo (c’è persino un tango) e mutamenti improvvisi di ritmo, che spezzano di continuo l’andamento naturalistico degli eventi.
Gli interpreti scelti per questo lavoro corale sono di provenienza diversa: Silvia Calderoni (Jean) è affiancata da Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott) e I-Chen Zuffellato (Bob) in uno spettacolo davvero particolare e di raffinato spessore.

“Raffiche – Rafales > Machine (cunt) fire” è il primo tassello di “Hello Stranger”, un percorso monografico che Emilia Romagna Teatro e la città di Bologna dedicano alla compagnia riminese in occasione dei suoi venticinque anni di attività e che proseguirà, fino al 31 dicembre, con spettacoli, incontri ed eventi.

RAFFICHE Rafales > Machine (Cunt) Fire
dedicato a ‘Splendid’s’ di Jean Genet
regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni (Jean), Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il Poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott), I-Chen Zuffellato (Bob)
la voce della radio Luca Scarlini e Daniela Nicolò
testo Magdalena Barile e Luca Scarlini
produzione Motus
con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Comune di Bologna
con la collaborazione di Biennale Teatro 2016; L’arboreto – Teatro Dimora, Mondaino; Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza; Teatro Petrella, Longiano
con il sostegno di Mibact, Regione Emilia-Romagna

durata: 1h

Visto a Bologna, Royal Hotel Carlton, il 20 ottobre 2016
Prima assoluta

stars-3.5

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