E’ iniziata col sorriso e l’ironia agrodolce e scanzonata de Gli Omini la rassegna Concentrica, organizzata a Torino dal Teatro della Caduta. Una sorta di prologo realizzato in collaborazione con un’altra stagione torinese, quella di Schegge. Una data ‘in condivisione’ che ha portato la compagnia toscana a Torino con “Ci scusiamo per il disagio”, esito di un mese di chiacchiere, attese e osservazioni alla stazione di Pistoia, fra piccioni, studenti, clochard e persone d’ogni tipo, in coppia o da sole, comunque in attesa: di un treno, di una chiacchiera, di una sigaretta… Un micro-mondo di relazioni puntellato dai messaggi ferroviari scanditi all’altoparlante che, partendo più comuni, subiscono un crescendo caustico e surreale.
Ne fuoriesce un lavoro che, con semplicità ma efficacia, assembla conversazioni, personaggi e quotidianità di uno dei luoghi simbolo, da sempre, della varietà umana, anche di quella che meno siamo abituati a frequentare.
Partita da Torino, Concentrica girerà per il Piemonte fino al 4 dicembre. Questo sabato, 19 novembre, ad Avigliana (e il 20 a Vercelli) sarà la volta della Piccola Compagnia Dammacco con “L’ultima notte di Antonio”. Osannati da pubblico e critica per il recente “Esilio”, Serena Balivo e Mariano Dammacco arrivano in Piemonte con il primo dei tre spettacoli della “Trilogia della fine del mondo”, narrando in maniera tragicomica e senza giudizi morali una delle ultime notti di Antonio, cocainomane alle prese con la sua dipendenza e i propri incubi.
Domenica 20 sarà occasione per un confronto con il circo contemporaneo di due giovani compagnie. In collaborazione con la scuola di circo Flic arriveranno infatti a Venaria (TO) Fabbrica C con “20 minuetti” e la Compagnie Zehnir con “Ah, com’è bello l’uomo” (il 27 riproposto ad Asti). In una commistione di linguaggi e discipline, il circo contemporaneo si interroga sul valore e l’importanza di una drammaturgia, alla base dei propri spettacoli, che dia sostanza all’esperienza emotiva ed estetica del pubblico.
C’è posto anche per la danza all’interno di Concentrica. Ce lo mostrerà la serata del 24 novembre alla Lavanderia a Vapore di Collegno (TO), nel magnifico contesto recuperato e destinato in particolare alla danza contemporanea. In scena due lavori di altrettante giovani danz’autrici.
Ad aprire la serata Eleonora Chiocchini con “Frane”, spettacolo di 18 minuti che la danzatrice definisce una “narrazione per immagini in cui le figure, così come lo spazio e il suono, appaiono, scompaiono e si depositano come i frammenti di un terreno che frana”.
A seguire Irene Russolillo, una delle danzatrici più promettenti di questi anni, che presenterà “Map. Once you have learned to speak, what will you say?”, realizzato con Davide Calvaresi partendo dal desiderio di incontro e interazione dei principali linguaggi di provenienza dei due artisti.
All’insegna della danza anche la tappa astigiana della rassegna. Sabato 26 novembre tornano in Piemonte, dopo il passaggio al festival Interplay, C&C (al secolo Carlo Massari e Chiara Taviani) con “Tristissimo”, secondo capitolo della “Trilogia del dolore”. Nato dall’ascolto del preludio del “Tristano e Isotta” di Wagner, lo spettacolo intende raccontare e rielaborare una comune dimensione di depressione, sconfitta e tristezza.
Si torna al teatro – e nello specifico al teatro di figura – con un’altra giovane ma già apprezzata compagnia.
Il Teatro dei Gordi arriva in Piemonte (il 1° dicembre a Lanzo, il 2 a S. Maurizio d’Opaglio (NO) e il 3 a Torino) con “Sulla morte senza esagerare”. In questo omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska, Premio Nobel 1996, la compagnia (formata nel 2010 da un gruppo di neodiplomati alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano) affronta il tema della morte in maniera ironica e attraverso un utilizzo non convenzionale del corpo, supportata dalle maschere realizzate dalla scenografa Ilaria Ariemme.
A chiudere Concentrica, così come era iniziata, un’altra data in collaborazione con Schegge. Caroline Baglioni, Premio Scenario per Ustica 2015, presenterà al Cubo Teatro di Torino “Gianni”, monologo in cui la giovane attrice umbra ripercorre il suo rapporto con uno zio con problemi maniaco-depressivi.
E’ quindi uno sguardo plurale quello proposto da Concentrica, che invita il suo pubblico ad un percorso di scoperta e curiosità attraverso linguaggi del contemporaneo sempre diversi: dal teatro di figura a quello di parola, dalla danza al circo. Per una riflessione che, pur nelle sue evidenti differenze stilistiche, parla sempre e comunque al pubblico di qualcosa che lo riguarda da vicino: questo nostro mondo, le nostre emozioni, le paure, le relazioni, i sentimenti… Con una nota che sembra un po’ tessere il fil rouge di tutte le proposte: l’ironia. Un’ironia di sguardo che, seppur prepotentemente ancorato al presente (anche nei suoi aspetti più tragici), ci fa pensare, come chiosano i Gordi, che “L’unica certezza è la morte. Ma senza esagerare”.