L’estate della Chartreuse. Rencontres fra mondi tecnologici e realtà ibride

Rencontres d'été 2010 La Chartreuse|Urban Distorsions (T.r.a.n.s.i.t.s.c.a.p.e)
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Urban Distorsions (T.r.a.n.s.i.t.s.c.a.p.e)
Urban Distorsions (T.r.a.n.s.i.t.s.c.a.p.e)

Una gallina che razzola sul prato verde del Cloître du cimetière. Sembra libera, in realtà un filo la lega a un parallelepipedo dalle superfici specchiate. Ricorda un Buren senza colori.
Una performer africana alterna movimenti a lunghe pause, entra ed esce dalla struttura. In cerca di una sintonia con la gallina. È la sintesi-feticcio del territorio Mtwapa, in Kenya, proposta dall’installazione-performance “Distorsions urbaines” del collettivo belga t.r.a.n.s.i.t.s.c.a.p.e
Altri territori esplorati: Bruxelles e Hong Kong.
La labilità di questo trapianto vivo nel tessuto altrettanto vivo di questo luogo medievale, come teletrasbordo ‘startreckiano’ e eterofonia silenziosa, è l’immagine simbolo che conservo di Théâtres du globe, festival dal programma denso nello spirito de Les Sondes, all’interno della 37^ edizione del festival “Rencontres d’été”, che si è svolto al Centre national des écritures du spectacle La Chartreuse, a Villeneuve-lez-Avignon quest’estate.

Come per le Sondes del marzo scorso, la tematica è una domanda, pungolo all’azione – anche politica – e frontiera (quando non ostacolo) da superare: come si può rappresentare, oggi, la globalità sulla scena? E può, il teatro, essere macchina di visione del pianeta?
La risposta non è e non può essere unica, l’esperimento è d’obbligo.

Tra l’eterogeneità delle proposte artistiche, una tendenza  comune può tuttavia essere rintracciata. Nel tentativo di appropriarsi degli eventi del mondo e diventare evento del mondo al quadrato, la scena teatrale si frantuma e ibrida. Non più palco e spettacolo, ma performance multimediale interattiva e partecipativa – coesistenza di più medium e non solo in termini tecnologici -; installazione; percorso; dialogo fra attori/performer e spettatori, chiamati ad essere spett-attori; incontri. Diluizione e dissolvenza di forme drammaturgiche teatrali, anche le “più contemporanee” degli ultimi anni, slittate verso modalità espressive più prossime all’arte contemporanea. Un teatro in cui la costruzione del senso e dell’immagine del mondo perde la sua etimologia: non avviene “guardando” ma, nella maggior parte dei casi, con una scelta consapevole, o perché catturati da un processo,  “agendo” assieme.

Ci ritroviamo attorno al Cloître Sainte Jeanne. Dal pozzo, come acqua che lievemente straborda, escono suoni. Canti d’uccelli, vento, poi una voce. Canta. È una vecchia haitiana, è l’ultima depositaria di un dialetto dell’isola. È scomparsa nel terremoto di Haiti. “Quale aggettivo associate alla parola catastrofe?”. È la prima delle varie domande che vengono poste, a noi spett-attori, dai quattro autori del progetto collettivo di scrittura di una pièce sul web “alpha.com”. Il percorso-installazione-incontro a cui ci inviteranno attiverà partecipazioni dialoganti ed emozione.

Rencontres d'été 2010 La ChartreuseSalle Rollier. Un uomo a torso nudo – l’economista e per l’occasione performer in versione Chef Risk Officer Jean Claude Dargeant – stira la camicia che, tra pochi minuti, indosserà per dare il via al seminario “Come trasformare le arti dal vivo in opportunità d’investimento”.
A poca distanza da lui l’artista visivo Christophe Bruno, in chiave Head of Strategic Investments, davanti a un pc fa apparire e scomparire grafici di alta finanza ardui da decodificare.
A Valérie Cordy, performer e autrice, un pc sopra la tavola da stiro, il compito di spiegarci cos’è la finanza. Siamo di fronte a “Ultimate Company (Ask why M. Yass)”, interventi transmedia. Li ascolto. Vorrei davvero credere che qualcuno, prima o poi, possa considerare un progetto artistico come un buon investimento finanziario, non licenziando l’idea come mera provocazione.

Cosa rispondere al questionario con cui ci lasciano: “Il capitalismo è di origine extraterrestre?”. Il nostro globo è forse Marte?

Alpha.com – Adesso e sempre – Christophe Bruno (The ultimate company) – Valerie Cordy

T.r.a.n.s.i.t.s.c.a.p.e

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