Storie e voci da una Città Fragile raccontate da Gigi Gherzi e Pietro Floridia

Report dalla città fragie
Report dalla città fragie
‘Report dalla città fragie’ (ph. Luciano Paselli)

Una città rotta. E’ la città di cui parla Gigi Gherzi, drammaturgo e regista milanese, in “Report dalla città fragile”.

Nessuna architettura, strada o geometria rassicurante, ma solo storie di persone: dall’insegnante precaria che trova difficile raccontare la propria vita ai suoi amici, all’adolescente che non sa parlare con i suoi coetanei perché si sente diverso.

Lo spettacolo, andato in scena all’ITC di San Lazzaro di Savena (BO), è un viaggio di parole che Gherzi ha ascoltato e raccolto girando per le strade della sua città.
Pagine e pagine di vite diverse da cui il regista Pietro Floridia ha tratto 36 parole, le più ricorrenti, le più significative fra quelle dette, declinate e riempite di senso dal racconto e dall’esperienza di ognuno degli intervistati. Parole che in scena campeggiano accanto a blocchi e matite, vecchi archivi da tipografo, una bambola fatta a pezzi, una chitarra segata a metà e piccole mappe frantumate.

Lo spettacolo chiede allo spettatore di partecipare, di leggere ciò che è stato scritto dal pubblico venuto precedentemente, scrivendo a sua volta, lasciando spazio alle proprie riflessioni e sensazioni. Le storie raccontate da Gherzi si snodano a partire dai nuovi spunti, così che ogni sera se ne racconta una diversa, in base ai suggerimenti degli spettatori.

A Roma, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, è esposto “La vocazione di San Matteo” del Caravaggio, un quadro splendido. In uno dei suoi racconti, Gherzi lo descrive come un quadro di relazioni, dove lo spazio viene definito dai rapporti che si creano tra i personaggi.

Questa può essere una buona chiave di lettura per comprendere la natura di questo spettacolo, che nasce proprio dalla necessità di ricreare uno spazio a partire da coloro che vi abitano. Scoprendo fragilità, senso di inadeguatezza, desiderio di trovare un ritmo diverso da quello imposto dalla vita quotidiana, per entrare in uno spazio rimasto chiuso per molti anni, che ora ha trovato nuova vita.

La seconda parte di “Report della città fragile” racconta infatti storie raccolte al Paolo Pini, ex ospedale psichiatrico milanese, oggi centro di attività multiculturali grazie al lavoro dell’associazione Olinda, che partecipa alla produzione dello spettacolo assieme alla Compagnia del Teatro dell’Argine.

Lo spazio creato da “Report dalla città fragile” è a misura d’uomo, non a caso si parla di “teatro dello spettatore”: non c’è la ricerca di un evento spettacolare, ma il tentativo di generare un momento di condivisione parlando di qualcosa che è comune a tutti. Ne emerge che non ci sia molta differenza tra dentro e fuori; la fragilità diviene condizione d’esistenza anche per chi vive nella “norma”.

Nonostante i bei presupposti, rimane però forte la sensazione che qualcosa stoni. Si ha l’impressione che il materiale che compone lo spettacolo non abbia trovato una forma compiuta, lasciandosi dominare da una componente emotiva che non dà molto spazio a sfumature e dettagli. Insomma, un unico colore, che rischia di appiattire lo spettacolo, restituendo solo una visione edulcorata e forse troppo semplice della fragilità che vuole affrontare.

REPORT DALLA CITTÁ FRAGILE
liberamente tratto dal romanzo “Atlante delle norme e dei salti”
di: Gigi Gherzi
regia: Pietro Floridia
con: Gigi Gherzi
scene: Pietro Floridia, Luana Pavani, Gabriele Silva
video: Alicja Borkowska
responsabile tecnico: Luca Pagliano
produzione: Teatro dell’Argine e Olinda
durata: 1h 37”
applausi del pubblico: 50”

Visto a San Lazzaro di Savena (BO), Itc Teatro, l’ 8 dicembre 2011

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