Sperimentazioni veneziane: il Teatro Fondamenta Nuove

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Teatro Fondamenta Nuove
Il Teatro Fondamenta Nuove

Venezia dialoga con il teatro in modo sempre più nuovo, curioso e sperimentale. Si respira la voglia di fare, di proporre, di coinvolgere e anche di differenziarsi dal conformismo di una realtà teatrale troppo “stabile”. Viene privilegiato un linguaggio teatrale contemporaneo di giovani realtà artistiche emergenti, che trovano la loro forza creativa rovistando fra arti visive, musica, letteratura, elettronica. Esperienze d’arte che lasciano segni e lanciano input freschi, portando un’ondata di profumo nuovo su un pubblico che talvolta sa di naftalina.
L’offerta non si esaurisce solo nell’evento performativo. Convegni, incontri con autori e critici, proiezioni, seminari di specializzazione e laboratori per semplici curiosi saranno in grado di animare la laguna fino a primavera inoltrata: entriamo al Teatro Fondamenta Nuove.

Non più un contemporaneo occasionale, ma un vero dialogo aperto, a cui può prendere parte chiunque. “Io non so niente di teatro, sono qui perchè ero stufa di non saperne niente – commenta così una giovane ragazza la sua partecipazione ad uno dei tanti laboratori proposti – Questa mi sembrava un’ottima occasione per conoscere e capire che cosa si intende quando si parla di teatro contemporaneo. Parto da una posizione privilegiata: chi non conosce non ha aspettative e per me tutto sarà una nuova scoperta”.
Si costruiscono, quindi, non solo esperienze artistiche ma anche umane. O meglio, veri e propri dialoghi tra artisti e giovani, tra gli stessi artisti, tra loro e Venezia, intesa come spazio in cui ideare, costruire e perfezionare nuovi progetti performativi.

Parliamo di residenze artistiche. Una pratica diffusa in molti paesi europei e che ha coinvolto già da qualche anno alcune rassegne nazionali come Drodesera, il Festival delle Colline Torinesi o la più vicina OperaEstate Festival Veneto. E anche il veneziano Teatro Fondamenta Nuove, diretto da Enrico Bettinello, che già dalla precedente stagione ha sposato questa nuova pratica teatrale.
“Il progetto – ci racconta Bettinello – nasce in stretta collaborazione con OperaEstate Festival di Bassano, con la imprescindibile consulenza artistica di Carlo Mangolini, e vuole costruire una riflessione a più voci su quelle che sono le linee e i temi più importanti della scena sperimentale di questi anni, in particolare sulle generazioni dei cosiddetti ‘Teatri 90’ e sulle recenti esperienze raccolte in due pubblicazioni denominate ‘Iperscene’. C’è sembrato giusto che un luogo dalla vocazione così fortemente sperimentale e contemporanea come il Teatro Fondamenta Nuove potesse essere la sede ideale per sviluppare questo percorso. Le compagnie che abbiamo scelto quest’anno appartengono a una scena che è stata identificata e studiata criticamente in alcuni testi: Teatrino Clandestino nei Teatri 90, Gruppo Nanou nella pubblicazione Iperscene 1, mentre Babilonia Teatri comparirà su Iperscene 2”.

Gruppo Nanou
Nanou in residenza al Teatro Fondamenta Nuove a novembre (photo: Giovanni Tomassetti per KLP)

Il lavoro delle compagnie, ospiti in questa stagione nel suggestivo spazio del Cannaregio, è interessante per le differenti modalità espressive che, anche a livello laboratoriale, vengono offerte ai ragazzi interessati a questo tipo di percorso. Il tutto intrecciato, in un’ottica più ampia, alle proposte di musica e danza che il teatro inserisce nel proprio cartellone, “quasi a formare una grande mappa della contemporaneità sulla quale lo spettatore è invitato a creare il proprio percorso, coraggioso e curioso – prosegue Bettinello – Abbiamo avuto la fortuna di avere dei partner (l’Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia in primis, e la Fondazione di Venezia con il suo importantissimo percorso di Esperienze) che hanno dimostrato una grande sensibilità e sono stati un valido supporto per la realizzazione del progetto. Sappiamo bene che le arti sceniche più sperimentali sono spesso difficili da proporre a un pubblico vasto, ma ci conforta la grande attenzione che il pubblico più giovane ha sempre riservato al nostro teatro e che il percorso della rassegna rende ancora più intrigante”.
Concentrata nell’arco di una settimana, ogni residenza disegna un percorso formativo che, partendo dallo spettacolo, porta al laboratorio e alla prova aperta del nuovo lavoro, coadiuvata da un critico che ha il compito di guidare il dialogo tra gli artisti ospiti e gli spettatori, raccogliendone i feedback e rilanciando nuovi input. Interessante anche il confronto tra l’ultima produzione e il successivo progetto artistico ancora in corso d’opera, che permette di focalizzare le linee orizzontali e verticali del processo creativo, offrendo una panoramica più ampia sull’entità del singolo gruppo.

Ospite a novembre è stato il ravennate Gruppo Nanou con la residenza Sulla conoscenza irrazionale dell’oggetto, sfociato in uno spettacolo espresso per simboli e ricordi, che prosegue il percorso di ricerca sul legame tra erotismo e bestialità, lasciando lo spettatore in balìa di elementi esclusivamente percettivi e non più narrativi. Da qui la compagnia è partita per dedicarsi al nuovo progetto, Motel, di cui ha proposto a fine residenza una prova aperta guidata dal critico Mauro Petruzzello.

A dicembre sarà la volta di Teatrino Clandestino con un riallestimento in doppia serata, il 17 e 18 dicembre, di uno dei primi spettacoli della compagnia: L’idealista magico, una riflessione di Pietro Babina e Fiorenza Menni sul sottile confine tra arte, scienza, verità e magia. Una “serata elettrostatica” tra citazioni filosofiche, meraviglie meccaniche e aneddoti ottocenteschi. Dopo dieci anni dal debutto, Teatrino Clandestino propone un nuovo allestimento commentato in sala da Paolo Ruffini. Allo spettacolo si unisce il laboratorio “Libertà di pensiero”, che dal 15 al 18 dicembre sarà tenuto dalla compagnia.

A chiudere, in gennaio, questa prima tranche di residenze, la compagnia veronese Babilonia Teatri. Dopo la massacrante tournée dell’acclamato Made in Italy, Premio Scenario 2007, Enrico Castellani e Valeria Raimondi torneranno a lavorare sul progetto Pornobboy, seguito nel dialogo con il pubblico da Jacopo Lanteri. Tema guida del nuovo spettacolo è l’ipocrisia nel nostro tempo, con un legame al termine “porno” che, portando a facili fraintendimenti, diventa chiave di lettura per raccontare le contraddizioni e i paradossi del nostro presente. Messo in scena in forma di studio a OperaEstate Festival a settembre, vedrà il debutto nella versione definitiva l’estate prossima.

La rassegna del Teatro Fondamenta Nuove proseguirà poi in primavera con nuovi ospiti: “Aspettiamo le ultime conferme – conclude Bettinello – Ma dovrebbero arrivare Accademia degli Artefatti, Muta Imago, Ooffuro e Teatro Sotterraneo a completare questo confronto generazionale”.
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Nanou durante il laboratorio tenuto a novembre a Venezia (photo: Giovanni Tomassetti per KLP)

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