Ricettario per un noir. Alma Rosé chiude in farsa la stagione di Teatro i

Ricettario per un noir (photo: Stefania Ciocca)
Ricettario per un noir (photo: Stefania Ciocca)

Semplicemente demenziale. Ma anche ingegnoso. Quanto basta per soddisfare il pubblico degli addetti ai lavori con aspirazioni culturali. Ma anche gli spettatori comuni, che a teatro ci vogliono passare una serata divertente, insolita. Con quel minimo di sapidità e fantasia, e l’eros che si tinge di giallo.

Con “Ricettario per un noir”, in chiusura di una delle migliori annate del Teatro i di Milano, la compagnia Alma Rosé (che dal 9 al 13 luglio verrà ospitata all’Elfo Puccini per una personale) esula dalla consueta poetica intrisa di venature sociali e politiche, e dirotta verso il divertissement, con esiti grotteschi e farseschi.

Al centro della vicenda, uno scrittore senza talento, maldestro, in disarmo, e il suo romanzo strampalato ambientato in Argentina. Siamo a Buenos Aires. La piccola Anna, nove anni, abbandonata dal padre, assiste a una scena di sesso tra la madre e uno sconosciuto. Non ne capisce il significato, è scioccata. Nel trambusto degli impulsi irrazionali, Anna commette un duplice omicidio: finirà in un riformatorio della Patagonia. Qui conoscerà compagne di cella di svariata umanità (e disumanità), un direttore sinistro e sinistrato, una capocarceriera senza voce e senza mordente; una seconda capocarceriera sadica e appassionata di telenovelas, che è la fotocopia della madre assassinata.

Riassunta così, sembrerebbe una storia come tante, mediamente splatter, articolata sulle cinque “S”: soldi, sesso, sangue, successo e salute (che se ne va), miscela capace di esplodere nella testa del pubblico.
Manuel Ferreira, regista e attore in scena, chioma fluente, occhiali dalla montatura nera assertiva, camicia bianca abbondante abbondantemente sbottonata, interpreta la parte dello scrittore. In questa storia liberamente ispirata al romanzo “Il cadavere impossibile” di José Pablo Feinmann, Ferreira è narratore onnisciente ora fuori ora dentro la storia. È uno dei protagonisti. È commentatore. È il provocatore che interagisce con uno spettatore a caso del pubblico, e lo investe del ruolo di fantomatico editore.
Al suo fianco, Elena Lolli e Annabella Di Costanzo danno vita a un policromo e macchiettato esercito di personaggi che tocca brillantemente varie sfumature dell’universo femminile: dalla colpa all’innocenza, dall’ingenuità alla seduzione, fino alla crudezza sadica e all’efferatezza sanguinaria.

Il romanzo si fa carne. S’intersecano teatro e metateatro, narrazione e citazioni horror d’autore, cinema e fiction televisiva. Le musiche scelte da Mauro Buttafava creano atmosfere elettrizzanti. Dominano l’ironia accattivante, la sagacia bizzarra, il vivace movimento scenico. Pesa su questo lavoro il contributo alla regia di Claudio Orlandini, che supporta Alma Rosé con trovate stravaganti come le parrucche colorate, i travestimenti (i costumi sono di Martina Dimastromatteo), la recitazione bislacca, i movimenti strambi o anchilosati dei protagonisti, le luci da set cinematografico (di Beppe Sordi), la scenografia naif di Stefano Zullo.

“Ricettario per un noir” è un caravanserraglio teatrale graffiante. È il tributo spiritoso a ogni artista fallito che solo in virtù della propria spregiudicatezza cerca di irrompere nelle luci della ribalta, e magari diventa outsider di successo svendendo la propria arte alle logiche del mercato. Lo spettacolo è un omaggio alla tenacia, all’energia e all’ambizione. Ma è anche una satira sull’arte terribile e velleitaria.
Alma Rosé mette in scena un’improvvisata industria del terrore da cui nascono storie stralunate e dialoghi assurdi. I mostri non sono solo gli assassini, ma anche tutti quei fantocci appartenenti al mondo dell’intrattenimento: collage distorto di divi presunti, personaggi che non riescono ad essere persone.

RICETTARIO PER UN NOIR
liberamente ispirato al romanzo “Il cadavere impossibile” di José Pablo Feinmann
di e con Annabella Di Costanzo, Manuel Ferreira, Elena Lolli
collaborazione registica Claudio Orlandini
collaborazione alla drammaturgia Alessandro Pozzetti
scene Stefano Zullo
costumi Martina Dimastromatteo
luci Beppe Sordi
progetto musicale Mauro Buttafava
produzione Alma Rosé

durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 2’ 30”

Visto a Milano, Teatro i, il 18 giugno 2018

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