Può una piccola città melanconica, che pur si adagia sul mare, tanto uguale a decine di altre in quasi tutti i periodi dell’anno, diventare la metafora sfavillante e, nel medesimo tempo, agghiacciante del nostro Paese?
Sì, perché la nostra città, Rimini per chi non l’avesse capito, con la bella stagione diventa tutt’altro: d’estate d’improvviso si riempie di migliaia di persone che ne inghiottono in un sol boccone le spiagge, i ristoranti, i bar e le discoteche, succhiandone forse l’anima più profonda.
E’ parlando proprio di Rimini che il Gruppo RMN quest’anno ha vinto – nella rosa consueta dei sei spettacoli presentati a Gualtieri – il premio Direction Under 30, assegnato all’unisono dalle giurie popolari e da quella critica (che invece da sola ha segnalato “Casa nostra” di Collettivo Hombre, di cui abbiamo parlato in occasione della finale del Premio Scenario Infanzia 2020).
La compagnia, con successo, ha provato a trasferire teatralmente, tra Fellini ma soprattutto Pier Vittorio Tondelli (che sull’argomento aveva pure scritto un libro), tutto l’humus sociale e culturale che Rimini, con le sue evidenti contraddizioni, può suggerire.
Abbiamo dunque visto uno spettacolo nato, in modo collettivo, per capire e approfondire un fenomeno importante, dai possibili risvolti positivi ma anche esemplificatore del tracollo culturale che il nostro Paese sta attraversando.
“Rimini” lo fa sotto forma di un’inchiesta che un occhio esterno, forse l’autore di un report televisivo, forse lo stesso Tondelli (Leo Merati, autore anche dei video) compie nella città romagnola, sia intervistando alcune figure di riferimento, sia attraversandone la storia, a partire dal dopo guerra, e osservandone i cambiamenti, le particolarità, le più nascoste stratificazioni, che in modo subitaneo si amplificano per estendersi anche al nostro Paese.
Seduto di lato sul palco, le sue osservazioni sono capaci di vivificare le movenze di quattro attori (Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Giulia Quadrelli e Chiara Sarcona) che, anche attraverso immagini e musiche d’epoca, ci conducono in questo vero e proprio viaggio nel Paradiso/ Inferno di Rimini. Osservazioni nate da ben tre anni di interviste, da tre anni di immersione in tutto ciò che poteva interessare allo spettatore per una condivisione totale di un fenomeno unico nel suo genere.
Una bagnina, una cameriera, un procacciatore di sogni e un’influencer sempre alla ricerca delle ultime tendenze permettono allo spettatore di inoltrarsi nei meandri dei riti consueti di ogni estate, tutti tesi a soddisfare i bisogni indotti di migliaia di famiglie che ogni anno giungono a compiere sempre le stesse cerimonie, avendo in mente, poi, di ritornarci anche l’anno seguente.
Tutti i sottotesti, anche i più sgradevoli, vengono sottolineati da un’atmosfera sempre giocosa, metafora di un mondo inconsapevole, portatore di un nulla culturale che potrebbe essere travolto, e non solo dalla pandemia ancora in atto.
Ma traspare anche, attraverso una variegatissima resa formale, la forza di una città che riesce a mettere insieme, per quei mesi, una multiformità di desideri, di speranze di gente comune, che non aspetta che quei giorni per vivere senza pensieri un mese di requie dalla temperie noiosa dei restanti undici.
Il gruppo di artisti coinvolti nello spettacolo “Rimini” nasce nel 2018 appositamente per questo progetto, riunendo elementi di diverse compagnie già esistenti. La maggior parte di loro si incontra alla Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”. Successivamente le varie componenti del gruppo continuano a formarsi attraverso corsi di perfezionamento. Ed è proprio durante il corso di Alta Formazione promosso da ERT nel 2018 che Giulia Quadrelli e Chiara Sarcona conoscono l’attore e videomaker Leo Merati.
Oltre ai due spettacoli, premiati alla meritevole iniziativa del Teatro Sociale di Gualtieri, che presenta compagnie giovanissime giudicate da giurie di pari età, è anche doveroso segnalare “Paternoster” dei romani di Collettivo Est, con in scena i convincenti Paolo Perrone e Ludovico Cinalli che, diretti da Beatrice Mitruccio, hanno messo in scena, con grande sensibilità di accenti, un plot già visitato altre volte dal teatro: il rapporto tormentato di due fratelli davanti alla morte del padre. Le relazioni tra i due fratelli, così diversi tra loro, dove il primo è rimasto sempre vicino al padre, pur in una terra per molti versi inospitale, mentre il secondo ha preferito andarsene per seguire i suoi sogni, vengono esplorate teatralmente in modo ricco e sensibile, riverberando sugli spettatori emozioni spesso contraddittorie, ricche sempre di verità e di forte partecipazione.
RIMINI
drammaturgia collettiva: Gruppo RMN
in scena: Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Chiara Sarcona, Giulia Quadrelli
video: Leo Merati
durata: 60′
Visto a Gualtieri, Teatro Sociale, il 25 luglio 2021