Arrivando alla Berliner Festspiele ci sono alcune mattonelle d’acciaio, una per ogni edizione del Theatertreffen, con gli autografi dei vari partecipanti. Quella di Roland Schimmelpfennig è fra quelle che più di frequente ricorrono. Una presenza assidua, che ha contribuito all’ascesa rapida della sua popolarità verso la fama internazionale.
Nato nel 1967 a Göttingen, Roland Schimmelpfennig è uno dei talenti di maggior valore che la sua generazione conosca per quanto riguarda la costruzione della parola drammatica. Prima giornalista e scrittore freelance a Istanbul, nel 1990 frequenta un corso di regia presso la Otto-Falkenberg-Schule di Monaco e decide di virare nettamente verso il teatro, diventando assistente di regia e, successivamente, collaboratore alla direzione artistica dei Münchner Kammerspielen e poi autore e drammaturgo alla Berliner Schaubühne a Royal Court e al Deutsches Schauspielhaus di Amburgo.
Da allora una valanga di premi e riconoscimenti, a partire dal premio Else Lasker-Schüler per “Pesce dopo pesce” del ’97, al premio Schiller per il patrocinio di nuove opere del Baden-Württemberg l’anno dopo. Seguono tre inviti di fila (dal 2000 al 2002) per il Mülheimer Theatertagen, dove nel 2002 vincerà il premio Nestroy come miglior autore teatrale della nuova generazione. E l’anno dopo sarà invitato ancora ai Mülheimer Theatertagen con la pièce “Vorher/Nachher” (“Prima/Dopo”).
Nell’edizione 2005 della manifestazione presenta la pièce “Die Frau von früher” (“La donna di un tempo”), portato in scena fra gli altri da Corrado d’Elia per Teatro Libero nella passata stagione teatrale.
E’ un amore con il “rewind”, in cui dopo 24 anni, nella vita di una giovane coppia ritorna il grande amore di lui, fiamma di un’estate d’amore adolescenziale. Un ritorno prepotente che chiede di riprendersi il suo uomo, la sua vita. Un’opera giocata sulla capacità di manovrare la struttura drammaturgica lavorando su forti rimandi interni, e una tecnica che costringe lo spettatore a scorrere con il mouse della memoria in su e in giù, grazie alla grande capacità di Schimmelpfennig di scivolare nel tempo e nello spazio, giocando con la lingua e con le strutture drammaturgiche.
Nell’edizione dell’anno scorso del Theatertreffen la pièce “Hier und Jetzt” (“Qui e ora”) ha avuto il grande privilegio di fornire la drammaturgia per uno degli ultimi spettacoli diretto dal grande maestro Jürgen Gosch, scomparso proprio pochi giorni dopo la fine del festival, di cui “Hier und Jetzt” diventerà anche slogan. Sempre dell’anno scorso è “Besuch bei dem Vater” (“Visita al padre”).
E siamo a quest’anno: gli hanno già assegnato il premio Else-Lasker 2010, e la sua nuova creazione è stata votata fra le migliori dieci produzioni dell’area di lingua tedesca. Ha firmato testo e regia per “Der goldene Drache“, prodotto del Burgtheater di Vienna, che ha visto il supporto come dramaturg di Amely Joana Haag, andato in scena per la prima volta il 5 settembre 2009 all’Akademietheater. Il contrasto stavolta è fra l’ambiente bianco e l’atmosfera quasi noir con cui l’artista racconta il versante tragico della globalizzazione, fatto di migrazione, sfruttamento e indifferenza.
Abbiamo avuto il piacere di rivolgergli qualche domanda, anche sul rapporto fra teatro e nuovi media, sentendoci dire, in tema di velocità: “Ma la parola è velocissima!”.