Salomè. O Erodiade? La ‘dea dell’immortale isteria’ (così la definisce Huysmans in “A Rebours”), che nel corso degli anni ha tormentato autori e scrittori, diventata simbolo di una femminilità perversa – mai lettura fu più sbagliata – torna sulla scena grazie ad una spumeggiante Sonia Bergamasco, una delle attrici italiane senz’altro più interessanti.
Il racconto incompiuto di Mallarmé (con la traduzione di Cosimo Ortensia) viene preso come spunto per il lavoro, realizzato in collaborazione con Tempo Reale di Firenze, uno dei centri di ricerca musicale più all’avanguardia in Italia. Il pretesto/contesto di “Hérodiade” serve come spunto per uno spettacolo interessante, in cui il corpo/voce dell’attrice dà luogo ad un particolare lavoro sulla musicalità della parola.
Del resto Mallarmé ha sempre sostenuto che le parole, scevre da qualsiasi punteggiatura, hanno una vita propria e creano universi sonori che sta al pubblico/lettore reinventare e contestualizzare attraverso l’immaginazione. Un linguaggio poetico moderno, denso, difficile, dove i significati tradizionali delle parole sono superati dalla loro sonorità.
Lo spettacolo è giocato su una Salomè seduta su un trono di specchi, che concedono pienezza dell’immagine e luminosità, dove la donna può guardare, guardarsi, ma non essere toccata. Sonia Bergamasco offre una donna-strega-vecchia, incastrata nel mito dell’eterna giovinezza, che racconta con un tappeto sonoro davvero interessante il mito, che culmina nella ‘partitura per risata sola’, momento in cui la musicalità prende il sopravvento e le parole sono definitivamente messe da parte.
“Esse di Salomè” è uno spettacolo coraggioso e per pochi, quei pochi che sappiano apprezzare lo sforzo immane compiuto da Tempo Reale per realizzare un’opera di teatro musicale dove il lavoro sul suono diventa veramente mirabile.
Un po’ più incerta Sonia Bergamasco che, per quanto si dimostri un’attrice capace e assolutamente all’avanguardia, resta sospesa in un racconto difficile da seguire e non troppo fluido. A fianco di momenti topici come la danza sui tacchi a spillo che Salomè offre sul trono/specchio, altri si rivelano intriganti per la parte musicale ma meno per quella teatrale, che non arriva con la vibrazione che ci si aspetterebbe da un’operazione così particolare. Forse ciò che manca è proprio un occhio esterno, quell’occhio su cui tanto insiste Mallarmé. Lo spettacolo infatti è scritto e diretto dalla Bergamasco, e recitare la parte dell’attrice e della regista contemporaneamente in una situazione di questo genere diventa forse davvero un po’ troppo complesso.
Ad ogni modo, uno spettacolo da non perdere.
ESSE DI SALOME’
Liberamente tratto da frammenti dell’Erodiade di Mallarmé
di Sonia Bergamasco e Francesco Giomi
in scena: Sonia Bergamasco
progetto sonoro e regia del suono: Damiano Meacci
live electronics: Francesco Canavese
luci: Paolo Pollo Rodighiero
oggetti di scena: Lorenzo Pazzagli
durata: 50’
applausi del pubblico: 2’ 50’’
Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 20 novembre 2010
Come artefice di spettacoli non saprei ma la Bergamasco è sempre una splendida (nel senso di bravissima) attrice, e soprattutto una splendida (nel senso di bravissima) musicista, e questa è davvero una dote un po’ rara