Santarcangelo Festival. Un tuffo nelle immagini 2017

Splash (photo: Guido Mencari)||||||||||||||||
Splash (photo: Guido Mencari)||||||||||||||||

Dopo il tuffo nelle polemiche di Santarcangelo Festival 2017, dopo lo “Splash!” di Merman Blix, riemergiamo dalle acque – ormai calme – per pubblicare alcuni scatti delle due giornate di chiusura del festival.

“GangGongGirls”, presentato dai Motus, e coordinato da Ilenia Caleo, Beatrice Busi, Maddalena Fragnito e Silvia Calderoni al mixer, è l’ampliamento della ricerca intorno a “Über Raffiche”. L’incontro è una proposta di riflessione e analisi sulla rappresentazione della figura della donna combattente, in periodi rivoluzionari.

“Rovescio” è invece la parata di Fabrizio Saiu, un’azione artistica, tra frisbee che volano e piatti che risuonano; un intervento site-specific realizzato insieme ai partecipanti al workshop per un movimento di corpi che diventa una processione cittadina per le strade del paese, alla riscoperta di Santarcangelo come teatro.

Francesca De Isabella e Sara Leghissa hanno poi presentato “House Music”, un progetto di raccolta di interviste e materiali sonori registrati nel vicinato. Strasse crea l’occasione di mescolare relazioni tra persone sconosciute ma vicine di casa, giovani, anziani, italiani, stranieri, che si mescolano a loro volta con il pubblico, nel parco, in un luogo di condivisione e condiviso, diventando contemporaneamente attori e spettatori.

Nei palazzi del centro Eva Geatti presenta “Il crepuscolo è dei poeti e degli appartamenti”, un’istallazione-percorso ricca, curata e varia, che dialoga con le varie stanze vuote, con la sola luce che entra dalle finestre.

Nello spazio buio e insonorizzato del cinema, invece, Terike Haapoja e Laura Gustafsson creano un museo temporaneo, in una dimensione sospesa che amplifica le reazioni emotive nel leggere le proiezioni sui multischermo del “Museum of Nonhumanity”. Uno spazio in cui la riflessione sulla distinzione tra l’essere umano e gli altri animali diventa un monumento alla volontà di rendere la deumanizzazione il passato, proponendosi una nuova direzione di apertura e inclusione per il futuro.

Spostandoci all’ITC Molari la Compagnia Simona Bertozzi/Nexus propone “And it burns, burns, burns”, quadro conclusivo della serie che la coreografa ha dedicato a Prometeo, con Anna Bottazzi, Arianna Ganassi, Giulio Petrucci, Aristide Rontini e Stefania Tansini.

Ogni notte il festival si è poi spostato nel bosco. “In-bosco” è il tendone da circo, nascosto, tra alberi e luci, il luogo per rivedersi, chiacchierare, discutere degli spettacoli e festeggiare tutti insieme, con la musica di vari dj set in una cornice suggestiva e incantata.

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