ScAlzati. Animalenta esplora il dolore femminile

Le protagoniste di ScAlzati (photo: Andrea Vitti)
Le protagoniste di ScAlzati (photo: Andrea Vitti)

Il legame tra donne e dolore è il punto d’approdo del percorso d’esplorazione sulla condizione femminile effettuato dalla compagnia barese Animalenta con “ScAlzati”.
Come di consueto, al Teatro della Contraddizione lo spettacolo inizia nel foyer, tra gli spettatori intenti a chiacchierare e sorseggiare vino.

Ilaria Cangialosi scalza, di bianco vestita, richiama l’attenzione del pubblico. In piedi su un cubo bianco, l’attrice inizia un discorso di denuncia sulla condizione femminile, citando il saggio di Virginia Woolf “Una stanza tutta per sé”. Una spettatrice interviene accusando l’attrice di snobismo nel momento in cui sfrutta il teatro per impartire lezioni di femminismo a chi, per condizione socio-economica, non può permettersi l’autonomia. Un colpo di teatro subito svelato: dopo pochi minuti si apre il tendone e il pubblico prende posto. La “contestatrice” (Angela Iurilli) è in scena, pronta per lo spettacolo.

Virginia Woolf, Ágota Kristóf ma anche Concita De Gregorio e Beatrice Masini sono le autrici cui la drammaturgia, curata dalla stessa Cangialosi che l’ha ideata con Annalisa Legato, fa riferimento.
Il corpus bibliografico che ispira “ScAlzati” è consistente e variegato, spaziando dai classici della letteratura femminista alla cronaca. Da questo materiale nascono sette brevi ritratti di donne, un collage dell’universo femminile che ha per comune denominatore la mancanza di un lieto fine. Cangialosi e Iurilli si alternano ecletticamente da un ruolo all’altro, all’occorrenza facendosi reciprocamente da spalla.
Il progetto scava nell’universo femminile cogliendo, di là dalle condizioni socioeconomiche e culturali del momento storico, un’atavica tendenza alla misoginia.

Il primo racconto è una favola amara: una topina sposa un gatto del quale subisce il fascino, nonostante tutto il villaggio degli animali l’abbia messa in guardia sull’imminente pericolo.
Si approda alla cronaca contemporanea con la vittima di femminicidio. A essere denunciata dal letto di un obitorio non è tanto la crudeltà dell’assassino, quanto quella dei media e dell’opinione pubblica, che entrano a gamba tesa nell’intimità e nella condotta di una donna.
In un sud arcaico e atavico, una ragazza agghindata per la festa di San Nicola rivolge al santo protettore una sorta di “preghiera”; in realtà confessa lo stupro che ha subìto da alcuni ragazzotti e uomini del paese, proprio il giorno della festa del Santo, cui lei candidamente e devotamente si era recata a chiedere la grazia di un marito.
Ancora più a sud ci sono i sogni di giustizia e di riscatto sociale di una giovane donna musulmana che sogna di affrancarsi attraverso lo studio.
In un’Italia di provincia c’è la quarantenne madre di due gemelle, che quando non è impegnata in faccende lavorative e domestiche mette in vetrina il proprio corpo.
La donna, infine, appare la vittima perfetta di angherie, crudeltà e mutilazioni nella vicenda tratta dall’intenso racconto “La chiave dell’ascensore” di Ágota Kristóf. La protagonista utilizza l’unico strumento che le è rimasto, la voce, per gridare il suo dolore e il suo bisogno di amore.

“ScAlzati” si consegna al pubblico come una pièce compatta nella struttura e chiara nella propria finalità di denuncia sociale, ma viziata da un’acerbità performativa e da un’incompleta ricerca drammaturgica e sociologica su un tema molto complesso e attuale. A fare da cornice, una scenografia essenziale, mentre notevole è l’attenzione ai costumi, elementi simbolici della trasformazione dei personaggi. Un po’ schematici e prevedibili i cambi di scena, veicolati da una colonna sonora a tema e da una colonna visiva tetra.

ScAlzati
Ideazione Ilaria Cangialosi e Annalisa Legato
Con Angela Iurilli e Ilaria Cangialosi
Costumi Micaela Colella
Disegno Luci Tea Primiterra
Scritto e diretto da Ilaria Cangialosi
Produzione Animalenta

durata: 50’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Milano, Teatro della Contraddizione il 13 ottobre 2018

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